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Tradizione Organistica Trentina




Tradizione Organistica Trentina
Organista: Giancarlo Parodi
Organi: Chiesa di Isera e Basilica di S. Maria Maggiore di Trento
CD - Audio Music Studio - DDD - AMS 45

A poco più di un mese di distanza dalle incisioni che abbiamo trattato qualche pagina fa, per non tradire neppure per un attimo la sua fama di "mostro sacro" dell'interpretazione organistica, trasferiti spartiti e bagagli dal Varesotto al Trentino, il buon Giancarlo Parodi si è seduto alla consolle di altri due splendidi organi italiani per incidere quella che, per ora, è la sua ultima fatica discografica e che, come sempre, ci propone un'altra "chicca" organistica di grande valore e che ci rappresenta duecentocinquanta anni di musica organistica trentina.
In effetti, come ben è sottolineato nell'ampia ed accurata presentazione del libretto, la scuola organistica trentina ha sempre attraversato la storia della Musica in una posizione di preminenza, dovuta principalmente alla bontà delle sue varie Cappelle Musicali, ma anche alla profonda esperienza musicale dei suoi rappresentanti, che per cinque secoli si sono dimostrati profondi conoscitori ed esperti dell'arte compositiva organistica, strumentale e vocale, senza aver nulla da invidiare ad altri e ben più conosciuti e celebrati musicisti.
Dunque, in questo Cd il Giancarlo Nazionale ci prende per mano e ci accompagna alla scoperta di duecento anni di organo tridentino, partendo da Giovanni Maria Zandonati, kapellmeister in quel di Rovereto tra il 1754 ed il 1831, compositore solido e straordinariamente prolifico di stile spiccatamente mozartiano, a cui si debbono la bellezza di duecentoquarantatre Sonate per Organo, oltre ad una nutrita quantità di Messe e brani liturgici. Di lui possiamo qui ascoltare due Sonate, intercalate da un Adagio ed un Andante, il tutto quasi a formare una unica composizione.
Seguono tre sonate per organo di Francesco Ferrari, successore di Zandonati, che già segnano in modo abbastanza definito il divenire della musica organistica dell'ottocento italiano, che progressivamente si distacca dalle forme classiche per inglobare stilemi più spiccatamente orchestrali e propri della vocalità operistica. Tutto questo si ritrova in queste tre sonate in cui, su di una tessitura formale ancora abbastanza legata alla sonata classica, Ferrari incastra diversi spunti di figurazioni melodiche e ritmiche tratte dalla musica teatrale della prima metà dell'Ottocento, confermando la sua vocazione alla composizione di musica "alla moda".
A questo punto cambio di orizzonte e di strumento. Dal classico organo della chiesa di Isera ci trasferiamo sul famoso Serassi-Mascioni della Basilica di Santa Maria Maggiore in Trento, simbolo della rinascita della scuola organaria italiana dopo gli eccessi della "Riforma" e punto di partenza per tutto quel movimento organario che dal 1930 ad oggi ha prodotto i suoi migliori frutti.
Siamo in piena rinascita organistica italiana e Giuseppe Terrabugio è uno degli esponenti tridentini di questo nuovo corso che, cassati i legami con la musica "operistica", riprende le fila di un discorso che si riappropria delle raffinatezze contrappuntistiche, delle melodie gregoriane e di una musicalità che della sobrietà e della spiritualità unite alla melodiosità propria della musica italiana fa tesoro e punto di forza. E questa nuova sensibilità organistica la si sente tutta nei due brani di questo autore, di solida scuola germanica e di raffinata ispirazione italiana: il Preludio per Messa da Gloria e lo splendido e struggente Adagio Funebre "Requiem Aeternam" tratto dalla Sonata Op. 91.
Di carattere fortemente descrittivo i due brani seguenti di Attilio Bormioli, un Intermezzo caratterizzato da una serena linea melodica di grande suggestione, e l'Angelus, in cui la rappresentazione musicale dei rintocchi delle campane quasi ce li materializza, mentre uno sviluppo dinamico e timbrico di grande raffinatezza caratterizza il tema che appare nella parte centrale del brano quasi a modo di corale, per poi avviarsi verso una serena conclusione nello spegnersi dei rintocchi.
Tre brevissimi brani di Ezio Michelotti (1934-1993) ci portano in un ambiente musicale che si nettamente distacca dalla destinazione liturgica per proiettarsi nella visione più recentemente "profana" dell'organo. "Preludio", "Sarabanda" e "Giga" da queste forme prendono qui in prestito solamente i titoli e le essenziali formulazioni ritmiche, sulle quali l'autore costruisce armonie dissonanti e contrasti timbrici propri della scuola organistica italiana moderna.
La conclusione di questo Cd è riservata alle due "Frasi", brano composto da Camillo Moser (1932-1985). In questi brani vengono riprese alcune tecniche compositive proprie della musica organistica contemporanea e sperimentale. Clusters, formulazioni ritmiche complesse, modalità elaborata fin quasi all'atonalità e risorse timbriche dello strumento spinte al limite dell'espressività caratterizzano queste composizioni che, seppur senza mai sfociare in una totale sublimazione formale e timbrica alla maniera dei vari Yun, Szathmary, Ligeti, Englert, Matsushita e dello stesso Berio, rappresentano uno splendido esempio di musica organistica italiana contemporanea assolutamente meritevole di attenzione e considerazione.
Non parleremo qui dell'interprete; è sufficiente il suo nome e la sua fama. I due organi, invece, sono perfetti per il compito loro assegnato. Splendidamente tardo-settecentesco il "Zavarise 1802" della chiesa di Isera, con le sue spettacolari timbriche italiane classiche adeguatamente rinforzate da pochi ma sapienti "innesti" di registri più "coloristici". Semplicemente spettacolare quello di Santa Maria Maggiore in Trento, peraltro sfruttato al meglio delle sue possibilità espressive da Parodi soprattutto nei brani più coloristici ed evocativi.
La casa discografica è la stessa della precedente recensione e non possiamo fare altro che sottolineare, ancora una volta, la bontà di questa produzione e la sua perfezione tecnica.
Un'ultima nota. Uno dei sottotitoli di questo disco recita "Musica da ascoltare ad occhi chiusi". Ciò è assolutamente vero, e non solo in senso figurato e metafisico. In effetti questo CD è stato prodotto dalla Sezione Provinciale di Trento dell'Unione Italiana dei Ciechi. Anche per questo motivo consigliamo caldamente e vivamente questo disco ai nostri amici lettori.



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