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L'Organo della Chiesa di S.Emiliano di Cigliano




Antichi Organi del Canavese
Chiesa di S.Emiliano di Cigliano

Organista: Massimo Gabba
CD - Edizioni Leonardi Milano - DDD - LEOCD 028

Ci fa molto piacere recensire questa ultima produzione dedicata agli Antichi Organi del Canavese e realizzata con la consueta perizia e professionalità dalle Edizioni Leonardi di Milano, delle quali già abbiamo trattato alcuni pregevoli dischi in passato e che continuano sempre a stupire per la bontà del repertorio, la particolarità degli strumenti e la valenza degli interpreti.
Questa volta il protagonista è un bel Serassi, costruito nel 1834 per la chiesa parrocchiale di Cigliano, in quel di Vercelli, e restaurato recentemente da Marzi, sul quale l'organista Massimo Gabba si produce in un repertorio che, se da una parte solleva qualche perplessità sotto l'aspetto strettamente filologico, dall'altra è molto adatto per sottolineare tutte le caratteristiche timbriche e foniche di questo pregevole strumento.
In effetti, come è ben evidenziato nel libretto a corredo, le idee guida del repertorio di questo disco sono la Variazione e la Trascrizione e dobbiamo dire che i brani presentati sono altamente rappresentativi di questo tipo di musica, anche se personalmente avremmo preferito che questi generi fossero rappresentati da brani ed autori più "organici" allo strumento ed alla sua epoca.
Il disco si apre con un indiscusso ed indiscutibile "monumento" alla variazione: le Partite Diverse su "Sei gegrüsset, Jesu Gütig" di Johann Sebastian Bach. Dobbiamo dire che, abituati ormai ad ascoltare questo brano confezionato su strumenti neo-barocchi le cui sonorità sono spesso e volentieri "arricchite" da transitori d'attacco più che spiccati, sentirlo ben sottolineato dalle sonorità piene e rotondamente serassiane di questo organo ci sorprende piacevolmente e ci ci convince ancora di più che per interpretare le opere del Kantor di Lipsia non è sempre "necessario" un organo tedesco barocco, e neppure una delle sue brutte copie moderne.
La bella trascrizione del Concerto in Mi minore RV 275 "del Sig. Antonio Vivaldi", opera di Johann Gottfried Walther sotto Opus LV 133, ci traghetta elegantemente nell'epoca dell'organo italiano ottocentesco di carattere "orchestrale". In effetti la Sinfonia in Re Maggiore di Felice Moretti (nome di religione: Padre Davide da Bergamo) eseguita su questo robusto Serassi rappresenta, a nostro sindacabile giudizio, la "perla" di questo disco sia per la sentita e grintosa intepretazione, sia per il fatto che questo è il repertorio ideato, nato e realizzato per questo tipo di organi e, conseguentemente, è in questo brano che troviamo la migliore corrispondenza tra musica, strumento ed interprete. E' da rimarcare molto positivamente il fatto che per l'incisione di questo brano nell'organo sono stati reinstallati gli strumenti a percussione della "Banda" (Piatti, Sistro, Tamburo e Rollante) che erano stati eliminati in occasione di un "rifacimento" effettuato verso la metà del Novecento.
Il disco termina presentandoci una corposa trascrizione, appositamente realizzata dall'interprete per questo strumento, dei "Quadri di un'esposizione" di Mussorgsky. Nel corso dei decenni abbiamo ascoltato trascrizioni di quest'opera nelle più svariate e variegate versioni, da quelle più "classiche" a quelle "pop" (E.L.P.), da quelle "elettroniche" (Tomita) alle molte e svariate realizzate per organi di ogni tipo e genere (una per tutte: Guillou), ma questa è la prima che ascoltiamo per organo ottocentesco orchestrale e dobbiamo dire, sinceramente, che Gabba ha cucito questa trascrizione addosso alle sonorità di questo strumento, esaltandone le voci e realizzando fusioni di timbriche veramente interessanti. Abbiamo anche apprezzato l'approccio ben meditato e sicuramente molto meno "frenetico" di questa interpretazione rispetto a diverse e recenti interpretazioni "da corsa" di questo brano.
Massimo Gabba è giovane e valido organista, con una robusta scuola e già sostanziosa esperienza. La sua tecnica è precisa ed accurata ed il suo approccio alle partiture è ragionato ed accuratamente approfondito. Questo disco, assieme agli altri che già ha inciso, gli apre sicuramente più ampi orizzonti di evoluzione artistica e di affermazione personale, evidenziando doti musicali di notevole spessore.
L'organo è il Serassi che ci si attende: bassi robusti e corposi, piramide dei Principali compatta su cui si innestano ripieni brillanti e senza sbavature, registri "orchestrali" di grande spessore espressivo e di eccezionale delicatezza, ancie nette e squillanti e personalità "sinfonica" da vendere. Perfetto.
La realizzazione tecnica, a partire dalle registrazioni, effettuate non più tardi di quattro mesi fa (Marzo 2006), fino al montaggio finale, è ottima e perfettamente in linea con gli standard di questa casa discografica, che ha fatto della bontà tecnica uno dei suoi punti di forza, così come già abbiamo avuto modo di sottolineare in queste pagine. La presa di suono è impeccabile, con tutte le sonorità adeguatamente evidenziate ma sempre tenendo ben presente l'amalgama complessivo, che rappresenta il nocciolo fonico attorno al quale ruota tutta l'incisione. Mixaggio, editing, montaggio e post produzione di alto livello ci consegnano questo bel disco, che consigliamo volentieri ai nostri amici lettori.



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