Logo Arretrati

Giacomo Rampini - 12 Organ Sonatas




Giacomo Rampini - 12 Organ Sonatas
Organista: Giancarlo Parodi
Organo della Chiesa dei SS. Simone e Taddeo di Borca di Cadore
CD - Rainbow Classics - DDD - RW 99306

Questa volta ci occupiamo di un'interessantissima produzione italiana che va a scoprire alcune pagine organistiche di un autore italiano che personalmente non conoscevamo prima d'ora e che, supponiamo, sia ancora sconosciuto al grande pubblico dei nostri lettori. Si tratta di Giacomo Rampini, un musicista di notevole levatura che visse ed operò a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo svolgendo le mansioni di organista presso il Duomo di Udine. Di lui non si sa la data di nascita; certo è che nacque a Rovigo e si trasferì dapprima a Padova, dove apprese l'arte musicale dallo zio, che là era organista titolare. Svolse poi attività di organista in diversi luoghi prima di approdare definitivamente ad Udine, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1811. E fu proprio durante la sua più che trentennale attività in quella città che produsse le sue opere, tra cui si possono ricordare una Messa per coro ed organo, diversi Motetti vocali con accompagnamento di orchestra o formazioni strumentali e diversi altri brani destinati all'uso liturgico. Le sue Dodici Sonate si affiancano alla produzione come opera a se stante. Non risulta definita precisamente la destinazione strumentale ma, com'era abitudine a quell'epoca, questo tipo di opere poteva essere eseguito sia al clavicembalo che all'organo.
Le Sonate di Giacomo Rampini seguono formalmente la strada delle Sonate dei decenni precedenti e molte analogie si possono riscontrare con le Sonate di Carl Philipp Emanuel Bach. Rampini, comunque, pur rivelando una squisita delicatezza nella creazione dei temi e nel loro accompagnamento, non disdegna di arricchire i disegni melodici con ornamentazioni e fioriture; analogamente, egli spesso arricchisce le parti armoniche di accompagnamento con variazioni che ne spezzano volentieri l'andamento per creare piacevolissimi diversivi che rendono l'insieme, se possibile, ancora più gradevole ed accattivante. L'autore, inoltre, inserisce volentieri anche quelle piccole dissonanze e quei procedimenti cromatici e ritmici propri dello stile galante che rendono queste sonate dei piccoli e gradevolissimi gioielli.
Non tutte le Sonate di Rampini, però, seguono la forma tripartita; alcune si compongono di soli due movimenti, altre, addirittura, si evolvono nell'ambito di un solo movimento veloce, ricalcando analoghe composizioni di altri autori operanti in Veneto in quel periodo (Gasparini, Pera, ecc.). In diversi casi, comunque, in alcune di queste dodici Sonate si percepiscono chiaramente anche accenni tipicamente mozartiani, e questo ci prova che Rampini possedeva anche una ben specifica ed approfondita conoscenza delle composizioni del genio di Salisburgo.
Si tratta quindi di una produzione discografica che se da una parte soddisfa i palati degli organofili più esigenti, dall'altra presenta un prodotto musicalmente gradevole anche per coloro che si accostano alla musica organistica con un atteggiamento più spiccatamente ludico e disimpegnato.
Dell'interprete, Giancarlo Parodi, ben poco si può dire oltre a quanto abbiamo già detto in una pagina a lui espressamente dedicata in passato. La sua fama ed il suo nome sono sufficienti per ricordare a tutti che stiamo parlando di uno dei più grandi organisti italiani. Inutile dire che l'interpretazione di queste Dodici Sonate è perfetta sotto ogni aspetto, a partire dallo spirito delle opere stesse, magistralmente colto e restituito nell'esecuzione, fino alla registrazione organistica, curata in modo particolarmente attento soprattutto nel sottolineare delicatamente le eleganti linee melodiche e nel dare la necessaria varietà timbrica a ciascuna sonata senza peraltro toglierle completezza ed unitarietà. In parole povere, si tratta di un'altra magistrale interpretazione di questo grande interprete il quale, tra l'altro, sfrutta al meglio la spettacolare tavolozza timbrica di un magnifico organo costruito da Gaetano Callido nel 1791 per la chiesa dei SS. Simone e Taddeo di Borca di Cadore. Questo splendido strumento possiede due tastiere di 47 note con prima ottava corta, pedaliera inclinata a leggio di 18 note e ventisei registri divisi in bassi e soprani. Restaurato una trentina d'anni or sono, esso ci propone ancora il suono dolce, pastoso e brillante al tempo stesso dei grandi strumenti dell'organaria italiana classica in cui le nuances di una splendida Voce Umana si alternano alla limpidezza delle file separate del Ripieno ed alla dolce robustezza dei Tromboncini mentre i brillanti Flauti dialogano amabilmente con gli squillanti Cornetti.
Un'ultimo cenno, come di prassi, all'aspetto tecnico dell'incisione. Registrato nel Luglio 1999, questo disco usufruisce di tutti i più moderni accorgimenti che consentono una presa di suono pressochè perfetta, che restituisce a meraviglia le particolarità timbriche dell'organo ed è praticamente priva di rumore di fondo.
In conclusione, un disco che consigliamo senz'altro a tutti e che anche dopo ripetuti ascolti riserverà sempre qualche graditissima e piacevolissima novità.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010