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Bach Vintage




Eberhard Fölster spielt Orgelwerke von J.S.Bach
Organista: Eberhard Fölster
Organo: St.Johannis Kirche di Lüneburg
Joker - LP - SM 1024 - 1966

Terminiamo la serie di recensioni discografiche di questo sito con il primo disco di musica organistica che abbiamo comprato, nel lontano 1968, ed in cui abbiamo potuto per la prima volta (avevamo tredici anni) ascoltare la musica di Johann Sebastian Bach.
Sono passati cinquantatre anni dal momento in cui, presso un negozio di dischi/libri della nostra città, acquistammo (regalato dal papà per il compleanno) il nostro primo disco di musica organistica. Fino a quel momento, dopo aver scoperto qualche anno prima l'esistenza di un bell'organo nella nostra chiesa parrocchiale ed aver ottenuto il permesso dal Parroco di poterlo suonare, di Johann Sebastian Bach avevamo solo sentito parlare e l'acquisto di quel disco ci spalancò le porte della musica organistica vera, quella "alta", quella "importante" e che cambiò radicalmente la nostra passione per questo strumento.
Erano altri tempi. A quell'epoca, mentre iniziavano appena a circolare i 45 giri di musica leggera, i dischi di musica classica erano una merce ancora abbastanza rara e riservata a pochi. La casa discografica Joker, nonostante oggi sia sconosciuta ai più, fu allora l'unica in Italia che aprì la strada della fruizione di questo tipo di musica (ma anche del Jazz) ad un pubblico più ampio grazie ad una politica di "riedizione" di incisioni effettuate da altre case discografiche europee e la loro proposizione a prezzi accessibili per tutti e perseguendo -forse per la prima volta in Italia- una strategia di distribuzione "popolare", poichè i suoi dischi si potevano acquistare anche nelle edicole e nei grandi magazzini.
Le incisioni di musica classica proposte dalla Joker provenivano in prevalenza dalla Germania-Ovest (sì, a quei tempi la Germania era ancora divisa in due e dalla Germania-Est non usciva neppure uno spillo) ed anche questo disco era stato realizzato là insieme a diverse altre incisioni che avevano come protagonisti grandi interpreti del tempo (Orchestra Sinfonica di Amburgo, Orchestra Sinfonica di Dresda, Sviatoslav Richter, David Oistrach, Walter Gieseking, ecc.). Per la musica organistica i due organisti presenti nel catalogo Joker erano Kurt Rapf ed Eberhard Fölster e la musica da loro proposta era quella del Kantor di Lipsia.
Bisogna ricordare che a quell'epoca qui in Italia l'unico che proponeva la musica di Bach era Fernando Germani e che i suoi dischi (così come quelli di Karl Richter) erano assai rari da trovare e, comunque, ristretti ad un ambito di ascolto limitato ai musicofili più "avvertiti". Non passeranno molti anni che inizieranno ad affermarsi anche in Italia i concerti organistici che vedranno la partecipazione dei più grandi interpreti internazionali, concerti che attrarranno l'attenzione e l'interesse di una generazione di giovani (tra cui chi scrive) che si interesserà profondamente all'organo ed alla sua musica, avviando un periodo di riscoperta e di valorizzazione di cui oggi noi tutti, e soprattutto i giovani organisti, possono godere ampiamente i frutti.
Il disco che trattiamo qui propone un repertorio che, oggi, quasi apparirebbe trascurabile: la famosissima (per certi versi ormai stucchevole) "Toccata und Fuge d-moll BWV 565", la altrettanto oggi plurigettonata "Fantasie und Fuge g-moll BWV 542" e quattro degli "Otto Piccoli Preludi e Fughe", precisamente BWV 553, 554, 556 e 559. In pratica meno della metà di quanto possiamo trovare oggi all'interno di un normale CD Audio.
Come abbiamo detto, erano altri tempi ed a fronte di incisioni molto ben realizzate (effettuate in Stereofonia, tecnologia per quei tempi all'avanguardia) la veste grafica delle produzioni (non solo della Joker, ma anche delle case discografiche ben più importanti) era assolutamente "essenziale". Titolo dei brani, nome dell'organista e -quando c'era- il nome dell'organo utilizzato erano il massimo che si potesse pretendere. E, sottolineiamo, non c'era Internet su cui andare a fare una ricerca per saperne qualcosa di più. Ci si doveva accontentare e, in mancanza di curriculum chilometrici, analisi musicologiche e stilistiche, fotografie accattivanti, caratteristiche tecniche e disposizioni foniche, quello su cui si focalizzava l'attenzione dell'ascoltatore era la musica. Si metteva il disco sul giradischi, si appoggiava la puntina sul primo solco, ci si sedeva in poltrona, si chiudevano gli occhi e ci si lasciava trasportare dalla musica. Erano momenti di piacere assoluti in cui non aveva alcuna importanza chi suonasse e che strumento suonasse; era la Musica la vera protagonista dell'ascolto.
Di Eberhard Fölster, quindi, non ne sapevamo niente, e non ne sappiamo molto di più neppure oggi nonostante gli ampi mezzi di informazione che abbiamo a disposizione. Sappiamo solo che era un ottimo organista, che era titolare sullo storico organo Schnitger 1688 della St.Pankratius Kirche di Amburgo (dove era anche Kapellmeister ed aveva fondato un apprezzatissimo Coro di Voci Bianche) e che su quell'organo ha effettuato tutte le sue incisioni organistiche (poi pubblicate in Italia negli anni seguenti sempre dalla Joker) tranne una: questo disco, per il quale egli scelse uno dei più antichi e storici organi tedeschi, il Niehoff 1551 della Johanniskirche di Lüneburg, che a quell'epoca risentiva ancora degli interventi fatti da Walcker nel 1926 e non era ancora stato riportato alle condizioni originali.
Sull'estetica di Föster possiamo dire subito che egli apparteneva già allora alla corrente germanica della "nuova" filologia interpretativa (di cui erano stati, per certi versi, iniziatori Straube e Ramin e di cui egli, assieme a Karl Richter, era un ottimo esponente). In effetti, mentre nel resto d'Europa le interpretazioni organistiche bachiane erano ancora abbastanza caratterizzate da un modo di suonare che tendeva a privilegiare il "legato", gli organisti tedeschi avevano già da qualche decennio abbandonato questa tecnica esecutiva (uno dei primi a praticare, seppure in modo assai personale, quest'evoluzione era stato Albert Schweitzer) per "ritrovare" un fraseggio ed uno stile squisitamente "barocco", che riusciva a riproporre le opere di Bach in un'ottica, per quei tempi, veramente nuova. Nei decenni seguenti (Anni Ottanta e Novanta del Novecento) ci saranno poi altri grandi organisti che, grazie ad approfonditi studi musicologici, perfezioneranno ancora la tecnica interpretativa bachiana, talora anche esasperandone alcuni aspetti; a quell'epoca, però, possiamo dire che le interpretazioni bachiane di Fölster erano sicuramente tra le migliori sul panorama discografico europeo.
Sull'organo possiamo dire che è, ancora oggi, uno dei più antichi e famosi della Germania. Come abbiamo detto, ai tempi dell'incisione di questo disco esso era ancora caratterizzato dalle modifiche fatte da Walcker nel 1926 che lo avevano notevolmente "appesantito" con l'aggiunta di una quarta tastiera a trasmissione pneumatica di carattere più "romantico". Queste modifiche verranno poi "eliminate" nel 1976 da Beckerath, che rimuoverà la tastiera aggiunta e riporterà tutto lo strumento alle condizioni originali (rifacendo anche una nuova consolle a finestra). Nel 2009, infine, sarà Kuhn a curarne un perfetto restauro.
Bisogna a questo proposito sottolineare come Eberhard Fölster, in questa incisione, tratti questo organo esattamente come se le modifiche fatte da Walcker non esistessero, ignorando completamente la quarta tastiera e, soprattutto, facendo largo uso del "Volles Werk", cioè degli insiemi compatti di Fondi e Ripieni, una tecnica di registrazione organistica "filologica" (le grandi opere di Bach, fughe comprese, si suonano, salvo diversa indicazione dell'autore, tutte con il Ripieno) che qui da noi è stata adottata -fin troppo alla lettera- una ventina d'anni dopo.
La presa di suono, per una produzione risalente a 55 anni fa, risulta molto buona e di grande qualità. Essa è stata effettuata utilizzando il sistema stereofonico, per quei tempi una novità, ma questo disco -come tutti quelli prodotti a quell'epoca- riportava la dicitura "Auch Mono Abspielbar" (Ascoltabile anche in Mono), ed era, quindi, ascoltabile anche sui normali grammofoni monoaurali di quei tempi (e tale era quello su cui lo ascoltammo noi la prima volta).
La veste grafica, come abbiamo detto, è poverissima. Sulla cover, sopra uno sfondo comune a diversi dischi di "classica" della Joker e che riporta un non meglio identificato spartito musicale manoscritto, è posta una parte in cui è riportato il titolo del disco, i pezzi contenuti (con due vistosi errori nei numeri di BWV) ed una foto dell'organo. In un'edizione "parallela" dello stesso disco (probabilmente dedicata al mercato internazionale), invece, lo sfondo è totalmente rosso ("copiando" lo stile dei dischi di classica editi nello stesso periodo dalla RCA). E' da sottolineare che in questo caso la fotografia rappresenta davvero l'organo di Lüneburg mentre nei dischi dedicati a Bach dello stesso organista e pubblicati dalla Joker negli anni seguenti le fotografie di copertina rappresentano sempre organi diversi da quello utilizzato per l'incisione (San Pancrazio di Amburgo). Sulla retro-cover, invece, sono riportati in piccolo, nella parte superiore e per due volte, gli stessi dati della copertina mentre la parte inferiore è dedicata alla "promozione" degli altri dischi di "classica" della Joker.
Trovare questo disco, oggi, è praticamente impossibile poichè appartiene alla prima serie della Joker. Negli anni successivi (dal 1971 in poi), come abbiamo detto, questa casa discografica produrrà altri dischi con questo interprete dedicati in modo più ampio alla musica di Bach e suonati su altri strumenti. Di questi dischi verranno poi create delle "compilations" e diverse successive edizioni (anche su CD) a cura di case discografiche diverse dopo la chiusura dell'attività della Joker (metà Anni Novanta del secolo scorso) e l'acquisizione dei diritti. Sulla rete (ad esempio su Spotify e Youtube) si possono trovare alcuni brani tratti da queste produzioni successive che comunque, a nostro parere, paradossalmente, si rivelano qualitativamente inferiori a quelli contenuti in questo disco.
Se volete ascoltarlo, al momento attuale avete due possibilità; trovarlo sulle bancarelle di dischi usati oppure fare una ricerca su Ebay sperando che qualcuno ne metta in vendita un esemplare. Buona Fortuna!



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