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L'Organo della Chiesa di S.Maria Assunta di Viverone




Antichi Organi del Canavese
Chiesa di S.Maria Assunta di Viverone

Organista: Roberto Cognazzo
Tromba: Ercole Ceretta
CD - Edizioni Leonardi Milano - DDD - LEOCD 018

Ed eccoci di nuovo a scoprire una bella produzione tutta italiana dedicata ad un altro splendido strumento della nostra storia organaria dell'Ottocento. Abbiamo già parlato da queste pagine dei Serassi, forse la più famosa e valente stirpe di organari italiani dell'Ottocento. Splendidi strumenti da essi costruiti testimoniano ancora oggi un periodo di grande splendore non solo dell'arte organaria, ma anche -fatte salve tutte le considerazioni musicologiche- organistica italiana. E ad uno degli strumenti costruiti da questi artefici è dedicato questo disco.
L'organo della chiesa Parrocchiale di Viverone, in effetti, non è neppure uno degli organi più famosi e conosciuti costruiti da Serassi, ma pur disponendo di una sola tastiera, di una pedaliera a leggio di diciotto tasti e di una disposizione fonica che ad una base fonica prettamente italiana classica affianca solamente alcune voci solistiche di tipo "orchestrale", ci stupisce con la sua personalità musicale e con la sua impostazione grintosa e sobria al tempo stesso.
Alla tastiera di questo strumento, quindi, ci va a nozze Roberto Cognazzo, che unitamente al valente trombettista Ercole Ceretta ci propone un repertorio piacevole, gradevole, spigliato ma non per questo meno "impegnato", che delle trascrizioni operistiche fa i suoi punti di forza e che fa di questa produzione discografica un'altra splendida occasione per conoscere ed apprezzare uno stile musicale prettamente e spiccatamente italiano ancora troppo poco conosciuto e valorizzato.
Dalla Sinfonia da "Il Matrimonio segreto" di Cimarosa fino alla Marcia dell'Incoronazione da "Il profeta" di Meyerbeer, Cognazzo e Ceretta ci fanno ascoltare Rossini (brani da "Il barbiere di Siviglia", "Cenerentola" e "Il Signor Bruschino"), Bellini (brani da "Norma" e da "Il Pirata"), Mercadante, Donizetti (brani da "La Favorita" e "Don Pasquale") e Verdi, senza dimenticare la "Pastorale e Balletto" di Giovanni Morandi, il tutto in un tripudio di Cavatine, Rondò, Romanze e tutto quanto ha reso -e rende tuttora- l'Opera Italiana la più famosa, conosciuta ed apprezzata nel Mondo.
Ascoltare questo disco ci ricorda uno dei precedenti dischi, della stessa collana, dedicato all'organo di Montanaro, dove Cognazzo -quella volta da solo- ci dimostrava quanta espressività, musicalità e, perchè no, divertimento si possano celare in pagine apparentemente "leggere" e "banali". Anche in questo disco l'organista, che -lo ripetiamo- è specialista nell'esecuzione di questo genere musicale, fa "cantare" e "ballare" questo Serassi, che se è abbastanza "piccolo" come dimensioni, si rivela "grande" nelle sue possibilità espressive, musicali e timbriche, che vengono mirabilmente messe in evidenza in diverse occasioni, in particolar modo -a nostro parere- nella Sinfonia de "Il Pirata" di Bellini dove -grazie anche ad uno splendido lavoro ai registri da parte dell'assistente- si direbbe di ascoltare un organo molto più grande dotato di almeno due tastiere e con molti più registri.
Ma se Cognazzo si esprime da par suo, anche Ercole Ceretta non brilla certo di luce riflessa. Tecnica profonda e molto precisa, musicalità intensa ma sempre controllatissima, espressività "ottocentesca" quanto basta e splendida cantabilità caratterizzano i brani in cui egli propone il suo determinante contributo, sempre presente nella giusta "misura" sia nei cantabili di più ampia espressività ("Casta Diva" dalla "Norma" oppure "Una voce poco fa" dal "Barbiere di Siviglia"), nei tratti di virtuosismo operistico più spiccato così come nella marziale ma al tempo stessa sinfonicissima Marcia di Meyerbeer, in cui egli sapientemente alterna sonorità possenti e "battagliere" a spunti di spiccato lirismo.
Questa produzione discografica, le cui incisioni risalgono a poco più di un anno fa, rappresenta quindi, a nostro modesto parere, un altro tassello importante e quanto mai azzeccato in quel vasto panorama che vede affacciarsi sempre più spesso alla ribalta un genere musicale organistico che troppi novelli profeti della filologia e del purismo a tutti i costi da anni avevano frettolosamente dato per spacciato. E sicuramente il connubio tra la musica e gli strumenti più adatti ad interpretarla, connubio che questa Casa Editrice persegue nelle sue produzioni, è il modo ideale per realizzare la rinascita e la rivalorizzazione non solo di un tipo di musica, ma anche di un'intera epoca musicale della nostra storia della Musica.
Tecnicamente, questo disco è all'altezza degli altri recensiti in precedenza. La presa di suono è sempre molto precisa, anche quando deve fare i conti con le sonorità concomitanti dell'organo e della tromba, senza mai penalizzare l'uno o l'altra e, anzi, riuscendo ad amalgamarle in modo perfetto. Rumore di fondo assolutamente trascurabile e presenza degli strumenti sempre molto curata e precisa, con grande rispetto per il giusto riverbero ambientale, che rende quanto mai "naturali" le condizioni di ascolto.
In definitiva, un'altra interessantissima e pregevolissima produzione che consigliamo caldamente ai nostri lettori.



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