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Marco Enrico Bossi - Organ Works II




Marco Enrico Bossi - Organ Works II
Organista: Sandro Carnelos
Organo Chiesa di S.Carlo Borromeo di Ponte della Priula
Rainbow Classics - RW 20173377-3 - DDD - 2017

Torniamo oggi ad occuparci dell'interessante progetto editoriale che Sandro Carnelos già da tempo ha intrapreso per la realizzazione dell'integrale organistica di Marco Enrico Bossi. Abbiamo già recensito, a distanza di diversi anni l'uno dall'altro, il Primo Volume (la recensione la trovate QUI) ed il Terzo Volume (recensione QUI); la pubblicazione del secondo volume era stata ritardata per motivi tecnici la cui risoluzione, avvenuta recentemente, ci permette oggi di apprezzare anche questo volume mancante e di ascoltare un nuovo capitolo dedicato alla musica del "padre" dell'organo italiano moderno.
Come abbiamo già detto più volte nelle nostre trattazioni, Marco Enrico Bossi, pur avendo vissuto ed operato nello stesso periodo, non appartiene alla schiera dei "riformatori" propriamente detti; egli è da considerarsi, piuttosto, un innovatore "laico" dell'organo. Mentre i suoi contemporanei, "veri" riformatori (Bottazzo, Ravanello ed altri), seguirono con grande zelo le direttive pontificie circa la "riforma" della musica liturgica e religiosa (e, di conseguenza, anche della musica per organo) rivalorizzandone e riproponendone le radici più classiche (canto gregoriano, polifonia e contrappunto, ecc.), Bossi nelle sue musiche ben raramente presenta queste caratteristiche, preferendo seguire l'evoluzione stilistica che proprio in quel periodo stava traghettando la musica europea dal postromanticismo al modernismo. E' abbastanza interessante notare, a questo proposito, come le musiche organistiche di Bossi siano tutte, più o meno, ispirate dall'ideale orchestrale di quel periodo ed all'ascoltatore più "avvertito" non sfugge certamente la constatazione che la musica organistica di Bossi risulta con tutta evidenza "pensata" e "concepita" sulla base di un ideale "orchestrale" che egli trasferisce sull'organo e ne affida alle sue sonorità la rappresentazione più aderente, allo stesso modo delle composizioni organistiche di Franck, in cui la derivazione da una scrittura orchestrale di tipo squisitamente romantico è assolutamente palese.
In questo disco, Carnelos ci presenta, come nei precedenti, una scelta molto rappresentativa della personalità musicale di Bossi, passando da alcuni dei brani più conosciuti ed impegnativi alle trascrizioni ed alle raccolte di piccoli brani che, nella loro semplice freschezza d'ispirazione, rappresentano un Bossi solo apparentemente "minore".
Il famoso "Theme et Variations" Op. 115 apre il disco. Come secondo brano troviamo la "Marcia Nuziale Savoia-Petrovich" Op. 110 n. 2 ed a questo brano dobbiamo dedicare qualche riga in più. Questa composizione fa parte della "Missa pro Sponso et Sponsa" (per coro ed organo), commissionata a Bossi dalla Casa Reale di Savoia per il matrimonio di Vittorio Emanuele III di Savoia (allora ancora Principe Ereditario) con la Principessa Elena di Montenegro che si svolse il 24 Ottobre 1896 nella Basilica di S. Maria degli Angeli di Roma. E fu Marco Enrico Bossi in persona che diresse la Messa sedendo all'organo della basilica ed è proprio a proposito di quell'organo che, grazie alle informazioni storiche del Prof. Graziano Fronzuto di Roma, possiamo svelare una curiosità. Poichè la Basilica di S.Maria degli Angeli non era provvista di un organo adatto alla solennità della ricorrenza, venne deciso -in accordo con Bossi- di utilizzare l'organo che allora esisteva nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Si trattava di un organo in origine costruito da Serassi (e terminato da Locatelli) nel 1858 per la Basilica di San Giovanni in Laterano e che aveva la particolarità di essere "mobile", cioè montato su ruote di legno che ne consentivano lo spostamento all'interno della basilica. Pochi anni dopo la sua ultimazione, per volere di Pio IX, questo organo fu trasferito nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura ed anche lì sarebbe dovuto rimanere come organo "mobile". Nel 1895 l'organo fu ampliato e dotato di trasmissione pneumatica da Farinati (un valente organaro allievo di Trice) e la sua tavolozza timbrica era davvero interessante, con ben due Principali di 16 piedi come base delle due tastiere. Nel 1896, come abbiamo detto, questo organo fu scelto per "accompagnare" il matrimonio reale e così, trainato da sei coppie di buoi, attraverso le strade inghiaiate e selciate della Roma di quel tempo, in una settimana percorse i quasi sette chilometri di distanza tra le due basiliche (sempre assistito dall'organaro Farinati) e, dopo la cerimonia, rifece il percorso inverso (altri sette giorni e sette notti di viaggio) per tornare, questa volta definitivamente, a San Paolo fuori le Mura, dove si trova ancora oggi. E' interessante notare che Marco Enrico Bossi compose la Marcia Savoia-Petrovich appositamente per questo strumento e le indicazioni di registrazione (in particolare quelle relative all'utilizzo del registro della Tromba) sono scritte espressamente per quest'organo.
Nel disco ci vengono poi presentate due composizioni dell' Op. 132, la "Legende" ed la "Trauerzug", a cui seguono due trascrizioni della "Siciliana e Giga" Op. 73 (originariamente scritta per flauto e pianoforte); Sandro Carnelos ci presenta qui la Siciliana nella trascrizione dello stesso Marco Enrico Bossi e la Giga nella trascrizione di Renzo Bossi (ma di questi brani esiste anche una trascrizione più recente (e più "americana") fatta nel 1963 da Virgil Fox). Lo "Scherzo in Sol minore" Op. 49/2 precede infine i "Dieci Pezzi Caratteristici" (Piccola Fanfara, Interludio Corale, Cornamusa, Apparizione Serafica, Studio, Profilo Agreste, Letizia Celeste, Nostalgia, Canzone Silvana ed Hosanna in Excelsiis), che appartengono al filone più "descrittivo" e, se vogliamo, "impressionista" di Bossi, il quale qui usa l'organo come una tela pittorica su cui fissare sensazioni visive e proporle in modo fortemente "emozionale" agli ascoltatori.
Sandro Carnelos segue anche in quest'incisione una strada interpretativa ben definita e sicuramente efficace: quella della proposizione di queste composizioni in una luce filologica di grande spessore, dove la figura di Marco Enrico Bossi viene perfettamente delineata in ogni suo aspetto, dalla genuinità dell'ispirazione alla solidità di una tecnica compositiva che della visione spiccatamente orchestrale dell'organo fa uno dei suoi punti di forza, dall'utilizzo di una tecnica organistica di grande livello al sapiente utilizzo di un virtuosismo che non tende -come spesso succede ad altri interpreti di queste musiche- allo "spettacolo" ma che viene perfettamente dosato per rappresentare al meglio la figura di questo compositore che, non dimentichiamolo, fu il primo italiano ad aprire la strada del concertismo internazionale, strada poi seguita nei decenni seguenti con grande successo da molti altri nostri organisti e compositori.
Anche per questo disco, come per il terzo della raccolta, Carnelos utilizza il "suo" (nel senso che il progetto fonico è stato fatto da lui) organo di Ponte della Priula di Susegana, uno strumento di carattere spiccatamente "francese" romantico costruito da Zeni nel 2011 e che molto bene si presta all'interpretazione di queste musiche, ferme restando le nostre preferenze verso un utilizzo di strumenti italiani più rispondenti alle caratteristiche tecnico-foniche dell'epoca (ad esempio uno dei tanti organi ancora oggi ben funzionanti o restaurati realizzati da Carlo Vegezzi Bossi negli anni d'oro della sua attività).
Le registrazioni sono state effettuate nei mesi di Settembre ed Ottobre 2015 e la presa di suono, molto precisa grazie all'accurato posizionamento dei microfoni, risulta ben caratterizzata e sottolinea con proprietà ed accuratezza tutte le caratteristiche timbriche dello strumento, con un giusto "ambiente" ed una resa timbrica di grande qualità. Molto buono anche il lavoro di post-produzione. Il libretto a corredo (purtroppo solo in lingua italiana), come nel disco precedente, è abbastanza essenziale ma, pur mancando di un testo di approfondimento e spiegazione del repertorio, risulta di gradevole e piacevole consultazione.
Mettiamo subito nella nostra discoteca questo disco, in attesa dell'uscita del quarto volume.



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