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The Organ Works of Marco Lo Muscio




The Organ Works of Marco Lo Muscio
Organista: Kevin Bowyer
Organo Glasgow University Memorial Chapel
Priory Records - PRCD1170 - DDD - 2017

E' stato pubblicato da pochi giorni un bel disco di musiche organistiche composte da Marco Lo Muscio, organista e compositore romano di cui abbiamo già parlato su queste pagine, ed interpretate da Kevin Bowyer al grande organo della Memorial Chapel dell'Università di Glasgow.
Dobbiamo dire che si è trattato di una bella sorpresa, poichè sono ormai rari i compositori italiani di musica per organo che si fanno avanti sulla scena discografica e, tra quei pochi, Lo Muscio è sicuramente uno dei più "freschi" per ispirazione e per gradevolezza musicale. Le sue musiche, pur prendendo le mosse da una solida scuola compositiva di tipo squisitamente classico, non sono mai riproposizioni di stilemi stereotipati ma denotano un approccio che prende spunto da diversi generi che talora appaiono molto lontani dalla musica organistica solitamente intesa; non è una novità (e già lo abbiamo sottolineato in precedenti recensioni riguardanti questo musicista) che egli utilizzi, spesso in modo magistrale, stilemi tipici della musica contemporanea, del jazz, del progressive-rock, dell'impressionismo e della musica Celtica (uniti alla riproposizioni di forme musicali tipiche del Medioevo e del Rinascimento) per costruire architetture musicali in cui non è la complessità formale, armonica o contrappuntistica a giocare il ruolo principale, bensì la delicatezza delle melodie, gli accompagnamenti mai ridondanti, le volate di carattere strumentale ed una chiara volontà di "comunicare" emozioni all'ascoltatore che ne rappresentano la caratteristica più interessante e gradevole.
In questo disco, Kevin Bowyer ci presenta un'ampia carrellata di queste musiche, un panorama musicale da cui esce molto ben definita la figura musicale di Lo Muscio e che ne sottolinea molto bene tutti gli aspetti, il primo dei quali è la sua passione per le opere letterarie di John Ronald Reuel Toolkien, il famoso scrittore britannico autore di diversi romanzi di genere "Fantasy" (di cui è universalmente riconosciuto come uno dei padri fondatori) tra cui "Lo Hobbit" e "Il Signore degli Anelli". Ed è -appunto- a quest'opera letteraria che si ispira "Éownyn's Memories", il brano di apertura del disco, in cui l'autore fa largo uso di melodie celtiche. Il Trittico Toscano - Homage to Pienza" che segue, composto nel 2015, è dedicato all'omonima città toscana e si compone di tre movimenti, ognuno dei quali ispirato da un luogo: la Cattedrale, Palazzo Piccolomini e la piazza della città. Analogamente, ogni brano è impostato su un diverso stile; Il "Ricercare" è composto utilizzando il tipico contrappunto della musica rinascimentale italiana, il"Canone sul nome P.I.E.N.Z.A." è un classico canone all'ottava basato sulla trasposizione in notazione musicale del nome della città mentre il terzo movimento, "Saltarello", prende le mosse dalla tipica danza popolare rinascimentale che viene qui riproposta con grande gusto e divertimento. Anche la "Canzona - Homage to Gubbio" segue la stessa linea d'ispirazione, presentando un'atmosfera delicatamente rinascimentale con diversi riferimenti -soprattutto ritmici- alle opere di Andrea Gabrieli.
Il "Vocalise n. 5 - For Nadja" fa parte di una raccolta di dieci "vocalizzi" composti nel 2015; questi brani, la cui parte melodica può anche essere cantata o suonata da diversi strumenti, sono caratterizzati da una spiccata musicalità e da una grande delicatezza che ne fanno piccoli poemi musicali.
Delle "Concert Variations on Greensleeves" abbiamo già ampiamente parlato in occasione di una precedente recensione (che potete rileggere QUI) mentre "In memoriam Teodosia" è un brano evocativo in tre sezioni basato su melodie di grande lirispo ed impatto emotivo. Dei due "American Preludes", composti nel 2004 originariamente per pianoforte, possiamo qui ascoltare il primo, "Blue Prelude", nel quale armonie blues e jazz unite ad un virtuosismo di alto livello ci propongono un'altro aspetto, assolutamente interessante, dell'arte compositiva di Lo Muscio.
E, a testimonianza di quanto varie siano le fonti di ispirazione di questo autore, troviamo l'"Ostinato", un brano per organo a quattro mani (e quattro piedi) composto appositamente da Lo Muscio per quest'incisione discografica e che si rifà direttamente alla musica Progressive-Rock, nella fattispecie allo stile di Keith Emerson.
Ma è la "Via Crucis" che segue, composta delle quattordici stazioni della Via Crucis di Gesù Cristo, che ci mostra un'ulteriore caratteristica di questo autore, la capacità di costruire un grande affresco musicale composto da quattordici brevi ma intensissimi brani che, utilizzando di volta in volta tecniche compositive diverse (canto gregoriano, contrappunto, cromatismo, dissonanze, ecc.) e compendiando linguaggi musicali diversi che spaziano da Debussy a Messiaen, creano nell'ascoltatore una vera e propria catena di emozioni musicali.
Il disco si conclude con un brano composto nel 2011, in occasione del centenario della nascita di Jehan Alain, ed il cui titolo è significativo: "New Litanies in Memory of Jehan Alain", la cui caratteristica basilare è la riproposizione dei temi del brano originale di Alain ("Litanies") "in contrario motu", cioè alla rovescia, su di un basso ostinato ricchissimo di colori e di variazioni, il tutto per un finale assolutamente virtosistico e di grande effetto.
Come si può vedere, Marco Lo Muscio si rivela come un compositore veramente eclettico, di solidissima impostazione ma di grande apertura mentale e musicologica, che riesce a compendiare stili, epoche e linguaggi differenti per creare musiche che, per certi aspetti, si possono considerare "nuove" ma, soprattutto, di grande interesse e gradevolissime all'ascolto di qualsiasi genere di pubblico.
Kevin Bowyer, dal canto suo, si dimostra all'altezza della sua fama di grande organista, rinomato a livello mondiale per le sue performancese concertistiche e la sua discografia che comprende, oltre ad un repertorio vastissimo che spazia dai classici fino ai contemporanei, anche una pregevole integrale bachiana. Concertista d'elite e dotato di un'ottima tecnica che gli consente di spaziare agevolmente su ogni letteratura organistica, Bowyer riesce a presentare in questo disco tutti gli aspetti, anche i meno appariscenti, delle composizioni di Lo Muscio, in questo perfettamente coadiuvato da una scelta strumentale di grande prestigio ed importanza, l'organo della Memorial Chapel dell'Università di Glasgow, un imponente tre tastiere costruito da Willis nel 1927 e rifatto da Harrison & Harrison nel 2005. Con i suoi 49 registri nominali (57 reali) composti in una tavolozza timbrica assolutamente "britannica", si rivela assolutamente perfetto per le atmosfere che questi brani riescono a creare e, se possibile, li rendono ancora più apprezzabili.
In conclusione, ferme restando la bontà dell'interpretazione e le qualità dello strumento utilizzato, quello che più ci è piaciuto di questo disco è la scoperta di un compositore davvero bravo, che come un cesellatore di antica memoria realizza le sue musiche mescolando con perizia ed assoluta proprietà di linguaggio tanti aspetti della storia millenaria dell'organo per riproporceli in un'atmosfera del tutto particolare e con grande delicatezza e sincerità.
Assolutamente da acquistare!



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