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Pagine Mozartiane




Pagine Mozartiane
Organista: Giancarlo Parodi
Organo chiesa di San Giulio di Cassano Magnago
CD - Audio Music Studio - DDD - AMS 44

Attendevamo al varco l'amico Giancarlo ed egli, puntualmente, ha soddisfatto la nostra attesa riservandoci, per quest'anno mozartiano, una delle sue "chicche".
Sappiamo tutti che il Genio di Salisburgo, nonostante che durante i suoi viaggi abbia calcato con vigore e con entusiasmanti successi le cantorie di mezza Europa, è stato particolarmente parco nel centellinarci le sue pagine organistiche, che si riducono a non più di tre-quattro brani. Sarebbe quindi stato logico attenderci un disco contenente le solite due Fantasie in Fa, l'Adagio ed Allegro e l'Andante KV 616.
Ed invece niente. Di questi pezzi in questo CD non c'è traccia. Ed è questa la grande sorpresa che Giancarlo Parodi ci riserva, perchè egli va oltre a tutte le aspettative e ci propone diverse pagine mozartiane (da qui il titolo del disco) tratte da frammenti completati in seguito oppure originariamente concepite per pianoforte e cembalo e realizzate per organo da altri. Ma passiamo a vedere cosa c'è di bello in questo disco.
L'Intrada e Fuga in Do maggiore KV 399 è tratta da una Suite pianistica scritta nel 1782 ed è stata realizzata organisticamente da Martin Haselböck. Con questo brano l'interprete ci introduce magistralmente in una delle parti meno note dell'Universo musicale di Mozart, proseguendo poi con tre brani (due Andanti Cantabili ed un Allegro KV 15) di spunto cembalistico e tratti dal Londoner Skizzenbuch, dove troviamo, trascritti per organo, diversi brani composti da un Mozart non ancora decenne.
Segue il Veroneser Allegro, che dal titolo tradisce le sue origini. In effetti fu composto a Verona nel gennaio del 1770 durante il primo viaggio di Mozart in Italia.
La Fantasia (Toccata) in Do maggiore KV 395 (più Fantasia che Toccata, per la verità), è rappresentata nella versione organistica di Dennerlein, che ne esalta il cromatismo e la complessità della forma. Ad essa succede la Fantasia in Re minore KV 397, che ricalca la forma delle antiche Fantasie organistiche barocche, originariamente incompiuta e con tutta probabilità completata da altri in seguito.
Seguono l'Adagio in Si minore KV 340 ed il Preludio e Fuga in Do maggiore KV 394 che rappresentano uno la maturità musicale di Mozart e l'altro la sua parte più "bachiana", testimoniata dalla bella Fuga a tre voci. L'Allegro e Fuga in Sol minore è per la verità la combinazione di due brani pianistici (KV 312 e KV 401) composti in tempi diversi, l'ultimo dei quali incompiuto. La versione qui presentata da Giancarlo Parodi è quella completata da Stadler nel 1802.
Andante e Fuga in La KV 402 è il titolo di questa composizione, originariamente composta per violino e pianoforte, che riprende le tecniche compositive bachiane e che voleva essere un omaggio al Kantor di Lipsia. Rimasta incompiuta, quest'opera è stata poi rielaborata per organo da Stadler e Proeger, che ne hanno anche composto il completamento. L'interprete qui non ci propone tale completamento, ma chiude il brano con la cadenza nel punto ove Mozart aveva interrotto la composizione. A questo brano segue la Fuga KV 153, tratta da un frammento di una trentina di battute poi completato da Sechter.
L'Adagio per Armonica a Vetri KV 356 è forse il brano più noto contenuto in questo CD, e fu scritto da Mozart per questo singolare strumento nel 1791. Pagina breve ma di elegante grazia e malinconica serenità, è un piccolo capolavoro.
L'ultimo brano del disco è la Leipziger Gigue KV 574, un piccolo omaggio che Mozart dedicò a Johann Sebastian Bach durante il suo viaggio a Lipsia del 1789 e nel quale sono presenti diverse tecniche formali e contrappuntistiche care al grande Kantor.
Giancarlo Parodi, di cui è perfettamente inutile tessere le lodi talmente la sua carriera musicale è nota, prestigiosa ed onusta di onori ed allori, in questa incisione non solo ci sciorina ancora una volta la sua magistrale arte interpretativa, ma ci regala un repertorio che per qualità, ricchezza e raffinatezza rappresenta un menu organistico e musicale che se da una parte soddisferà i raffinatissimi palati dei melomani più agguerriti, dall'altra rappresenta anche uno splendido regalo per gli ascoltatori meno avvertiti.
Bisogna anche dire che una buona parte di merito se la ritaglia anche l'organo, un bello strumento realizzato nel 1990 da Torri per la chiesa di San Giulio in Cassano Magnago, che nella composizione fonica delle sue due tastiere e pedaliera racchiude lo zoccolo duro della migliore scuola organistica classica italiana e che splendidamente si presta per l'esecuzione di queste pagine.
Tecnicamente, come tutte le produzioni che già abbiamo recensito di questa Casa Discografica, l'incisione è perfetta. Le registrazioni, effettuate nel Luglio dello scorso anno, ci presentano una dinamica perfettamente aderente a tutte le sfumature della tavolozza timbrica di questo strumento ed una presa di suono accuratissima e senza sbavature. Rumore di fondo trascurabile, sonorità sempre ben presenti ed adeguatamente sottolineate e grande cura nella fase di post-produzione sono alcuni dei punti di merito di questo disco.
Un cenno particolare, infine, lo dedichiamo al libretto a corredo del disco, che consigliamo vivamente di leggere prima dell'ascolto, ed il cui sostanzioso e brillante testo è opera della penna di uno dei più grandi rappresentanti della musica organistica (e non solo organistica) italiana degli ultimi sessant'anni e che risponde al nome, nientepopodimenochè, di Giuseppe Radole.
A nostro modesto parere, e non solo per la particolarità del repertorio rappresentato, è un disco fondamentale per la nostra discoteca.



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