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Sonate per Organo e Clavicembalo di Benedetto Marcello




Marcello - Complete Sonatas for Organ and Harpsicord
Organista: Chiara Minali
Cembalista: Laura Farabollini
Organo Chiesa di S.Pietro Apostolo di Valeggio sul Mincio
Clavicembalo Giuseppe Corazza 2003
Brilliant Classics - DDD - 3CD - 95277 - 2018

Benedetto Marcello è una figura assai "interessante" nel panorama musicale (e non solo musicale) veneziano a cavallo tra Seicento e Settecento. Tutti quelli della nostra età (over Sessanta) lo hanno conosciuto in gioventù grazie alla colonna sonora del Film "Anonimo Veneziano", una (a nostro parere) abbastanza melensa pellicola, la cui colonna sonora era basata sull'Adagio del cosidetto "Concerto in Do minore per Oboe, Archi e Continuo di Benedetto Marcello". In effetti, il brano in questione (di cui anche Johann Sebastian Bach fece una trascrizione), oltre ad essere in Re Minore, non è per nulla di Benedetto Marcello, bensì di suo fratello Alessandro, che in vita fu anche più noto di lui.
Come abbiamo accennato, la figura di Benedetto Marcello è "interessante" nel panorama musicale e civile veneziano dei suoi tempi perchè egli non fu solo un apprezzato ed elegante musicista ma, anche, avvocato, giurista, poeta, scrittore, pittore e tante altre cose, che lo portarono a diventare un personaggio molto apprezzato nell'alta società veneziana e, per quanto riguarda la musica, a guadagnarsi il titolo di "Principe della Musica", titolo a cui non furono certamente estranee le sue origini di Alta Nobiltà.
In effetti Benedetto, contrariamente al fratello Alessandro (c'era anche un terzo fratello, Girolamo, stimato poeta ed autore di apprezzatissimi vesti spirituali) che fin da giovanissimo si era dimostrato un eccellente violinista e compositore, si avvicinò abbastanza tardi alla musica ed aveva già ventun anni quando si dedicò con metodo agli studi di composizione con Gasparini e Lotti. Bisogna dire che alla formazione artistica dei fratelli Marcello contribuì anche, e non poco, l'ambiente famigliare, dove il padre Agostino (anch'egli figura di spicco nel Senato Veneto) era un ottimo violinista e la madre Paolina Capello era nota per le sue composizioni poetiche e per la sua spiccata attitudine alla pittura.
Nel 1708, un anno dopo aver iniziato gli studi musicali (nel 1707 Benedetto era stato già nominato ad una importante carica pubblica nel Maggior Consiglio Veneziano) pubblica la sua prima opera, i "Concerti per Violino e Violoncello" ed è interessante vedere come egli, nella copertina dell'opera, si autodefinisca "Dilettante di Contrappunto" (e questa autodefinizione la troveremo anche in diverse opere seguenti), quasi a scusarsi per il fatto di essere arrivato così "tardi" alla composizione e giustificando così il suo stile, che -egli lo sapeva bene- non era molto aderente ai canoni "ortodossi" della musica dell'epoca. Nonostante questa autodefinizione "riduttiva", i suoi concerti divennero ben presto molto famosi e talmente apprezzati che anche Vivaldi, pochi anni dopo, prese "a prestito" alcuni temi di Marcello per i suoi concerti.
Non è questa la sede per una disamina biografica di questo musicista. Ci limiteremo a sottolineare che egli scrisse anche alcuni trattati di approfondimento della teoria musicale, molto apprezzati dai suoi contemporanei ed un -per quei tempi- famosissimo ed oltremodo popolare trattato che sotto il titolo "Il Teatro alla moda" nasconde diverse critiche -spesso molto taglienti- nei riguardi dei vari personaggi (compositori, poeti, scenografi, cantanti, compositori ed impresari) che all'epoca erano i protagonisti della scena teatrale veneziana. La sua produzione strettamente musicale, invece, comprende diversi aspetti e spazia ampiamente tra cantate, duetti, trii, madrigali, serenate, musica sacra (tra cui molto noti i "50 Salmi" ed i quattro Oratori) e, ovviamente, le Sonate, che diventarono fin dal loro primo apparire le sue composizioni più famose.
In questo cofanetto troviamo tre dischi che contengono, appunto, le "Dodici Sonate per Cembalo" ed altre dieci composizioni per tastiera, alcune delle quali specificatamente indicate dall'autore per l'interpretazione all'organo.
Questa produzione non è la prima che propone l'integrale delle Sonate cembalistiche di Benedetto Marcello (ne esiste una risalente al 2001 edita da Chandos che vede alla tastiera Roberto Loreggian) ma l'impostazione qui propone anche l'organo come strumento protagonista, oltre a presentare -come abbiamo detto- anche altre opere, alcune delle quali (quasi) espressamente dedicate all'organo.
Nel primo disco troviamo sei sonate (precisamente la prima, la quarta, la sesta, l'ottava, la nona e la decima) interpretate da Chiara Minali all'organo della chiesa di San Pietro Apostolo di Valeggio sul Mincio. Nel secondo disco troviamo le altre sei sonate (seconda, terza, quinta, settima, undicesima e dodicesima) interpretate al cembalo da Laura Farabollini. Il terzo disco è "dedicato" alle composizioni, diciamo così, "aggiuntive", anch'esse ripartite tra cembalo (Quattro Sonate, la Ciaccona e le Variazioni) e l'organo, dove troviamo due Sonate e due Fughe che nel titolo riportano espressamente la dicitura "per organo".
Bisogna dire che la scelta dei due strumenti per la proposizione di queste composizioni non è per nulla azzardata. In effetti (e già lo abbiamo detto innumerevoli volte su queste pagine, in particolar modo per le Triosonate di Bach) a quell'epoca clavicembalo ed organo erano strumenti "equipollenti" e la scrittura per il cembalo era intesa naturalmente anche per l'organo (mentre lo stesso non sempre -soprattutto nell'ambito della musica organistica nordeuropea- si può dire del contrario). Ecco, quindi, che questa scelta strumentale non solo ci presenta un punto d'ascolto "alternativo" ma -e forse questa è la caratteristica di maggiore interesse- ci offre la possibilità di ascoltare queste musiche in una cornice entro cui senz'altro a quel tempo erano presentate ed apprezzate.
Laura Farabollini è una valente e molto apprezzata cembalista che unisce alla musica anche l'attività di docenza in Lettere (è anche Laureata in Lettere Moderne a Torino). Dopo aver conseguito i Diplomi in Pianoforte (con la Sbarrato), in Clavicembalo (con la Lanfranco) e Composizione (con Ferrara) ad Alessandria ed avere anche conseguito la Laurea, con il massimo dei voti, in Didattica della Musica, si è perfezionata con grandi maestri, tra cui Koopmann e Van Asperen, approfondendo inoltre lo studio delle tastiere storiche con la Fadini. Molto attiva nell'ambito di diversi ensembles e formazioni cameristiche, si è distinta con successo nella proposizione di "integrali" cembalistiche dedicate a grandi compositori classici, tra cui Domenico Zipoli, di cui ha inciso -per Brilliant Classics- l'opera omnia per cembalo. Ha conseguito molti premi in prestigiose competizioni musicali nazionali ed internazionali ed ha svolto attività di docenza e di collaborazione presso il Conservatorio di Alessandria. Come strumento personale (su cui ha anche effettuato le registrazioni presenti in questi dischi) ha scelto la copia di un cembalo a due tastiere e quattro registri, un Taskin di fine Settecento, realizzato da Corazza nel 2003.
Chiara Minali è una bravissima organista e cembalista. Brillantemente diplomata, ha studiato con Corti, Vartolo e Bugatti e si è perfezionata con Radulescu. Vincitrice di numerosi premi, ha svolto e svolge tuttora intensa attività concertistica sia come solista (organo e cembalo) che nell'ambito di diverse formazioni strumentali, con le quali si è esibita in diverse città europee conseguendo unanimi apprezzamenti di pubblico e critica. E' stata organista presso diverse chiese veronesi ed attualmente è secondo organista della Cattedrale di Verona. Per diversi anni ha anche effettuato attività come docente presso l'Istituto Diocesano di Musica Sacra, sempre in Verona.
L'approccio al repertorio di questi dischi da parte di queste due brave interpreti risente in modo fondamentale dalla rigorosa scuola da cui esse provengono. Ad una tecnica squisitamente cembalistica di ottima precisione, si affianca una lettura attenta e profonda, che va a scovare le diverse anime che ispirano le Sonate di Marcello, esaltandone da una parte il contrappunto sempre misurato e dall'altra l'eleganza, la raffinatezza e la "signorilità" delle melodie e la vivacità ed "allegrezza" dei movimenti veloci, rappresentandoci in modo -a nostro parere- molto aderente la personalità musicale di questo grande compositore ed il suo titolo di "Principe della Musica".
Del clavicembalo della Farabollini abbiamo detto. L'organo scelto per l'incisione, invece, merita qualche parola in più per la sua impostazione e per le sue caratteristiche. Si tratta di uno strumento realizzato dall'organaro Giovanni Battista Sona nel 1812 e bisogna qui sottolineare come in questo strumento -abbastanza inaspettatamente per la verità- si possano trovare alcuni prodromi delle caratteristiche che si dispiegheranno nell'ambito dell'organaria italiana qualche decennio dopo.
Si tratta di un organo che per quell'epoca può essere definito "grande", in primis perchè dotato di due tastiere e, poi, per il fatto di avere una robustissima base fonica di sedici piedi. La disposizione fonica è ricchissima ma non ridondante e presenta una piramide di Ripieno che arriva fino alla Trigesimasesta (per il primo organo e fino alla Vigesimanona per il secondo) a cui è affiancata una serie di bellissimi flautati e diverse ancie (Trombe, Corno Inglese, Violoncello, i classicissimi Tromboncini della scuola veneta, Flicorno, Basso Tuba) che comprendono anche le cosidette "Trombe Squarciate", che altro non sono che l'antichissimo registro del "Serpentone". Tra gli accessori troviamo i Campanelli, la Banda Turca, gli Usignoli, il Tiratutti e la classica combinazione "alla Lombarda". Molto interessante è la pedaliera, uno dei primi esemplari nell'organaria italiana ad avere ventiquattro pedali tutti cromatici. Restaurato completamente da Formentelli nel 2000, questo strumento -adeguatamente e molto ben a proposito utilizzato e "stimolato" dalla Minali- si rivela assolutamente perfetto per queste musiche.
Il disco (cioè il cofanetto di tre CD) è stato presentato il 28 Ottobre scorso nella chiesa di Valeggio sul Mincio con un importante concerto in cui le due interpreti, oltre a presentare le musiche di Marcello, hanno anche interpretato brani di Galuppi, Pescetti, Valerj ed altri illustri esponenti della scuola cembalistico-organistica veneta classica.
Le registrazioni sono state effettuate, per il cembalo, nel Marzo 2017 nella chiesa parrocchiale di Castelferro (Alessandria) e, per l'organo, nel Gennaio 2018. Alla consolle ed al mixer il "solito" Federico Savio, di cui abbiamo già ampiamente parlato in occasione di innumerevoli precedenti recensioni su queste pagine e che continua a dimostrare di essere ormai, nell'ambito delle incisioni di musica organistica, uno dei migliori tecnici del suono attivi sulla scena musicale italiana ed europea. Presa di suono accuratissima, pulita e di grande "presenza" sia per il cembalo che per l'organo, del quale possiamo cogliere tutte le pur minime particolarità timbrico-foniche.
Lavoro di post-produzione eccellente e risultato finale di ottimo livello e qualità sono le cifre di questa produzione che, a parte un libretto a corredo in sola lingua inglese (visto che si tratta di musica italiana e la produzione non è solo destinata al mercato estero avremmo molto gradito anche la versione italiana -peraltro originale- dei testi) consigliamo caldamente a tutti i nostri amici lettori.



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