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Organ Music of Today - A personal route




Organ Music of Today - A personal route
Organista: Andrea Toschi
Organo Cattedrale di Bologna
CD - Calcante Recordings - DDD - cd045

Andrea Toschi è uno degli organisti italiani che ha sempre privilegiato itinerari organistici diversificati e mai banali, sia quando siede alla consolle del Facchetti 1519 della chiesa di S.Agostino di Modena, ove è titolare, sia quando si esibisce in concerto sui maggiori strumenti europei, dove riscuote sempre un notevole e meritato successo.
Questo disco è la sua prima incisione e, significativamente, è dedicata alla musica organistica contemporanea ed una delle sue particolarità consiste nel repertorio, la cui scelta è veramente al di fuori dei canoni solitamente seguiti in incisioni di questo genere. In effetti, la maggioranza degli autori che vengono presentati in questa incisione sono del tutto "nuovi" non solo nel panorama organistico, ma anche in quello discografico internazionale. A questo proposito basti pensare che molte delle opere qui rappresentate si trovano ancora nelle condizioni di manoscritto, e questo la dice lunga sulla assoluta novità e "personalità" della scelta del repertorio.
Possiamo ascoltare in questo disco quattro autori stranieri e tre italiani. Il brano più "vecchio" (le Variazioni su un tema popolare norvegese di Sløgedal risalgono al 1971) apre la rassegna, seguito dal Preludio-Corale sull'Ave Maria Aquileiese dell'udinese Antonio Piani, brano del 1988. A seguire la splendida "Danza a 5", estratta dalla "Suite de Dances pour Grand Orgue" composta nel 2002 da Marc Giacone, organista, improvvisatore ed eclettico compositore monegasco, dopodichè Toschi ci presenta "Masquerade", un brano composto nel 2001 ed a lui espressamente dedicato da Claudio Scanavini. La Pastorale (1972) di Mompou ci riporta un poco indietro nel tempo, per passare poi alla Sonatina Scherzosa, composta nel 1982 da Francesco Bellomi. Come finale, Andrea Toschi ci propone la Fuga-Bolero del polacco Marian Sawa, brano brillante che chiude veramente in bellezza questa incisione. Inutile dire che la maggior parte di questi brani li troviamo qui in prima incisione discografica assoluta, e questo è sicuramente uno dei numerosi meriti dell'organista e della casa discografica.
Dobbiamo doverosamente dire, a proposito del repertorio, che se la scelta ha certamente rispecchiato la sensibilità musicale dell'organista, questo non ha impedito, anzi ha -secondo noi- privilegiato, la buona fuibilità da parte del grande pubblico, che spesso si ritrova alquanto "spaesato" di fronte a produzioni discografiche di grande livello ma di contenuti decisamente difficili. Ascoltando questo disco ci si stupisce di quanto gradevole possa esserne l'ascolto anche "disimpegnato", cosa che peraltro non ne inficia in alcun modo il grande valore musicale, che gli addetti ai lavori potranno comunque gustare in tutta la sua interezza.
Andrea Toschi è solido e preparatissimo interprete. Lo conosciamo da tempo e ne seguiamo l'attività con interesse e curiosità, rimanendo sempre abbastanza stupiti dalla sua capacità di sapersi calare nelle maglie interpretative più ostiche, difficili e disparate. Le sue performances di musica antica sono assolutamente perfette ed improntate alla più rigorosa filologia storico-interpretativo-musicale, così come -e questo disco ne è un esempio lampante- egli si cala con squisita disinvoltura nei meandri della letteratura organistica moderna e contemporanea riuscendo a trarne letture originali, particolarmente interessanti, accattivanti e, soprattutto, mai ripetitive nè risapute. Questa incisione è sicuramente un primo passo di un percorso discografico che, ne siamo sicuri, ci dimostrerà ancora quante e quali frecce questo interprete abbia al suo arco.
Ma, sicuramente, Andrea Toschi è molto ben coadiuvato dallo strumento, il Paccagnella 1997 della Cattedrale di Bologna, organo meccanico di medie dimensioni e di splendida voce, praticamente "fatto su misura" per il repertorio che Toschi gli cuce addosso con la sapiente accuratezza di registrazione che ben gli conosciamo e che lo contraddistingue da sempre. Questo organo, tre tastiere e pedaliera, possiede una tavolozza timbrica molto variegata e ricca di timbri solistici che l'organista qui sfrutta al massimo e migliore livello possibile, traendone sonorità che raramente si ascoltano anche da strumenti di ben maggiori e storici blasone, imponenza ed importanza. Le sonorità sono schiette, chiare, ben spiccate e, soprattutto, dotate di una grande personalità, che viene fuori ampiamente in questo disco e che l'ascoltatore potrà gustare in tutte le sue sfumature.
Un ultimo cenno, come di prassi, sulla presa di suono. A prima impressione si rimane abbastanza stupiti di quanto la presa di suono sia "ravvicinata" allo strumento, tanto da sentire ben chiaramente i transitori d'attacco delle canne, cosa che presenta il rischio, come è successo nel caso di similari incisioni organistiche che abbiamo ascoltato in passato, di perdere per strada la visione fonica "complessiva" dello strumento, sacrificata sull'altare dell'esaltazione delle particolarità timbriche. Ma se questa è la prima impressione, alla resa dei conti questo pericolo non si concretizza mai, lasciando anzi lo spazio per una visione fonico-timbrica curiosamente dicotomica, che da una parte esalta al massimo tutte le voci di questo organo mentre dall'altra ci consegna un amalgama di Ripieni e di sonorità di una pienezza veramente impressionante, ancora più esaltata dal poderoso tempo di riverbero che la Cattedrale di Bologna presenta. Questa interessante e curiosissima particolarità della presa di suono, a cui non è estraneo il grande ed accuratissimo lavoro di produzione e post-produzione, rende questa incisione, se possibile, ancora più particolare ed interessante.
Siamo molto lieti di poter presentare in anteprima questo disco, che consigliamo volentieri a tutti i nostri lettori.



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