Logo Arretrati

L'Organo di Baden-Baden




Marco Lo Muscio plays the Organ of St.Bernard's Church, Baden-Baden
Organista: Marco Lo Muscio
Organo St.Bernhard Kirche di Baden-Baden
Priory Records - PRCD 1125 - DDD - 2015

Abbiamo incontrato l'amico Marco Lo Muscio a Roma un paio di mesi fa e con molto piacere abbiamo appreso delle sue ultime fatiche discografiche e quanto la sua attività artistica si stia ampliando e diversificando; nel contempo abbiamo potuto apprezzare -con altrettanto piacere- gli ultimi frutti della sua attività come compositore, attività che lo ha portato ad essere, soprattutto ultimamente, molto attivo in Inghilterra, dove le sue opere stanno riscuotendo un grande e meritato successo sia di pubblico che di critica.
Abbiamo parlato già più volte di lui su queste pagine; oggi trattiamo uno dei suoi dischi che riteniamo molto bello ed interessante sotto diversi punti di vista. Prima di tutto il repertorio, che -come è ormai d'abitudine per Marco- non è mai "ingessato" ma, al contrario, sempre molto variegato ed attinge da tutta la letteratura musicale organistica, senza tralasciare la trascrizione e, ovviamente, le sue composizioni. Il secondo aspetto molto interessante è lo strumento utilizzato, il bellissimo ed imponente organo della St.Bernhard Kirche di Baden-Baden, la cui imponente montre che campeggia sulla copertina del disco promette emozioni musicali che l'organista puntualmente mantiene offrendoci un caleidoscopio di suoni e timbri che valorizzano appieno questa notevolissima macchina musicale.
Come dicevamo, il repertorio. In questo disco l'organista spazia ampiamente nell'ambito di orizzonti musicali di vasto respiro, testimoniando -come sempre- un'ammirevole capacità di coniugare, cogliendone i collegamenti stilistico-temporali, brani classici, barocchi, moderni e contemporanei, completando il quadro con alcune sue belle composizioni. Il brano iniziale è una trascrizione, opera dello stesso Lo Muscio, di "Odi et amo", il primo brano del primo atto dei Catulli Carmina" di Orff, opera meno conosciuta rispetto ai Carmina Burana dello stesso autore. Il secondo brano è una composizione di Lo Muscio e fa parte di un progetto musicale dedicato al "Decameron" del poeta Giovanni Boccaccio. Si tratta di un brano formalmente "classico" il cui titolo "White Prelude Homage to Boccaccio" rispecchia il carattere modale del brano, costruito utilizzando solo i "tasti bianchi" della tastiera, le cui atmosfere di sapore gotico-arcaico ne sono la caratteristica predominante. Seguono due versioni del corale luterano "Jesus Christus unser Heiland", la prima di Buxtehude (BuxWV198) e la seconda di Nicolaus Hasse. Segue la "Fuga in Sol minore", un brano solitamente attribuito a Reincken ma la cui composizione è stata definitivamente stabilita non molto tempo fa a Johann Heinrich Buttstett. Segue un'altra trascrizione-arrangiamento (sempre opera di Lo Muscio) del coro "And with His stripes we are healed" tratto dal "Messiah" di Haendel, una vera e propria fuga classica a quattro voci che l'organista ci propone in tutta la sua eleganza. Il brano che segue è -per noi e per tutti gli appassionati di musica organistica- una vera e propria "chicca"; si tratta del "Preludio su Adeste Fideles", una breve composizione che James Edward Goettsche (di cui Marco Lo Muscio è stato allievo) ha dedicato a Papa Giovanni Paolo Secondo e che, nel suo stile contrappuntistico classico, rappresenta un piccolo gioiello musicale. Seguono due brani del sommo Bach, il corale "Bist du bei mir" BWV 508, splendidamente cantato con uno splendido Cornetto ed il "Preludio in Fa minore" BWV 534, che precedono tre significative composizioni di Rinck, i "Preludi nn. 21 e 20" tratti dall'Op. 37 ed il grande "Preludio e Fuga su B.A.C.H." Op. 55, la cui magniloquente doppia fuga ne corona con maestosità l'andamento. E' poi la volta di un'altra composizione di Lo Muscio, le "Variations on Gabriel's Message", basate su un canto popolare natalizio basco, qui trattato secondo i procedimenti di variazione cari all'autore, in cui la delicatezza dell'armonia e la ricercatezza degli accompagnamenti ne fanno un brano di particolare suggestività. Lo Muscio ci propone poi un brano composto da Andreas Willscher ed a lui espressamente dedicato, il "Prelude, Choral and Variations on Greensleeves", una composizione basata sulla popolare melodia -attribuita addirittura ad Enrico VIII- che qui viene trattata con stilemi compositivi molto cari a Dupré e Duruflé e che danno modo all'organista di utilizzare in tutto il loro splendore tutte le magnifiche possibilità foniche dello strumento di Baden-Baden. Il disco si chiude con l'arrangiamento, sempre ad opera di Lo Muscio, di un brano "progressive-rock" di Rick Wakeman, composto nella forma del poema sinfonico nel 1977, "Judas Iscariot", ultimo brano dell'album "Criminal Records" in cui l'autore, oltre ai vari sintetizzatori, tastiere, pianoforti, percussioni ed un possente coro, si avvaleva anche dei suoni di un maestoso organo a canne. La trascrizione di Lo Muscio è perfetta e riesce a rendere nel migliore dei modi le caratteristiche ampiamente sinfoniche di questa interessante composizione, concludendo in bellezza il disco.
L'interpretazione di Lo Muscio è, come sempre, molto attenta, caratterizzata da una lettura filologica assai curata e corroborata da un'ottima tecnica organistica; abbiamo apprezzato in modo particolare le sue trascrizioni, sempre particolarmente aderenti allo spirito delle composizioni originali, e le sue composizioni, che testimoniano la sua arte compositiva, sciolta, ricca di voli lirici e di ampia musicalità che lo qualificano come ottimo compositore.
Lo strumento utilizzato per l'incisione è, come suol dirsi, un "organone", cioè un grande strumento che presenta una storia non molto lunga (fu costruito nel 1914) ma assai travagliata. Originariamente realizzato su due tastiere e pedaliera da Voit, nel 1924 venne ampliato, modificato ed arricchito fonicamente da Schwarz. Durante il corso dei decenni venne "aggiornato" alle varie tendenze stilistiche che prendevano succesisvamente piede in Germania; da "sinfonico" passò a "neoclassico" ed al suo capezzale si alternarono diversi organari, tra cui Mönch, che nel 1957-1958 lo ricostruì recuperandone diverse caratteristiche primitive. L'ultimo intervento, un restauro il più possibile aderente alle caratteristiche timbriche originali, è stato fatto da Matz & Luge nel 2008. Attualmente lo strumento conta 46 registri nominali (56 reali) su tre tastiere e pedaliera; la tavolozza timbrica è di base robustamente germanica con generosi innesti tardo-romantici che rendono questo organo spiccatamente caratterizzato e di grande personalità.
L'incisione è stata effettuata nell'Aprile 2014 e la registrazione, a cura di Neil Collier, è qualitativamente ottima, perfettamente aderente agli standard -sempre molto alti- di questa casa discografica, la cui collana "Great European Organs" ha ormai raggiunto il centinaio di titoli comprendenti molti dei migliori e più rinomati strumenti europei (tra cui molti dei migliori organi italiani). Ottima la presa di suono, molto attenta a sottolineare le varie particolarità timbriche di questo grande strumento senza penalizzarne gli insiemi e sempre con il giusto "ambiente"; particolarmente curato si rivela il lavoro di postproduzione così come molto ben curata è la veste grafica ed il libretto, ricco di interessanti ed esaurienti notizie, purtroppo solo in lingua inglese.
Un bel disco, molto interessante e di gradevolissimo ascolto che consigliamo molto volentieri ai nostri amici lettori.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2016