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Opere per organo di Carlo Andrea Gambini




Gambini - Organ Music
Organista: Marco Ruggeri
Organo Chiesa Parrocchiale di Calcio
Brilliant Classics - 95515 - DDD - 2017

Ascoltando questo disco ci è tornato alla mente un discorso che facemmo con amici diverso tempo fa, in cui constatavamo quanto importante fosse stato l'ambiente musicale genovese dell'Ottocento (a prescindere, ovviamente, dalla figura di Paganini) e, al tempo stesso, quanto poco gli innumerevoli esponenti di questo movimento musicale abbiano trovato adeguato posto nella storia della musica italiana e, questo, in particolar modo, riguardo all'àmbito organistico. Già abbiamo accennato più volte su queste pagine ai vari Sivori, Polleri, Bellando e, arrivando più vicino a noi, Pedemonte e Traverso, tutti nomi di primo piano nella storia dell'organo moderno e contemporaneo italiano ma che, a parte i più affezionati addetti ai lavori, quasi nessuno conosce. Eppure a Genova Trice costruì il primo organo "nuovo", che diede il via all'era dell'organo "moderno", così come a Genova nel 1916 fu realizzato da Tamburini, nella Chiesa di N.S. delle Vigne, il primo organo tutto "italiano" a trasmissione completamente elettrica.
Questo destino di oblìo non ha riguardato, ovviamente, solo i grandi nomi ma, anche, tutta quella nutrita schiera di musicisti genovesi validissimi che se oggi vengono considerati "minori", a quei tempi erano considerati figure importanti non solo nel panorama musicale italiano ma, anche, a livello europeo. Gambini fu uno di costoro.
Carlo Andrea Gambini, definito sull'Enciclopedia della Musica con questa lapidaria frase "Pianista e compositore italiano (1819-1865)" fu, come lo erano tutti i musicisti di quei tempi, ben più di pianista e compositore. Prima di tutto fu quello che noi oggi chiameremmo "enfant prodige" poichè già all'età di quindici anni componeva e pubblicava (!) le sue composizioni pianistiche. Anche se nulla si conosce della sua formazione musicale, Gambini già fin da giovanissimo era reputato tra i migliori pianisti italiani ma alla sua attività solistica egli aggiungeva anche quella di valente compositore non solo per pianoforte, ma anche di apprezzatissima musica strumentale, corale e da camera. Ovviamente, come per tutti i musicisti del tempo, non poteva mancare a Gambini l'interesse per l'organo, che egli sviluppò soprattutto nei confronti degli strumenti di Lingiardi. Abbiamo detto già su queste pagine che Padre Davide da Bergamo (Felice Moretti) fu il "testimonial" dei Serassi; orbene, simili modo, possiamo dire che Gambini lo fu per i Lingiardi. In effetti, il sodalizio artistico tra Gambini e questi prestigiosi organari fu sempre solidissimo e fu quasi sempre lui ad effettuare i collaudi (e spesso anche i concerti di inaugurazione) dei migliori strumenti che essi realizzarono, tra cui quelli della Chiesa di S.Francesco di Sales a Genova, del popolarissimo Santuario di N.S della Guardia di Ceranesi, della Chiesa di N.S. del Belvedere di Sampierdarena, della chiesa di Cogoleto e di quello di Cannes, che fu forse il migliore uscito dai laboratori di questi grandi organari. In tutte queste -ed in molte altre- occasioni, l'arte organistica di Gambini fu apprezzatissima e l'eco di queste sue performances arrivò fin sulle pagine della "Gazzetta Musicale" di Milano, che a quei tempi era la rivista musicale più famosa della nostra penisola, rivista alla quale anche lo stesso Gambini collaborò per lungo tempo.
Come abbiamo detto, la produzione di Gambini spazia in tutti i campi e generi musicali. Una delle sue caratteristiche principali, che sotto diversi aspetti lo differenzia dai suoi contemporanei, è l'ecletticità dell'ispirazione e la solida conoscenza delle forme musicali, che egli utilizza con un'appropriatezza di linguaggio veramente sorprendente. Molto interessante è inoltre la caratteristica "descrittiva" della sua musica; Gambini indulge spesso agli stilemi di quelli che allora si chiamavano "Pezzi Caratteristici" (termine usato anche in seguito da tanti altri grandi dell'organo italiano, tra cui Marco Enrico Bossi) e che, in definitiva, descrivevano in musica le sensazioni della natura o di altre realtà. Testimoniano questa predilezione di genere molti titoli di sue opere, tra cui "Impressioni Campestri", "Campane della Liguria", "Le quattro stagioni" e diversi altri. Un altro aspetto interessante della figura di Gambini è il suo interesse per le musiche ed i canti popolari, talora destinatari di specifiche composizioni ("Tarantella", "Rimembranze Fiorentine", "Rimembranze Milanesi"), altrove ampiamente citati all'interno delle sue composizioni. Questo aspetto, altresì, ci conferma come Gambini, anche se non abbiamo riscontri storiografici precisi, abbia viaggiato moltissimo (probabilmente in occasione delle sue tournées pianistiche) e di come abbia saputo cogliere ed assimilare le diverse tradizioni musicali dei luoghi che visitava. A tutto ciò si aggiunge anche un altro importante aspetto che è quello propedeutico. In effetti, a soli ventidue anni, Gambini pubblicò una raccolta di "12 Studi" per pianoforte che la critica, unanimemente, considerò tra i migliori elaborati in quegli anni in tutta Europa.
Nel CD (doppio) che recensiamo oggi troviamo tutta la sua produzione per organo e qualche brano pianistico adattato (o, per meglio dire, "istromentato") per l'esecuzione all'organo. Il "corpus" dell'incisione è rappresentato dai brani contenuti nella raccolta, pubblicata da Ricordi tra il 1855 ed il 1857, "L'organo moderno", nella quale Gambini esprime tutta la sua arte compositiva per questo strumento. Il titolo, peraltro utilizzato anche da altri autori del tempo, rispecchia la considerazione che a quei tempi si aveva per il tipo di organo "orchestrale" che, sulla scia degli strumenti realizzati dai Serassi, rappresentava -ed in effetti era- il modello più moderno mai prima visto nella nostra penisola. Il primo disco contiene la produzione "religiosa" di Gambini, cioè i "24 Versetti per organo" che, come d'uso a quei tempi, al di là della destinazione liturgica, servivano per esaltare, da una parte, le caratteristiche fonico-tecniche degli strumenti e, dall'altra, le capacità artistiche dei compositori. Anche i versetti di Gambini seguono questo schema e rappresentano un significativo caleidoscopio in cui tutti i registri dell'organo vengono magnificamente illustrati in una serie di brani brevissimi (da un minimo di un minuto e mezzo ad un massimo di tre minuti di durata); in questa serie di brani, Gambini sfodera una conoscenza ed una perizia compositiva di prim'ordine, alternando stili diversissimi (di cui dimostra la perfetta padronanza) che vanno dal Cantabile al Contrappunto più severo, dal brano descrittivo alle citazioni bandistiche, rivelandosi come un musicista solidissimo, completo e di amplissima e profonda ispirazione. Nel secondo disco troviamo gli altri tre brani che compongono "L'Organo Moderno", cioè il "Concertone a più strumenti", l'"Elevazione" e la "Marcia". Mentre gli ultimi due brani seguono, anche se con alcuni sprazzi di originalità, il filone della musica organistica ottocentesca, è il "Concertone" che risulta il brano più interessante della produzione organistica di Gambini. In questa composizione egli mette tutto il suo bagaglio musicale ed artistico, unitamente alla perfetta conoscenza degli organi "moderni" dei Lingiardi. Ne risulta un brano ampio, perfettamente strutturato e di grande suggestione. In questo pezzo troviamo le sonorità organistiche assolute protagoniste e messe in grande evidenza mediante la successione di sezioni "dedicate" formanti un affresco musicale (che sotto diversi aspetti anticipa il miglior Petrali) in cui non mancano quei riferimenti alla musica descrittiva e popolare molto cari all'autore. In questo disco sono infine presentate alcune delle opere pianistiche più rappresentative di Gambini, adeguatamente "trattate" da Marco Ruggeri per l'esecuzione all'organo. Si tratta perlopiù di brani descrittivi ed evocativi, tra cui molto interessanti "Le Quattro Stagioni", dove Gambini rappresenta i quattro periodi dell'anno descrivendone sia le caratteristiche naturali (suoni e rumori della natura) sia le attività umane ad esse legate (caccia, preghiera, danza, ecc.). La "Pastorale" e la "Passeggiata" si aggiungono a questo quadro quasi idilliaco mentre le "Toccate" in Re ed in Sol, il "Corale" ed il "Finale" ci presentano un Gambini nettamente più aderente all'estetica organistica del suo tempo.
Marco Ruggeri è uno "specialista" di questo tipo di musica e di lui abbiamo già recensito alcune belle incisioni di Padre Davide e di Petrali che ci hanno molto favorevolmente impressionato. Sicuramente quest'organista "sente" in modo assai particolare e profondo l'estetica dell'organo ottocentesco italiano ed ha approfondito la tecnica e fonica dell'arte organaria italiana di quel periodo, appropriandosene in modo perfetto. La sua interpretazione delle opere di Gambini, a nostro modesto parere, è ottima e abbondante, con il giusto apporto di quello spirito orchestrale che permea queste opere. Molto approfondito, poi, ci pare il background musicologico che Ruggeri dimostra di aver naturalmente nelle sue corde e di quest'incisione abbiamo apprezzato in modo particolare i fraseggi, molto rispondenti alla prassi interpretativa strumentale (e con questo termine intendiamo i veri strumenti dell'orchestra) di quell'epoca. Tecnica sempre ottima e spesso assai elaborata, tocco raffinato e virtuosismo assolutamente rispondente alle caratteristiche dei brani fanno di questa sua interpretazione una chicca organistica di grande pregio; se a questo aggiungiamo un particolare "senso" per la scelta dei registri, ecco completato un quadro di raffinata bellezza.
Lo strumento scelto per quest'incisione -e non poteva essere diversamente- è un Lingiardi d'epoca (1854), realizzato per la chiesa Parrocchiale di Calcio, in provincia di Bergamo. Pur non essendo di grandissime dimensioni, con i suoi 36 registri nominali (spezzati) pari a 37 reali più Campanelli, Rollante e Banda Turca disposti su di una tastiera di 62 note e pedaliera di 20 pedali inclinati a leggìo, con una base di Ripieno di 16 piedi su cui si innestano ben 13 file di Ripieno, una tavalozza di "coloristici" assolutamente imponente ed una raffica di ancie quasi impressionante (ne troviamo, tra pedale e manuale, ben sette) questo strumento, perfettamente restaurato nel 2014 da Pietro Corna, è senz'altro il non plus ultra per rappresentarci le composizioni organistiche di Gambini che, sulla sua tastiera, ritrovano tutta la loro bellezza, brillantezza ed energia.
La registrazione è stata fatta nei mesi di Novembre e Dicembre 2016 e, anche qui, alla consolle sedeva il "nostro" Federico Savio, che in quest'incisione ha scelto di privilegiare in modo particolare gli splendidi timbri solistici dell'organo di Calcio, mantenendone comuque sempre intatto l'impatto degli insiemi, dei brillantissimi Ripieni e la forza d'urto delle ancie in batteria. Postpoduzione, come sempre, perfetta e risultato finale di assoluto pregio e raffinatezza fonico-timbrica. Molto approfonditi, esaurienti ed oltremodo interessanti sono i testi del libretto, redatti in Inglese ed Italiano, con pochi ed essenziali contributi iconografici.
A nostro parere, si tratta di un doppio CD che racchiude moltissimi motivi di interesse per la musica, lo strumento, l'interprete e la cura della realizzazione tecnica. Oltre a ciò, l'ascolto di queste musiche anche per i non addetti ai lavori risulta straordinariamente piacevole e gradevole. Non lasciatevelo sfuggire!



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