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Zsigmond Szathmary - Orgel 1972




Zsigmond Szathmary - Orgel 1972
Organista: Zsigmond Szathmary
Organo Lutherkirche di Hamburg-Wellingsbüttel
Da Camera Magna - SM 93237 - LP Stereo - 1972

Come i nostri lettori sanno, periodicamente dedichiamo una nostra recensione ad incisioni del passato che -a nostro parere- meritano particolarmente di essere riconsiderate e valorizzate. Da alcuni anni, ormai, si è verificata sul mercato discografico una "riscoperta" delle incisioni in vinile e molte case discografiche (tra cui molte di di grande prestigio) hanno ripreso la produzione di tale tipo di dischi; purtroppo -anche se il grosso pubblico non coglie la differenza sostanziale- oggi le registrazioni, invece che con i gloriosi registratori analogici a nastro di una volta (i fantastici Nagra, Revox e Studer), vengono effettuate con apparecchiature digitali e, in definitiva, cambia solo il tipo di supporto su cui esse vengono proposte al pubblico. Il mercato del vinile, quindi, si sta pian piano ritagliando una fetta considerevole dell'attuale mercato discografico e, a parte le nuove produzioni, la caccia ai vecchi LP nei mercatini dell'usato e presso i vecchi magazzini dei negozi di musica da parte degli appassionati è aperta.
Il disco che trattiamo oggi è -diciamolo subito- molto raro per diversi motivi. Il primo motivo è che fu pubblicato, 44 anni fa, da una casa discografica "di nicchia", la Schallplattenedition Da Camera, fondata nel 1962 ad Heidelberg da Klaus Preis, attiva fino alla fine degli Anni Ottanta del secolo scorso ed attualmente compresa, assieme ad altre etichette di quel tempo (Bayer Records, Cadenza, Aulos ed altre), nel Bayer Music Group. Il secondo motivo è che questa casa discografica, soprattutto durante gli Anni Settanta, ha dedicato un occhio di particolare riguardo a quella che era allora la nuova musica organistica, cioè quella che -rompendo nettamente con il passato- si stava sviluppando nell'ambito della sperimentazione e dell'avanguardia. Se a queste motivazioni aggiungiamo che, dopo quarant'anni, la spinta innovatrice di quei musicisti si è -purtroppo- totalmente esaurita e la musica organistica di oggi ha riportato indietro le lancette dell'innovazione e dell'ispirazione di almeno sessant'anni, ecco che alcune di quelle incisioni (e questa ne fa parte) rivestono un carattere di notevole rarità musicale.
Non staremo qui a trattare la figura di Zsigmond Szathmary, l'organista e compositore ungherese-germanico che interpreta le musiche di questo disco; lo abbiamo già trattato ampiamente in questa pagina, che vi consigliamo di andare a rivedere non solo per la sua biografia ma, anche, per avere un'idea dell'aria che tirava allora nell'ambiente organistico delle avanguardie musicali e della sperimentazione. Quello che ci preme ricordare qui di lui è che dal 1970 al 1977 egli fu organista titolare sull'organo costruito da Schuke nel 1962 per la Luther-Kirche di Wellingsbüttel (Amburgo), strumento progettato dal suo predecessore, quel Gerd Zacher (qui trovate la nostra pagina a lui dedicata nel 2010, Zacher è poi mancato quattro anni dopo, nel 2014) che è unanimemente considerato tra i padri del movimento delle sperimentazioni musicali nell'ambito della musica organistica. Egli, come abbiamo detto, progettò l'organo della Lutherkirche appositamente per l'esecuzione di questo tipo di musiche, adottando diverse soluzioni di "preparazione" dello strumento tra cui spicca, ad esempio, la presenza -accanto a quello principale ed azionabile separatamente- di un apparato di manticeria di minore potenza che fornisce allo strumento una minore quantità d'aria ad una pressione sensibilmente minore; l'utilizzo (combinato o separato) di questi due apparati consente all'organista di provocare un ampio spettro di variazioni della pressione e, di conseguenza, del suono emesso dalle canne; questo accorgimento, unito ad altri accorgimenti di preparazione (togliere canne della basseria per farle suonare "a vuoto" e, quindi, provocare ulteriori e più calibrate variazioni del suono; regolazione particolare delle trasmissioni, variazioni predefinite dei tremoli, eccetera) consentiva all'interprete (perchè nell'ambito di quelle musiche non si parla più di "organista", ma di vero e proprio "interprete") di proporre al meglio le pagine dei vari Cage, Berio, Ligeti, Kagel, Yun, Pousseur, Allende-Blin e dello stesso Szathmary.
Il repertorio scelto per questo disco è assolutamente rappresentativo di quell'epoca. Il Lato A del disco è dedicato a Gyorgy Ligeti (anche a lui abbiamo dedicato una pagina, che potete trovare qui), con le sue più note composizioni per organo, i "Volumina" e gli "Zwei Etuden", mentre il Lato B presenta in apertura il "Dialogue für Orgel", composto l'anno precedente (1971) dallo stesso Szathmary, il brano "Klänge der Nacht", tratto dalla Suite Im Freien composta da Bela Bartok nel 1926 e, per concludere, l'opera che più forse rappresenta quel periodo, le "Variations I for any kind and number of instruments" di John Cage. La particolarità di quest'ultima "composizione" sta nel fatto che -proprio per essere destinata all'esecuzione da parte di qualsiasi strumento musicale (e, secondo alcuni, anche non musicale) e non presentando, apparentemente, alcun riferimento musicale in partitura è suscettibile di interpretazioni diversissime tra di loro, tanto è vero che la "realizzazione" di questo brano fatta da Gerd Zacher (il predecessore di Szathmary) su questo stesso organo tre anni prima (nel 1969) dura più di dieci minuti mentre quella di Szathmary su questo disco ne dura neppure cinque. Questo accade perchè in questo tipo di musica, in cui è la parte "concettuale" che definisce tutto il resto, l'organista diventa parte integrante del processo di "creazione" dell'opera musicale e della sua "realizzazione", cioè della trasposizione nella realtà spazio-temporale immanente (nel senso filosofico del termine) di quello che in partitura non può che essere definito in termini di trascendenza. Non per nulla, a quell'epoca, queste composizioni non venivano definite come interpretate da..., bensì come "realizzate da...".
Lo strumento utilizzato, come abbiamo già detto, fu costruito da Schuke nel 1962 su progetto di Gerd Zacher con le particolarità costruttive che abbiamo già illustrato. Oltre a ciò, questo organo (tre tastiere, pedaliera, 37 registri nominali pari a 56 reali e trasmissione mista) presenta anche la particolarità di avere due Rückpositiv (uno a destra ed uno a sinistra) ognuno di essi azionato da una propria tastiera (rispettivamente la prima e la terza in consolle) mentre è l'Hauptwerk, cioè la seconda tastiera (contrariamente a tutte le regole dell'organaria ortodossa) ad essere "espressivo". In occasione di diversi "compleanni" questo organo è stato "rivisto", dapprima nel 1992 (nel trentennale) da Beckerath, nel 2002 (in occasione del quarantennale) di nuovo da Schuke, che ha sostituito la consolle ed ampliato il sistema di combinazioni (in origine c'erano solo tre combinazioni libere generali e due combinazioni libere per il pedale) installando una memoria digitale di 4000 combinazioni aggiustabili ed un'interfaccia MIDI per il collegamento con il computer. Nel 2012, infine, in occasione del mezzo secolo di vita, lo strumento è stato festeggiato con una splendida serie di concerti in cui, come è giusto che sia, è stato dato ampio spazio alle composizioni degli autori che Zacher e Szathmary avevano magistralmente su di esso realizzato e proposto nelle loro incisioni discografiche.
Tecnicamente la registrazione di questo disco è perfetta. Negli Anni Settanta la casa discografica Da Camera, proprio per le caratteristiche delle sue produzioni, era dotata delle migliori tecnologie di presa analogica del suono e dispiegava per ogni incisione una squadra di tecnici che curavano fin nei minimi dettagli la resa fonica ottimale. La presa di suono, effettuata nei giorni 6 e 7 Luglio 1971, è precisissima e, come usava allora, con una "presenza" dello strumento molto marcata e definita e con una resa ambientale assolutamente perfetta. Analoga cura e precisione si rivela poi nella procedura di "montaggio" (a quei tempi la "post-produzione" computerizzata non esisteva ed il "montaggio" si faceva tagliando ed incollando metri e metri di nastro magnetico). La realizzazione delle matrici (un master per ogni lato del disco), la placcatura, la realizzazione delle piastre e -infine- la stampa del disco sono state effettuate dalla Pallas, una delle storiche ditte germaniche in questo campo, attiva dal 1948 e che ancora oggi è ai vertici mondiali (è diventata una multinazionale) nella produzione di CD e Vinili. Come d'uso allora, non ci sono fascicoli o libretti a corredo del disco; tutto è stampato nel retro della copertina: programma, caratteristiche e disposizione fonica dell'organo, note di produzione ed un esauriente testo illustrativo in Tedesco, Inglese e Francese a firma di Norbert Linke.
Questo disco, contrariamente a diversi altri della stessa casa discografica ancora reperibili, è da tempo fuori catalogo e, praticamente, introvabile. Ma se riuscite a trovarlo non toglietevi il piacere di metterlo sul vostro giradischi, fare scendere lentamente la testina ed ascoltarlo con piacere ed attenzione. Vi si aprirà un mondo dell'organo totalmente nuovo, inaspettato e di enorme interesse!



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