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Orgel-Wunsch-Konzert im Ulmer Münster




Orgel-Wunsch-Konzert im Ulmer Münster
Organista: Friedrich Fröschle
Organo Monastero di Ulm
CD - AGK - DDD- AGK 12 223

La recensione di questa pagina riguarda una produzione "generalista" ma non per questo meno interessante. Anche questo disco è dedicato ad un organo, quello del Monastero di Ulm, grande strumento a cinque tastiere di carattere spiccatamente concertistico costruito da Walcker nel 1969 e poi successivamente ampliato e modificato. Alla consolle siede Friedrich Fröschle, organista titolare.
Dobbiamo dire subito che il repertorio presentato in questa incisione è particolarmente virtuosistico e scelto appositamente per mettere in evidenza da una parte le doti interpretative dell'organista e dall'altra le splendide possibilità timbrico-foniche di un organo veramente bello. Ecco quindi che l'apertura privilegia un brano "leggero" di Johann Sebastian Bach, il Concerto in Sol Maggiore BWV 592, a cui segue un "pezzo di bravura", il Prelude Op. 29 n. 1 di Pierné, opera caratterizzata da un virtuosismo squisitamente pianistico e che ci sciorina subito le notevoli qualità tecniche ed interpretative che Fröschle tiene in serbo.
Dopo un breve "relax", caratterizzato da un splendidamente cantato Adagio tratto dalla Toccata Adagio e FUga BWV 564 di Bach, si riprende l'arduo cammino nel virtuosismo organistico con la famosissima Toccata di Gigout, che prelude agli ultimi due brani della Suite Gothique di Boellmann, la "Prière à Notre-Dame" e l'altrettanto celeberrima "Toccata".
Le Variations de Concert Op. 1 di Bonnet vengono quindi a sollecitare la nostra ammirazione nei confronti dell'interprete, che le affronta con piglio, decisione e grandissima abilità. Abbiamo già detto in altre trattazioni che questo brano rappresenta un pò il banco di prova per quegli organisti che privilegiano lo sfoggio di virtuosismo tout-court e desiderano stupire l'uditorio con effetti speciali. Qui l'organista, pur dando sfogo a tutta la sua abilità, non si lascia forzare la mano e ci propone un'interpretazione che non tradisce la spiccata musicalità che caratterizza intimamente questo pezzo.
La Toccata e Fuga in Re Minore BWV 565 di Johann Sebastian Bach ci riporta per un momento nel mondo del contrappunto. Ce ne distacchiamo subito per ascoltare una bellissima trascrizione, opera dello stesso Fröschle, della "Hochzeitsmarsch aus der Schauspielmusik zu 'Ein Sommernachtstraum' Op. 61" di Mendelssohn, che altro non è che la strafamosissima "Marcia Nuziale" che siamo abituati -e talora costretti- ad ascoltare nelle nostre chiese abbondantemente menomata. Vale la pena di ascoltare questa trascrizione, veramente ben fatta, per farci un'idea da una parte, dell'abilità dell'interprete in questa arte e, dall'altra, di come questo brano possa essere proposto in modo corretto e coerente anche senza ricorrere a chissà quali espedienti.
Si passa poi ad un altro pezzo di bravura, la celebre Toccata dalla Quinta Sinfonia di Widor. Anche qui, nonostante le tentazioni insite nel brano, l'organista, pur dimostrando un virtuosismo notevolissimo, non perde mai di vista il filo musicale che percorre l'opera, riuscendo a farcela gustare in tutta la sua bellezza. Segue un altro brano altamente virtuosistico, il "Carillon de Westminster" tratto dai Pièces de Fantaisie di Vierne. Nonostante si tratti di un'opera fondamentalmente propedeutica al virtuosismo vero e proprio, le sue caratteristiche formali ne fanno un piccolo capolavoro, caratterizzato da un ampio respiro melodico e dalla gradevolissima musicalità data dalla notorietà del tema impiegato. Fröschle coglie qui al meglio tutte queste caratteristiche, confermandosi un interprete di grande valore e conferendo al brano anche un tocco personale e particolare con l'utilizzo del Glockenspiel nelle battute finali.
la Toccata "Schlafes Bruder" di Norbert Schneider fa specifico riferimento al romanzo "Le voci del Mondo", di Robert Schneider, che abbiamo recensito su queste pagine tempo fa. Questa composizione è l'ideale ricostruzione del brano che il protagonista del romanzo, Elias Alder, improvvisa all'organo di Feldberg durante il Cimento Musicale sul tema del corale "Vieni, Morte, sorella del sonno". Se l'improvvisazione del romanzo si protraeva per più di due ore, il brano di Schneider dura solo sette minuti, ma riesce abbastanza bene a rappresentarne il senso profondamente mistico seppur caratterizzato da un virtuosismo veramente spiccato.
Questo disco si conclude in bellezza, con il Finale dalla Prima Sinfonia per Organo di Vierne, altro pezzo altamente virtuosistico ed autenticamente sinfonico.
Come abbiamo visto, in questa produzione prevale l'aspetto tecnico e virtuosistico dell'interpretazione. Fröschle ci vuole dimostrare di saper fare bene il suo mestiere, e ci riesce perfettamente. Nato nel 1944 a Stoccarda, ha studiato alla Kirchenmusikschule di Eßlingen e alla Musikhochschule di Stoccarda. Dal 1982 al 1991 è stato Direttore Musicale presso la famosa chiesa di Sant'Anna (la "Fuggerkirche", dei cui organi parliamo in altre pagine) di Augsburg. Dal 1991 è organista titolare e Kantor al Monastero di Ulm, dove svolge la sua attività, a cui alterna concerti in tutto il Mondo ed incisioni discografiche. In questo disco egli ci dimostra appieno le sue capacità interpretative, caratterizzate da una splendida tecnica e da un virtuosismo che peraltro non si rivela mai fine a se stesso, bensì sempre finalizzato ad un'interpretazione che spinge in profondità la sua analisi musicologica.
Lo strumento, pur se di grandi dimensioni, non è assolutamente "pesante" e dimostra un equilibrio fonico che gli permette di passare senza problemi da Bach a Widor e da Mendelssohn a Vierne. Indubbiamente, il carattere sinfonico dell'organo è predominante ma non penalizza le abbondanti risorse timbriche neoclassiche che gli permettono di essere uno strumento davvero interessante, di indubbia bellezza e di notevolissima qualità fonica.
Il disco è stato realizzato fruendo di tutte le più moderne tecniche di registrazione, masterizzazione e post-produzione. La presa del suono è accuratissima ma in qualche sfumatura risente della grandezza dello strumento e della sua articolazione. Per questo motivo talora non è stato possibile curare al meglio la personalità di alcuni amalgama timbrici. Il risultato è comunque ottimo e di grande qualità e caratterizza molto bene questo disco che, sia per il repertorio che per l'interpretazione, riteniamo molto interessante e gradevole.



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