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Orgues en Duos




Orgues en Duos
Organisti: Daniel Pandolfo e Juan Paradell-Solé
CD - Disques Pamina - SPM 1520 393

A parte alcuni casi specifici, non è frequente trovare incisioni discografiche di due organisti su due organi nella stessa chiesa. Questo disco rientra nella casistica delle doppie performances di altissimo livello artistico, musicale e tecnico e ci presenta due strumenti prestigiosi ed importanti splendidamente utilizzati da due grandi organisti, Daniel Pandolfo ed il nostro caro amico Juan Paradell-Solé, che ci propongono un repertorio di musiche splendide, adattissime agli organi e di grande spessore artistico e musicale.
Inserito nella collana Collections des Orgues d'Alsace, questa produzione è dedicata ai due organi della chiesa neogotica di Obernai, graziosa città più o meno a metà strada tra Colmar e Strasburgo, in cui troviamo uno splendido Merklin costruito nel 1881 ed un più recente Koenig del 1992, entrambi perfettamente funzionanti (tra l'altro il Merklin è stato restaurato nel 2001) e magnificamente accordati tra di loro. Utilizzarli insieme era quindi una tentazione troppo forte per i nostri due interpreti, ed i risultati sono ottimi ed abbondanti.
E perciò, via ad incominciare con il brano che più si presta per mettere in evidenza le caratteristiche dei due organi, il Grand Choeur Dialogué di Gigout il quale, pur non specificatamente concepito per due organi, con la sua costruzione ad episodi alternati di domanda-risposta, risulta splendido per sottolineare le foniche di questi due strumenti e per aprire in grandiosità, potenza e bellezza questo disco. Ed in effetti Pandolfo alla consolle del Koenig e Paradell a quella del Merklin si presentano in tutta la loro splendida tecnica interpretativa, preparando il terreno ad un ascolto veramente interessante ed affascinante.
E' poi la volta di Juan Paradell, sempre sul Merklin, che ci propone la Pièce Symphonique Op. 25 di José Maria Usandizaga, uno dei maggiori esponenti della musica iberica ottocentesca, a cui segue il Cantabile con divozione di Franz Liszt, in cui ritroviamo anche Pandolfo alla consolle del Koenig.
E' poi il grandioso Merklin 1881 a prendersi la scena nei due brani seguenti, la Marche Triomphale di Hocmelle interpretata da Daniel Pandolfo, e le splendide Variaciones sobre un tema vasco di Guridi, altro grande esponente dell'ottocento organistico spagnolo e, in questo caso, basco.
A proposito, vi ricordate il tema della sigla della famosa serie televisiva del 1955 (poi arrivata in Italia negli Anni Sessanta) dedicata ad Alfred Hitchcok?... Bene, eccovelo qui presentato in una splendida trascrizione da Pandolfo (Koenig) e Paradell (Merklin) e, ovviamente, correttamente denominato con il suo vero titolo: Funeral March of a Marionette di Charles Gounod, a cui segue, sempre dello stesso autore, la Sérénade, brano di carattere tranquillo e di intensa melodiosità.
Daniel Pandolfo si siede quindi alla consolle del grande Merklin e ci propone la Toccata di Nieland in tutta la sua sfavillante brillantezza ritmica e la sua grandiosa conclusione.
Cambio alla consolle del Merklin e Juan Paradell ci propone i tre pezzi (Prélude, Cantilène et Scherzando) per organo di Pierné, forse i suoi brani più conosciuti ed apprezzati in cui raffinata tecnica, grande ispirazione, spiccatissima musicalità e stilemi fortemente impressionisti si amalgamano in un insieme di grande impatto musicale.
La conclusione di questo disco è splendida come il suo inizio. L'Andante e la Sonata Finale di Petrali chiudono in bellezza questa interessantissima produzione.
Ovviamente, essendo questo disco formalmente "dedicato" agli organi, è su di essi che si soffermano le nostre prime impressioni. Certamente, guardando le disposizioni foniche e tenendo conto dei centoundici (!) anni che li separano, ben difficilmente si potrebbe pensare che questi due strumenti possano andare d'accordo sia come foniche che come impostazione di base (grandiosamente sinfonico il Merklin, spiccatamente ed essenzialmente neoclassico il Koenig). Ma questo disco smentisce e smonta tutte queste pregiudiziali senza lasciarci scampo, e con discreta sorpresa e grande piacere "organistico" dobbiamo renderci conto che questi due organi non solo stanno benissimo insieme ma, anche, instaurano tra di loro, complici anche i due interpreti, un rapporto di intima e reciproca collaborazione che se da una parte preserva rigorosamente le loro caratteristiche tecnico-fonico-timbriche, dall'altra le integra e le arricchisce reciprocamente, proponendoci una simbiosi organario-organistica che raramente si può trovare diversamente.
E ora gli interpreti. Pandolfo, di italica paternità, organista titolare già all'età di dodici anni, laureato in Lingua e Letteratura Italiana, organista ed improvvisatore perfezionatosi con Cochereau e direttore d'orchestra, è uno dei più apprezzati e famosi interpreti francesi, che spesso dedica le sue attenzioni musicali anche alla musica organistica italiana, di cui ha anche effettuato incisioni discografiche. In quest'occasione, per buona misura, è anche autore della traduzione italiana del testo del libretto a corredo del disco.
Juan Paradell-Solé, spagnolo, allievo di Montserrat Torrent prima e di Mons. Valentino Miserachs poi, italiano di adozione dal 1973, titolare alla consolle del grande organo della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, è uno dei più attivi esponenti del concertismo organistico internazionale. Perfezionatosi con Kaunzinger, svolge intensissima attività concertistica in tutto il Mondo ed è anche molto attivo nell'organizzazione di manifestazioni concertistiche. Nelle sue performances (ed anche in questo disco) presenta sempre brani organistici di autori della sua terra.
Pensiamo che la bravura, l'esperienza, la perizia e sicurezza di questi due grandi interpreti unite tra di loro sia una delle carte vincenti di questa incisione. Troviamo infatti un affiatamento perfetto, una simbiosi interpretativa talmente precisa e senza sbavature che ad un ascoltatore non avvertito sembrerebbe di ascoltare un solo organista ed un solo organo.
Ultimo pensiero, infine, per l'aspetto puramente tecnico dell'incisione. Le registrazioni sono state effettuate neanche sei mesi fa, a Giugno, e tutto il lavoro di montaggio e post-produzione, come è caratteristica di tutte le produzioni di questa casa discografica, è stato effettuato senza apportare alcuna modifica ai master. Se pensiamo che non vi sono rumori di fondo apprezzabili e che la spazialità dei due strumenti è splendidamente aderente alla situazione ambientale reale, nonostante le enormi difficoltà che comporta la registrazione in contemporanea del suono di due organi posti in luoghi differenti dello stesso locale e con tutti i problemi di echi e riverberazioni che ciò comporta, possiamo assolutamente dire che questa incisione è tecnicamente perfetta e merita una votazione di eccellenza.
Insomma, un disco da acquistare sicuramente.



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