Logo Arretrati

Oreste Ravanello - Organ Music




Oreste Ravanello - Organ Music
Organista: Domenico Severin
Organo del Duomo di Schio
CD - Rainbow Classics - DDD- RW20020133

Avevamo dodici o tredici anni quando avemmo il primo contatto con Oreste Ravanello. Nel senso che fu allora che ci capitò tra le mani, trovato nella polverosa cantoria della nostra parrocchia, il famoso "Metodo Teorico-Pratico per imparare a suonare l'Armonio e ad accompagnare il Servizio Divino", scritto da Luigi Bottazzo ed Oreste Ravanello ed edito dalla gloriosa casa musicale Casimiri-Capra di Cecilio Casimiri in Roma, casa musicale che avemmo in seguito l'onore ed il piacere di visitare a tre passi dall'elefantino di Piazza della Minerva pochi mesi prima della chiusura, trovandovi all'interno, qual vecchio solitario canuto e bianco, l'ultimo esponente della dinastia ed invenendo, tra i vecchi scaffali odorosi di polvere, alcune vere e proprie "chicche" musicali che ancora oggi conserviamo con cura.
Fu proprio su quel vecchio Metodo per Armonio che chi scrive fece i primi passi dello studio dell'organo e bisogna dire che quei semplici esercizi furono veramente propedeutici a quella che sarebbe diventata in futuro una vera e propria passione. Subito dopo, quindi, passammo allo stadio seguente, rappresentato, sempre di Bottazzo e Ravanello, da "L'Organista di Chiesa - Breve Metodo per Organo", in cui potemmo iniziare a cimentarci nello studio del pedale ed in cui, inoltre, era presente una nutritissima (ed interessantissima) antologia di brani per uso liturgico composti appositamente dai maggiori organisti e compositori del tempo.
Oreste Ravanello, quindi, fu per noi una figura importante ma, paradossalmente, subito dimenticata, poichè proseguendo nella scoperta dell'organo non trovammo più tracce di questo compositore così come mai, da allora fino ad oggi, siamo riusciti ad ascoltare "live" qualche sua composizione nelle centinaia di concerti organistici che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare in mezza Europa. Di contro, invece, abbiamo potuto apprezzare molto la figura e le opere di Marco Enrico Bossi, considerato il padre della moderna scuola organistica italiana, le cui opere si trovano regolarmente incise su dischi ed eseguite in concerto.
Questa disparità di trattamento è, a nostro parere, sia ingiusta che ingiustificata poichè, senza nulla togliere alla figura di Bossi, Oreste Ravanello fu un musicista maiuscolo, le cui composizioni risultano veramente interessanti e sicuramente meritevoli di occupare un importante posto nel panorama dell'organo italiano del Primo Novecento.
E' quindi con vivo e sentito piacere che abbiamo accolto l'uscita di questo disco, con il quale Domenico Severin celebra degnamente l'opera e la figura di questo musicista che, non dimentichiamo, fu uno dei maggiori esponenti del movimento ceciliano italiano e la cui opera risultò essenziale e fondamentale per la nascita dell'organo italiano moderno e della sua musica.
In questo disco, Domenico Severin ci offre una carrellata di brani che definire splendidi è -a nostro parere- riduttivo. La scelta spazia nella produzione di Ravanello traendone brani liturgici e da concerto, tutti di grande respiro e spessore e musicalmente bellissimi. Sono presenti quattro dei "Sei pezzi da concerto" Op. 50 tra cui il Preludio in forma di Studio, la Preghiera, l'Elegia e la Fughetta. In questi quattro brani troviamo una specie di "summa" dell'arte organistica di Ravanello e diversi aspetti della sua ispirazione, che vanno dalla profonda tecnica del Preludio alla meditativa intimità della Preghiera, dalle atmosfere estaticamente rarefatte dell'Elegia al contrappunto decisamente postromantico ed architettonicamente impeccabile della Fughetta.
Questo antipasto assai gustoso ci spiana la strada ad un vero e proprio "pezzo forte", il Tema e Variazioni in Si minore, opera di ampio respiro, destinata all'utilizzo esclusivamente concertistico, caratterizzata da un virtuosismo talora veramente esasperato e la cui interpretazione necessita di una tecnica di altissimo livello. Il fatto che questo brano Ravanello lo abbia dedicato a Ulisse Matthey, uno dei più grandi virtuosi dell'organo italiano del Novecento, la dice lunga su cosa si attendesse l'autore dall'interprete.
Seguono quindi i tre brani di "Mystica", una suite -anch'essa da concerto- che presenta un Noel dalle caratteristiche brillanti e virtuosistiche, nel quale gli stilemi caratteristici delle nostre pastorali o dei Noels francesi si presentano dapprima come fugaci accenni inghirlandati da volute virtuosistiche per poi sfociare in uno sviluppo dalle caratteristiche spiccatamente sinfoniche. Il secondo brano, "La Madeleine et le Divin Jardinier", rientra a pieno titolo nella categoria della musica descrittiva, in cui lo sviluppo tematico e timbrico rappresenta un susseguirsi di immagini e sensazioni talora contrastanti, ricordando talora il Vierne dei Pieces de Fantaisie ma discostandosene per un marcato accento lirico squisitamente italiano. "Gesù spira sulla Croce" conclude il trittico. Brano anch'esso descrittivo, unisce atmosfere di livida angoscia a sprazzi di sereno misticismo, conducendo l'ascoltatore sui passi del grande mistero del sacrificio Cristiano in cui gli spasimi mortali vengono sgranati su di un angosciante Tutti.
A seguire, un'altra opera squisitamente concertistica, la Fantasia per Organo, dedicata a Filippo Capocci, che se pur non raggiunge le vette di lirismo e di profondità espressiva del Trittico precedente, rappresenta una pagina di notevole ispirazione musicale e di grande respiro sinfonico in cui l'organo esprime tutta la sua potenzialità musicale.
Il disco si chiude con l'Adorazione per Organo, brano singolare per ispirazione e sviluppo, in cui ritroviamo gli sprazzi descrittivi di "Mystica" ai quali si unisce un sinfonismo organistico tardoromantico squisitamente orchestrale che rende quest'opera eccezionalmente solida sotto il punto di vista dello sviluppo formale e straordinariamente espressiva sotto il punto di vista dell'ispirazione lirica.
Domenico Severin, organista diplomato a Venezia, perfezionato in Francia con Naji Hakim ed attualmente titolare sul prestigioso Cavaillé-Coll di Colombes, concertista di rinomanza internazionale ed attento conoscitore, estimatore e valorizzatore della musica organistica italiana del Novecento, si dimostra qui splendido interprete, dotato di un bagaglio tecnico-interpretativo di altissimo valore, che spende generosamente ridonando voce e parola ad un compositore quasi dimenticato che merita tranquillamente e a pieno titolo il titolo di grande esponente dell'organo italiano moderno. Severin coglie con sensibilità e con intelligenza gli aspetti più propriamente significativi e caratteristici delle opere di Ravanello, restituendoci un affresco che sicuramente mancava nella galleria della discografia organistica europea, il tutto con grande tecnica, alto virtuosismo, profonda partecipazione ed evidente entusiasmo.
Il disco è stato registrato nel 2002 sul grande Mascioni 1942 del Duomo di Schio, uno strumento che per caratteristiche fonico-tecniche e per l'epoca in cui è stato relizzato, comprende in se tutte le caratteristiche peculiari dell'organo italiano post-riforma, perfettamente adatto per l'interpretazione di questo genere di musica. E dobbiamo dire che il connubio tra questo strumento e la musica di Ravanello produce ottimi e gredavolissimi frutti.
Tecnicamente, l'incisione è perfetta e supportata da una presa di suono e da procedimenti di post-produzione che si avvalgono di tutti i più moderni ritrovati della tecnica digitale. Il risultato è tecnicamente perfetto, senza rumori e senza alcun difetto riscontrabile "ad orecchio". Come per la recensione precedente anche qui, molto appropriatamente, l'effetto "ambiente" è stato lasciato in misura leggermente più abbondante, in modo da ricreare quell'atmosfera tipica che caratterizza l'ascolto "dalla chiesa". Se da una parte questo accorgimento può penalizzare leggermente la chiarezza e l'intelligibilità di alcuni passaggi altamente virtuosistici, dall'altra restituisce a questa musica la sua naturale cornice sinfonico-romantica che ne costituisce caratteristica fondamentale.
Ottima produzione, grande interpretazione, ottimo strumento. Sicuramente da acquistare ed ascoltare.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010