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Naji Hakim: Complete Organ Music - Vol. 1




Naji Hakim: Complete Organ Music - Vol. 1
Organista: Maxime Patel
Organo Eglise Notre-Dame des Neiges di Alpe d'Huez
CD - La Praye - DDD - DLP 0107

La recensione di questa pagina la dedichiamo al virtuosismo organistico. Si tratta infatti del primo volume delle composizioni di Naji Hakim, autore ed organista francese di origini libanesi che occupa un posto preminente nel panorama della musica organistica francese contemporanea e la cui produzione, sempre in crescita, è caratterizzata da una spiccata predilezione per gli aspetti tecnicamente virtuosistici dell'interpretazione. Attualmente organista alla Trinité come successore di Messiaen, Hakim ha seduto per otto anni alla consolle dell''organo del Sacré-Coeur di Parigi e, a dimostrazione della sua poliedricità, ha conseguito la Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Le sue composizioni, che prendono spesso origine dal servizio liturgico, non disdegnano echi di temi popolari, volate toccatistiche e spunti di musica prettamente contemporanea, andando a ritagliarsi un posto del tutto particolare nel panorama dell'odierna produzione organistica francese.
In questo disco, primo di una lunga serie, ci viene presentata la "Bagatelle", basata su un tema popolare della Lettonia, la "Sinfonie in honore Sancti Ioannis Baptistae", in cui ognuno dei tre movimenti prende le mosse da altrettanti temi gregoriani ("Ut Queant Laxis", "Ecce Agnus Dei" e "In Spiritu et Igni"), la "Fantaisie sur Adeste Fideles", spettacolare serie di scintillanti e pirotecniche variazioni sul notissimo canto natalizio, le più conosciute "Variations on two themes", una successione di dodici variazioni cesellate su due temi di salmi tratti dal "Salterio di Ginevra" del 1551, il "Canticum", in tre parti, ognuna delle quali parafrasa musicalmente un versetto del Cantico dei Cantici e dell'Apocalisse, i "Mariales", cinque brani che prendono origine da altrettanti temi gregoriani e, infine, "Memor", composto da Naji Hakim in memoria del padre di un suo amico. Anche questo brano trae spunto tematico da alcuni temi gregoriani e vuole espressamente testimoniare la fede cristiana in una vita al di là della morte.
Indubbiamente, la musica di Naji Hakim, anche nelle pagine più "abbordabili", richiede una preparazione tecnica ed un grado di virtuosismo esecutivo non comune che Maxime Patel, giovanissimo organista francese, all'età di soli ventiquattro anni si puņ permettere di sfoggiare senza alcun timore reverenziale e senza peraltro farla "pesare" più di tanto sul piano della maturità interpretativa, che egli possiede già in misura notevole e che gli consente di affrontare le notevoli difficoltà ritmiche e tecniche della musica di Hakim senza alcun problema. D'altra parte questo giovanissimo virtuoso dell'organo, che abbiamo avuto la fortuna di poter ascoltare dal vivo rimanendone molto ben impressionati, ha già al suo attivo diverse incisioni discografiche ed un repertorio di concerto che comprende, tra l'altro, anche gli studi della Demessieux. Concertista apprezzatissimo in Francia, ha già avuto modo di effettuare tournées in tutto il Mondo, riscuotendo enormi successi. In definitiva, possiamo dire che questo disco coniuga perfettamente musica ed interprete.
Per questa incisione Maxime Patel ha scelto un organo famoso, il Kleuker 1978 della chiesa di Notre-Dame des Neiges dell' Alpe d'Huez, strumento piccolo ma molto interessante, progettato da Jean Guillou e protagonista di innumerevoli incisioni discografiche. Se da una parte avremmo preferito uno strumento più "sinfonico", soprattutto tenendo conto del fatto che la produzione di Hakim prende le mosse dai grandiosi strumenti del Sacré-Coeur di Parigi, dall'altra non possiamo fare a meno di apprezzare gli splendidi registri di questo organo e, soprattutto, le sue caratteristiche timbriche e foniche, che lo rendono pressochè unico nel suo genere. A dire il vero, poi, ascoltando i brani di Hakim eseguiti su questo strumento se ne possono apprezzare più compiutamente alcune caratteristiche, cosa che un'esecuzione "sinfonica" non ci permetterebbe di fare.
Un cenno, infine, sull'aspetto tecnico dell'incisione, che è, effettivamente, stupenda. La presa di suono è perfetta sotto ogni aspetto e, soprattutto, è studiata in modo da privilegiare un suono il più possibile "pulito". Questo scopo viene raggiunto mediante una sistemazione di alcuni microfoni molto vicina alle canne, in modo da captare nel modo più pieno le caratteristiche di suono e di eliminare quasi totalmente echi e riverberi. In questo modo, se in un primo momento l'ascoltatore rimane un poco spiazzato dalla pressochè totale mancanza di quell'effetto di spazialità proprio del suono dell'organo, in seguito non si puņ fare a meno di apprezzare la purezza quasi assoluta del suono, fattore che ci permette anche di rimanere ulteriormente ammirati dal grado di tecnica esecutiva e di virtuosismo di Maxime Patel.
In conclusione, un disco che ci permette di scoprire diverse cose: la musica di un autore che merita assolutamente di essere valorizzata, un giovane organista che ci dimostra di avere tutti i numeri artistici per meritare la fama che critica e pubblico gli hanno finora tributato, ed uno strumento che si dimostra perfetto per l'esecuzione di qualsiasi tipo di musica e che ci dimostra, una volta di più, che non occorre essere di grandi dimensioni per essere effettivamente "grandi". A nostro parere, un disco che non puņ mancare nella nostra discoteca.



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