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The Pierre Schyven Organ - Antwerp Cathedral




The Pierre Schyven Organ - Antwerp Cathedral
Organista: Stanislas Deriemaeker
Organo Cattedrale di Anversa
CD - Unda Maris - DDD- UM-20271

Avevamo trattato in passato da queste pagine gli organi della Cattedrale di Anversa, tra cui il grandioso Schyven che campeggia imponente dalla tribuna centrale. E così, in occasione di un recente viaggio nelle fiamminghe terre, non abbiamo resistito alla tentazione di ascoltarne dal vivo il suono e di riportarcene a casa una testimonianza.
Diciamo subito che le musiche incise in questo disco hanno un duplice scopo. Il primo è di presentare una buona testimonianza della musica organistica belga romantica, moderna e contemporanea mentre il secondo è sviscerare le possibilità fonico-timbriche di questo grandioso strumento che si rivela essere una delle migliori realizzazioni dell'arte organaria belga di fine Ottocento e che nulla ha da invidiare a diversi e ben più blasonati strumenti di Franca Contea.
Dobbiamo dire che questa produzione discografica ci ha molto soddisfatto per diversi motivi, tra cui quello di avere affidato l'interpretazione a Stanislas Deriemaeker, che per oltre quarant'anni è stato titolare a questa consolle e che, praticamente, conosce alla perfezione la "creatura" e sa come farla esprimere al meglio. Un altro motivo è la scelta del repertorio, che è assolutamente perfetta e si attaglia all'organo come un vestito di alta sartoria. In effetti, eseguire (ed ascoltare) opere di Callaerts, Peeters, Franck, Verschraegen e dello stesso Deriemaeker su di un organo che rappresenta al massimo livello l'arte organaria belga di fine Ottocento è un vero ed autentico piacere.
Il disco si apre con la Toccata in Mi minore di Callaerts, autore che abbiamo già trattato in passato su queste pagine. Questo brano, poco conosciuto all'esterno della cerchia dei più stretti addetti ai lavori, è spettacolare nella costruzione e rappresenta un ottimo biglietto da visita per organo, organista e repertorio. Il meditato "Abdijvrede" di Flor Peeters ci apre una parentesi di meditativa tranquillità, seguito da tre opere importanti di altrettanti esponenti della musica belgo-fiamminga del Novecento, l'Allegretto (tratto dalla Piccola Suite per organo) di Clement d'Hooghe, il Corale "Placare Christe servulis" di Gabriel Verschraegen e la interessantissima "Music for Organ" di Deriemaeker.
A seguire una bella interpretazione della ormai fin troppo sfruttata "Suite Gothique" di Boellmann alla quale segue il Cantabile di un altro famosissimo autore belga che molti ritengono francese: César Franck.
Il Prelude n. 1 di Pierné introduce ad una terza parte del programma, che comprende l'Elevazione in La bemolle di Edouard Batiste, la tanto scontata quanto spettacolare Toccata dalla Quinta Sinfonia di Widor, il "Lied", tratto dai Pièce;s en style libre" di Vierne e, per finire, le emozionanti Litanies di Jehan Alain. Da notare, a questo punto, che Deriemaeker non conclude, come banalmente ci si potrebbe attendere, la sua performance con le suddette "Litanies", bensì con un altro piccolo, caratteristico e quanto mai rappresentativo brano dello stesso Jehan Alain, il "Postlude pour l'Office de Complies".
Stanislas Deriemaeker, abbiamo detto, è stato per oltre quaranta anni organista titolare alla consolle di questo organo e continua regolarmente a tenere concerti ed audizioni sui due organi della Cattedrale. Professore di organo al Conservatorio di Anversa, docente all'Istituto Lemmens di Mechelen e professore di teoria musicale all'Università di Louvain, questo notevole esponente del concertismo organistico belga degli ultimi decenni ci dimostra la sua esperienza e la sua arte interpretativa, che si basa sulle granitiche fondamenta della scuola organistica fiamminga del primo Novecento e che trae dai suddetti Callaerts, Peeters e Verschraegen lo spirito e l'anima più profonda di un'espressività tanto misurata quanto immediatamente recepibile e di grande impatto. La sua interpretazione, anche nei brani che più "attirano" le velleità di virtuosismo strumentale, non sconfina mai nel campo della spettacolarità fine a se stessa, ma tiene sempre come buon punto fermo il rispetto ed il controllo della musicalità che di questi brani costituisce l'anima.
In questo compito l'organista viene splendidamente supportato da uno strumento che oseremmo definire veramente di grande livello e che, a dispetto delle dimensioni del tutto rispettabili e della composizione fonica un poco "appesantita", rivela possibilità di raffinatezza e di leggerezza che spesso non sono retaggio degli organi romantico-sinfonici. In questo aspetto è doveroso apprezzare l'opera di Schyven, organaro belga di cui troppo poco si conoscono le splendide realizzazioni.
I brani presentati in questa recentissima produzione discografica (Luglio 2004) sono stati eseguiti da Deriemaeker in più riprese negli anni passati, e questo lo si sente chiaramente nella diversa presa di suono che caratterizza alcune interpretazioni rispetto alle altre. La qualità è, peraltro, ottima e, supportata dalle tecniche di registrazione e di post-produzione più recenti, ci offre un prodotto di altissimo livello tecnico che non presenta difetti nè imperfezioni. Questo è tanto più apprezzabile se teniamo conto del fatto che la grandezza e la disposizione fonica dello strumento, unite alla vastità e linearità dell'ambiente, che creano notevoli echi e riverberi, non facilitano certo il compito dei tecnici del suono e dei fonici.
In definitiva: ottimo disco, ottimo organo, ottimo organista ed ottimo repertorio. Da ascoltare.



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