Logo Arretrati

Couperin: Messe pour les Couvents




François Couperin: Messe pour les Couvents
Organista: Pierre-Yves Asselin
Organo chiesa di St.Christophe di Houdan
CD - DDD - Denon - CO-74396

E' con grande piacere che presentiamo questa incisione discografica che, segnalataci dall'amico Giulio Pedretti, merita una positivissima recensione. Si tratta della "Messe propre pour les Couvents"< di François Couperin.
Nato a Parigi il 10 novembre 1668 e dotato di una naturale predisposizione per la musica, François Couperin (Le Grand) all'età di undici anni, morto suo padre, organista a St.Gervais, gli succede alla consolle. Studia poi con Thomelin e nel 1690 esordisce in pubblico con le sue prime opere religiose. Nel 1693 vince il concorso per la carica di organista della Cappella Reale. Diventa poi anche sostituto clavicembalista di corte e continua la sua produzione musicale che comprende brani per organo, clavicembalo, musica vocale e strumentale ed anche per orchestra. Nel 1723 è costretto a lasciare il posto di organista a St.Gervais per motivi di salute. Nel 1730 abbandona anche gli incarichi presso la Corte e muore a Parigi il 12 settembre 1733, quasi dimenticato da tutti.
La produzione organistica di Couperin è stranamente ridotta rispetto al lungo periodo durante cui egli svolge mansioni di organista e comprende solo due Messe: la "Messe pour les Paroisses" e quella di cui parliamo oggi, che testimonia come l'organo rivestisse, nell'ambito del cerimoniale liturgico francese dell'epoca, due diverse funzioni. La prima era quella di dialogare con il coro mediante versetti strumentali alternati alle strofe del canto; la seconda era quella di sottolineare con veri e propri brani appositamente composti i momenti più importanti della celebrazione religiosa.
In questa incisione viene presentata, per l'appunto, una versione "completa" dell'opera, cioè comprendente anche le strofe dei vari inni cantate da un tenore. Questo tipo di interpretazione, se da una parte di presenta l'opera sotto l'aspetto il più possibile aderente alle originali destinazioni liturgiche, dall'altra ci pone in grado di capirne molto più a fondo la costruzione formale e l'unitarietà, cosa che non sarebbe possibile mediante il puro e semplice ascolto dei soli brani organistici.
Ma la caratteristica più notevole di questa incisione è la scelta dello strumento. I produttori di questo disco hanno infatti deciso di rendere, se possibile, ancora più "originale" questa incisione scegliendo uno strumento veramente splendido, quello della chiesa di St. Chritophe di Houdan. Costruito nel 1734 da quel grandissimo artefice che fu Louis Alexandre Clicquot, che possiamo definire senza ombra di dubbio il più grande organaro classico francese, questo organo ebbe la fortuna di scampare alle distruzioni della Rivoluzione Francese e di arrivare praticamente intatto fino all'inizio del nostro secolo, quando, per via della costruzione di un altro strumento, venne praticamente abbandonato sulla sua tribuna. Questo abbandono fu, sotto un certo punto di vista, la sua migliore fortuna; nessuno infatti se ne curò più fino a che, nel 1968, ritrovato praticamente intatto, fu interamente e completamente restaurato. Oggi questo strumento è uno dei pochissimi organi classici francesi che sono arrivati indenni fino a noi e con le sue tre tastiere, di cui due di quarantotto tasti ed una di venticinque, la pedaliera alla francese, l'originale "Tono da Cappella" (un tono sotto al diapason attuale), il temperamento mesotonico, i classicissimi due tremoli (forte e dolce) e gli originalissimi mantici a cuneo è la testimonianza vivente di una delle più grandi scuole organarie europee classiche.
Inutile dire, a questo punto, che anche l'interprete è assolutamente all'altezza della situazione. Pierre-Yves Asselin dimostra in questo disco una perfetta conoscenza non solo della partitura, ma soprattutto di tutte quelle piccole particolarità esecutive che caratterizzavano la musica clavicembalistica ed organistica francese del Settecento e che vengono qui applicate con misura e particolare buon gusto, il tutto combinato con una speciale cura per l'aspetto più propriamente "liturgico" di quest'opera, cura che ce la restituisce nella giusta dimensione, a differenza di tante altre interpretazioni che indulgono spesso ad una "galanteria" qui assolutamente fuori luogo.
Tecnicamente ineccepibile, questa incisione è una delle pochissime che ci restituisce un'opera classica praticamente "così com'era", ed ascoltandola ripetutamente, ogni volta ne apprezziamo qualche nuovo particolare che ce la fa scoprire sempre più interessante.
A nostro modesto parere, un disco assolutamente indispensabile per la discoteca di tutti gli amanti dell'organo classico in particolare e per gli appassionati di musica organistica in generale. Da non perdere!

Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010