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Famous Dutch Organs




Famous Dutch Organs
Organisti: Ton Koopman - Piet Kee - Leo van Doeselaar - Wim van Beck - Wouter van den Broek - Jan Jongepier
Organi: Cattedrale di s-Hertogenbosch, chiese di S. Lorenzo di Alkmaar, S. Bavo di Haarlem, S. Michele di Zwolle, Onze Liewe Kerk di Breda, Stevenskerk di Nijmegen, Grote Kerk di Maassluis, Martinikerk di Groningen, Jacobijner Kerk di Leeuwarden e Waalse Kerk di Amsterdam
10CD - Brilliant - DDD - 9759

Parliamo ora di una produzione che, pur piazzandosi nell'area delle produzioni economiche, ci fornisce con poca spesa una grande documentazione strumentale e di repertorio, tutta incentrata su dieci famosi e storici organi olandesi. In effetti questo cofanetto di dieci dischi è dichiaratamente dedicato alla valorizzazione di dieci strumenti: lo Schnitger della chiesa di S. Lorenzo di Alkmaar, il Muller di S. Bavo di Haarlem, l'organo di autore anonimo della Cattedrale di s-Hertogenbosch, quello di S. Michele di Zwolle, quello della Onze Liewe Kerk di Breda, della Stevenskerk di Nijmegen, il Garrels della Grote Kerk di Maassluis, quello della Martinikerk di Groningen, della Jacobijner Kerk di Leeuwarden e, per chiudere in bellezza, il Muller della Waalse Kerk di Amsterdam.
Il repertorio scelto per illustrare questi strumenti è per la maggior parte di tipo barocco, con Ton Koopman che si ritaglia la parte del leone con tre Cd dedicati alle opere di Johann Sebastian Bach, mentre Buxtehude, Scheidemann, Muffat, Böhm, Bruhns e Carl Philipp Emanuel Bach sono gli autori più presenti. Non mancano però due dischi, interpretati da Wouter van den Broek, che ci presentano le grandi Fantasie Corali di Max Reger, mentre qua e là fa capolino qualcosa di Mendelssohn e, addirittura, Kodaly.
Trattandosi di un'edizione economica, la Brilliant -che è peraltro la casa discografica che ha edito la bella integrale organistica bachiana di Fagius e, ultimamente, la corposa integrale (170 CD) di Mozart- non sciala sulla documentazione. Scarne le note di copertina stampate sul cofanetto e addirittura desolanti i "libretti" all'interno dei dieci CD, ridotti ad un pieghevole di quattro facciate che porta in copertina la riproduzione di un quadro d'epoca ed all'interno una breve descrizione in inglese dell'organo a cui è dedicato il disco, la disposizione fonica e qualche riga di curriculum dell'interprete. Nonostante che questa produzione sia dedicata specificatamente agli strumenti, non troviamo neppure la foto di uno di questi (tranne quella presente sul cofanetto).
Ma, anche in questo caso, è all'interno dei dischi che si cela la sostanza. Ton Koopman non tradisce le aspettative e ci presenta un Bach maiuscolo, il Reger di van den Broek è perfetto e tardoromantico al punto giusto, il Bach di van Doeselaar non è da meno di quello di Koopman, mentre tutti gli altri si rivelano splendidi interpreti e confermano senza alcun dubbio che la scuola organistica neerlandese è una delle migliori in assoluto.
Ma chi fa la parte del protagonista sono, ovviamente, gli strumenti. Tutti questi organi vantano una storia onusta di glorie e di onori ed in questi dischi ci dimostrano che nonostante la loro venerabile età essi sono e rimangono tra i migliori organi al Mondo, testimoni di una scuola che non ha avuto eguali e da cui ha avuto origine una notevole parte dell'organaria europea moderna e contemporanea. Inutile dire che in queste dieci incisioni questi protagonisti della storia dell'organo europeo danno sfoggio di tutte le loro capacità fonico-timbriche, una vera e propria delizia per l'ascoltatore.
Tecnicamente le incisioni, realizzate negli anni tra il 1986 ed il 1991, sono ottime e confermano l'accuratezza e la perizia tecnica di questa casa discografica, che della qualità fa uno dei suoi punti di forza. La presa di suono è perfettamente conforme alla rappresentazione delle tavolozze timbriche dei vari organi, che ci appaiono veramente vivi e presenti. Rumore di fondo assolutamente fisiologico e grande accuratezza nella riproposizione dello spettro sonoro dell'organo, che, come ben sanno gli addetti ai lavori ed i tecnici del suono, non è per nulla facile da trattare.
Il tutto per una bella ed interessante produzione che se da una parte deluderà un pochino gli amanti dei corposi libretti a commento, delle belle foto e delle esaurienti note filologiche che oggi caratterizzano le produzioni discografiche, sotto il punto di vista della ricchezza e qualità del contenuto riserverà abbondanti e corpose soddisfazioni.



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