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Bonnet - In memoriam Titanic and other organ works




Joseph Bonnet - In memoriam Titanic and other organ works
Organista: Vincenzo Ninci
Organo chiesa di St.Antoine des Quinze-Vingts di Parigi
CD - DDD - Dynamics - CDS 230

La produzione discografica di cui ci occuperemo oggi proviene da una piccola ma agguerrita casa discografica genovese che da alcuni anni ha affinato in modo particolare la scelta del repertorio, divenendo un chiaro punto di riferimento per gli estimatori delle "chicche" musicali e contribuendo in modo molto deciso alla valorizzazione di giovani interpreti. Tra queste produzioni troviamo sicuramente questa incisione, dedicata all'opera organistica di Joseph Bonnet.
Come tutti sanno, Bonnet è stato una delle figure più importanti del panorama musicale francese ed internazionale della prima metà del Novecento. Ragazzo prodigio, praticamente nasce (nel 1884) alla consolle, essendo figlio dell'organista di S.te Eulalie, da cui apprende i primi rudimenti musicali ed organistici. Studia poi con Tournemire e Combes ed il suo prodigioso talento gli consente di tenere il suo primo concerto all'età di diciassette anni. Entra al Conservatorio di Parigi già accompagnato da una buona fama di organista e qui studia con Guilmant. Nel 1906, a soli ventidue anni, Bonnet partecipa al Concorso per la copertura del posto di Organista Titolare presso la chiesa di St.Eustache e lo vince sbaragliando tutti gli altri concorrenti. Intraprende quindi una prestigiosissima carriera di concertista internazionale, che lo porta a tenere concerti in tutto il Mondo, soprattutto negli Stati Uniti ed in Canada, dove continuerà a recarsi regolarmente e dove terrà centinaia di concerti, fonderà scuole di musica e valorizzerà la musica organistica fino al 2 agosto 1944 quando, proprio in Canada, a Sainte-Luce-sur-Mer, morirà improvvisamente.
Bonnet, oltre ad essere uno strepitoso concertista e virtuoso, fu anche valentissimo compositore di musica organistica ma, curiosamente, la sua attività compositiva è ristretta al primo periodo della sua attività artistica e, precisamente, dal 1908 al 1914. In seguito egli preferì dedicarsi pressochè totalmente all'interpretazione e, nell'ultimo periodo della sua vita, dal 1920 fino alla morte, il suo interesse musicale fu attratto dal Canto Gregoriano, a quel tempo in piena riscoperta, di cui diventò un assiduo sostenitore e diffusore, tanto che nel 1923 fondò e divenne Presidente dell'Istituto Gregoriano di Francia. Questa scelta musicale divenne presto anche una scelta di vita, che lo portò a divenire Oblato presso l'Abbazia Benedettina di Solesmes e la sua grande attività musicale lo portò ad essere insignito, nel 1922, della Legion d'Onore.
Il disco che presentiamo oggi vuole farci conoscere il Bonnet compositore e comprende alcuni dei brani più significativi della sua produzione. Si inizia con "In Memoriam Titanic", tratto dalla raccolta dell' Op.10, poi si prosegue con i "Trois Poèmes d'Automne" Op. 3 e "Ariel", sempre tratto dall'Op.10. Segue quindi la "Légende Symphonique" Op.5, a cui segue, sempre dalla stessa raccolta, il breve "Intermezzo", che introduce alla "Deuxième Légende" Op.7. Il "Chant Triste", ultima opera composta da Bonnet, apre quindi la strada alla prima opera da lui realizzata, quelle "Variations de Concert" Op.1, che il grosso pubblico conosce molto bene e che conclude l'ascolto.
Sicuramente la scelta dei brani è molto valida ed accurata e ci conduce alla scoperta di un mondo musicale che indulge molto spesso al descrittivo. "In memoriam Titanic" è forse il brano che più ce lo testimonia, con le sue atmosfere quasi pittoriche che ci rappresentano pressochè fisicamente la tragedia del grande transatlantico. A questo filone evocativo appartengono anche i "Trois Poèmes d'Automne", il cui ascolto non può fare a meno di materializzare nella nostra mente la tranquilla e serena dolcezza del "Lied des Chrysanthèmes", la frizzante, gaia e gradevolissima freschezza del "Matin Provençal" e la calma, meditata, riflessiva ed intimamente colloquiale serenità del "Poème du Soir". "Ariel" è invece un brano che privilegia la tecnica organistica con abbondanza di arpeggi, figurazioni toccatistiche, scale e figurazioni ritmiche veloci. Con la Prima Leggenda si cambia radicalmente impostazione e si entra nella concezione "sinfonica" di Bonnet. Brano grandioso, impegnativo e dalla solida ed imponente architettura formale che prende spunto dalle migliori idee dei grandi sinfonici Widor e Vierne, questa "Légende Symphonique" si inserisce a pieno titolo nel filone sinfonico della musica organistica francese. L'Intermezzo che segue è un graziosissimo e brillante brano effettistico in cui la leggerezza e la vivacità dell'andamento contrastano fortemente con il brano seguente, la Seconda Leggenda, che, se da una parte ricalca abbastanza la costruzione formale della prima, ne costituisce, sotto il punto di vista dell'evoluzione tematica e della completezza dello sviluppo, la naturale continuazione e conclusione. Meno prolissa della precedente, denota purtuttavia un notevole approfondimento del trattamento contrappuntistico dei temi ed una molto migliore compattezza e linearità, il tutto coronato da una formidabile, grandiosa e trionfale conclusione. Il "Chant Triste", ultima opera scritta da Bonnet, è un breve brano dall'andamento piano e raccolto che denota un notevole e raffinato utilizzo della cromaticità ed in cui la melodia, di una cantabilità quasi trasparente, è discreta e lieve protagonista. Il disco si conclude con le immancabili "Variations de Concert", in cui il fine ultimo è l'effetto e lo stupore dell'ascoltatore di fronte ad una così sfacciata esibizione di bravura compositiva ed interpretativa. Brano costruito su misura per esaltare compositore ed esecutore, questa serie di variazioni conducono l'ascoltatore in atmosfere ora di grandiosità, ora di meditativa tranquillità, ora di travolgente vertigine, ed una lunga pagina di evoluzioni solistiche di pedale introduce un finale che definire grandioso è certamente poco.
Vincenzo Ninci, organista specializzato nel repertorio romantico e sinfonico ed ottimo conoscitore della scuola francese moderna e contemporanea non poteva realizzare meglio questo disco. La sua interpretazione inquadra esattamente ogni brano nella sua giusta cornice, rendendone alla perfezione l'ispirazione e le più intrinseche caratteristiche sia musicali che formali. Abbiamo veramente apprezzato "In Memoriam Titanic", le due Leggende ed i "Poèmes d'Automne"; spettacolari le "Variations de Concert" e veramente bello il "Chant Triste". I brani più brillanti e meno meditati come "Ariel" e l' "Intermezzo" ci sono parsi invece un poco meno accurati ma in complesso dobbiamo dire che l'interpretazione di Ninci è veramente molto buona.
Complimenti anche per la scelta dello strumento, il bellissimo Cavaillé-Coll della chiesa di St.Antoine des Quinze-Vingts di Parigi che rappresenta una delle migliori realizzazioni dell'organaria francese postromantica e che, per le sue caratteristiche foniche e timbriche, viene spesso utilizzato dai più grandi interpreti per le loro incisioni discografiche.
Tecnicamente, l'incisione è molto buona. La presa del suono è molto accurata ma in certi punti il divario sonoro tra il Recitativo chiuso e gli altri corpi fonici è un pò troppo marcato; ottima la resa timbrica e la "presenza", giusta ed equilibrata e con la giusta dose di riverbero. Un pò troppo presente il rumore di fondo ed il rumore dei comandi dei registri che talora si può distintamente sentire, ma questa è una caratteristica dello strumento e non inficia la complessiva bontà della registrazione.
Si tratta di un'ottima realizzazione, molto ben curata anche per ciò che riguarda la documentazione a corredo, approfondita e molto completa, che consigliamo caldamente a tutti i nostri amici lettori.

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