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Roberto Scarpa Meylougan plays Shosta and Johann




Roberto Scarpa Meylougan plays Shosta and Johann
Organista: Roberto Scarpa Meylougan
CD - Real Sound - RS 051-0120

Con molto interesse abbiamo ascoltato questa ultima fatica discografica di Roberto Scarpa Meylougan e con molto piacere la presentiamo ai nostri amici lettori.
Come avrete certo immaginato dallo spigliato sottotitolo, questo disco non appartiene al mondo delle produzioni discografiche organistiche seriose, paludate, imponenti, importanti e sussiegose a cui siamo abituati. Si tratta, essenzialmente, di un divertissement musicale che, però, dietro alle sue parvenze di disimpegno, cela una robustezza di repertorio, di tecnica interpretativa e di contenuti che ne fanno una produzione assolutamente interessante e da non sottovalutare sbrigativamente.
Alla base di questa scelta (i brani presentati sono tratti da "Puppentänze" di Dmitrij Shostakovich e dal "Notenbüchlein für Anna Magdalena Bach") Roberto Scarpa mette una filosofia nuova/vecchia, che si condensa in una piccola ma significativa frase: "La vera musica per tutti... nel 1700 circa con Johann, nel 1950 circa con Shosta.", frase che racchiude al suo interno diversi e molteplici altri argomenti di approfondimento e di discussione su quella che si definisce oggi "fruizione musicale" ma che, alla resa dei conti, è semplicemente il motivo per cui tutti noi ascoltiamo musica ed assistiamo ad eventi musicali: il divertimento, qui visto non come un banale disimpegno mentale, ma considerato nella sua accezione più corretta e significativa, quella di ampliare la propria cultura e diversificare le proprie conoscenze. Roberto Scarpa ci fornisce, a questo proposito, una sua motivazione, che si riassume in queste parole: "Il pubblico deve conoscere, deve sapere, deve recarsi a concerto con uno scopo ben preciso: il divertimento e la cultura musicale. Questo tipo di emozione, oramai, non esiste più. L'allontanamento del pubblico ai concerti d'organo è dato dal continuo e perseverante bombardamento di musica sconosciuta di difficile apprendimento anche da parte delle persone competenti nel campo musicale.".
Personalmente condividiamo solo parzialmente questa disamina, ma tra le sue pieghe intravediamo diverse verità di fondo che possono essere agevolmente applicate anche ad altri tipi di cultura, anche non musicale.
Condividiamo invece pienamente la scelta del repertorio poichè, come sottolinea giustamente l'interprete, "Come in una favola per bambini, critici quanto basta, ci siamo permessi di unire due pilastri della cultura per dimostrare che è possibile divertirsi ai concerti d'organo.". E sicuramente la facilità di ascolto di questi brani, che peraltro racchiudono in essi la personalità del sommo Kantor di Lipsia e di uno dei maggiori musicisti del Novecento, è una caratteristica che rende questa produzione discografica molto piacevole e gradevole all'ascolto.
Ma, scorrendo le note del pieghevole che troviamo all'interno del disco in luogo del classico libretto, troviamo anche un altro motivo per cui Roberto Scarpa ha intrapreso questa avventura discografica, un motivo che da una parte è un atto di amore verso questo strumento meraviglioso che è l'organo e dall'altra una reazione ad una situazione che, almeno qui da noi in Italia, è ormai generalizzata. Ma setniamo cosa ci dice: "Children vuole essere una rivendicazione musicale contro le imposizioni e costrizioni volute dalle Curie Patriarcali che limitano l'uso dello strumento a canti liturgici improvvisati, senza tenere conto dell'enorme fatica compositiva di centinaia di cervelli geniali che proprio a questo meraviglioso concentrato di genialità fisica ed ingegneristica hanno dedicato la vita, la preghiera e la speranza.". Più chiaro di così....
Ed anche gli strumenti utilizzati per questa incisione rientrano pienamente nello spirito che anima questa produzione. Si tratta degli organi della chiesa del Corpo di Cristo (Duomo) di Valvasone, un positivo del diciassettesimo secolo ed uno dei più antichi e pregevoli strumenti di scuola veneta esistenti, realizzato da Vincenzo Colombi (che però, pur operando in Venezia, era originario di Casale Monferrato) tra il 1532 ed il 1535 e restaurato nel 1999 da Zanin. Questi pregevoli strumenti, con le loro tavolozze timbriche assolutamente particolari, si rivelano naturalmente splendidi per il repertorio proposto con grazia ed eleganza da Roberto Scarpa.
Dell'interprete non dobbiamo dire molto di più di quanto abbiamo già detto in occasione di precedenti recensioni di sue opere meno "divertenti" e più "impegnate". Continuiamo a rimanere letteralmente affascinati dalle sue doti tecniche e dalla sua personalità musicale completa, totale e fortissima, che risente di una formazione solida ed approfondita con maestri del calibro di Guillou, Chapuis e Litaize, tutti ben presenti nella sua visione interpretativa, rigorosa, energica, accuratissima e sempre dritta al nocciolo del problema: la musica, il suo significato ed il suo linguaggio intesi come metodo privilegiato di comunicazione e di condivisione.
Le registrazioni sono state effettuate tra il 16 ed il 18 Luglio dello scorso anno e sono perfette sotto ogni punto di vista. Presa di suono spettacolarmente viva e presente (si sentono quasi "respirare" gli organi), ampia spazialità sonora e rumori di fondo praticamente assenti rendono questa incisione un piccolo capolavoro.
Per tutti questi motivi, consigliamo vivamente questo disco ai nostri amici lettori, in attesa della prossima performance di questo organista, che saranno le Ouvertures di Rossini trascritte dallo stesso Roberto Scarpa ed interpretate sui cinque manuali e pedaliera del nuovissimo organo (inaugurato il 17 Novembre scorso) costruito da Ruffatti per la Friendship Missionary Baptist Church di Charlotte (North Carolina - USA).



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