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Filippo Capocci: Musica per Organo




Filippo Capocci: Musica per Organo
Organista: Diego Cannizzaro
CD - La Bottega Discantica - DDD - DISCANTICA 87

La produzione discografica che presentiamo qui non è recente, risale infatti al 2003, ma riteniamo sia meritevole di una particolare attenzione per il repertorio in essa contenuto.
Possiamo qui, infatti, trovare una buona rappresentativa della produzione musicale di quel grande musicista italiano che fu Filippo Capocci, organista ed improvvisatore di grande talento, titolare alla Basilica di S.Giovanni in Laterano, esponente del primo movimento riformista italiano, membro della Pontificia Commissione voluta dal Papa nel 1901 per la riforma della musica liturgica, concertista di fama internazionale e membro acclamato dell'American Guild of Organists ma che, nonostante tutto ciò, è rimasto -e purtroppo rimane ancora- molto in ombra nonostante la sua produzione musicale lo elevi sicuramente al massimo livello di quei musisicti europei a cavallo tra Ottocento e Novecento che contribuirono in modo determinante all'evoluzione dell'organo e della sua musica.
Non siamo a conoscenza di altre produzioni discografiche interamente dedicate a questo musicista, a parte il glorioso vinile inciso da Arturo Sacchetti una trentina di anni fa per la ECO di Milano, ed abbiamo quindi un motivo in più per essere particolarmente lieti che una produzione discografica venga oggi a portare omaggio alla figura ed all'arte di Filippo Capocci.
Il repertorio presentato da Diego Cannizzaro spazia abbastanza nella produzione di Capocci, presentandocene diversi ed interessanti aspetti. La "Sonata per Organo", con i suoi tre movimenti, che alcuni critici considerano come la settima sonata ed altri come una riedizione della terza, apre il disco, che prosegue poi attraverso altri significativi brani, per lo più tratti dalla collezione dei "Pezzi Originali". Troviamo qui il Preludio e Fuga dalla solida architettura contrappuntistica, un bel Cantabile, con la melodia ben sottolineata dall'Oboe, un "Grand Choeur" di ispirazione francese ma di carattere squisitamente italico in cui i registri ad ancia la fanno da padrone, una splendida Preghiera ispirata alla più felice tradizione romantica francese, una Fantasia di carattere quasi melodrammatico in cui i temi si contrappongono un un crescendo di notevolissima intensità, ed una Melodia, caratterizzata da una linea cantabile di ampio respiro, che si svolge accompagnata dapprima in forma corale e poi da arpeggi tipicamente pianistici, che rendono questo brano veramente gradevole e delicato. Un brano, tratto da "l'Office Divin", (Strofe ed Amen per l'inno "O quod undis lacrimarum"), dedicato all'utilizzo liturgico e che, pur nella sua semplicità, ci presenta un mirabile esempio di trattamento di un tema gregoriano, serve da spartiacque con la famosa "Fantasia per Organo", composta da Capocci per l'inaugurazione del nuovo organo che Morettini costruì per la Basilica Lateranense seguendo i dettami di quella che diventerà dopo pochi anni la "Riforma" e che farà definitivamente voltare pagina all'organaria italiana. Questo brano, che è da molti critici considerato una specie di "manifesto" della musica organistica italiana "riformata", sfrutta in profondità le risorse di uno strumento che faceva sue le più moderne caratteristiche tecnico-foniche provenienti dal sinfonismo organistico francese romantico. Alternanza di sonorità, cambi di tastiera, utilizzo abbondante della cassa espressiva, variazioni continue di sonorità rese possibili da quelli che erano per quei tempi prodigi della tecnica organaria, consentono qui a Capocci di esprimere fino in fondo la sua idea sinfonico-romantica dell'organo, che da idee tematiche semplici e di facile ascolto sviluppa architetture formali raffinatissime e talora totalmente innovative e precorritrici di quello che sarà poi il sinfonismo organistico italiano di Bossi e del secolo successivo.
Diego Cannizzaro è un valentissimo interprete che oltre allo studio dell'organo, effettuato e perfezionato con artisti del calibro di Van de Pol, Tagliavini, Montserrat Torrent e Vogel, può vantare un brillante diploma in Pianoforte ed una Laurea in Lettere Moderne ad indirizzo musicologico. Nulla di cui meravigliarsi, quindi, se la sua attenzione si sia dedicata a Filippo Capocci, che dell'organo italiano, se possiamo considerarne Bossi il padre, è sicuramente lo zio ispiratore. La sua interpretazione è precisa, ispirata, gradevole e, soprattutto, perfettamente in linea con lo spirito di innovazione musicale di cui questa musica è intrisa. Ne apprezziamo qui, oltre l'accuratezza interpretativa, anche la profonda lettura musicologica, che ci inquadra perfettamente Capocci nella sua epoca e nell'organo di quel periodo, dimostrando che la filologia organistica da ottimi risultati anche quando applicata a musiche di periodi diversi dal barocco e dal classico.
L'organo utilizzato per questa incisione è un bel Tamburini con quattro tastiere e pedaliera, realizzato nel 1952 per la Chiesa del Gesù - Casa Professa di Palermo le cui timbriche comprendono tutta quella gamma di sonorità proprie dell'organo italiano eclettico-sinfonico di diretta derivazione dall'adunanza organistica di Trento e, quindi, successive al periodo della Riforma. Ovviamente la sua struttura fonico-timbrica risulta eccellente per l'esecuzione di queste musiche ma, pur apprezzando la scelta, per completezza di scelta filologica avremmo sicuramente più gradito l'utilizzo di un organo più coevo all'epoca di Capocci, magari uno dei diversi Vegezzi-Bossi costruiti verso fine Ottocento ancora esistenti, restaurati e solitamente utilizzati per concerti ed incisioni discografiche.
Tecnicamente, infine, il disco è molto buono e curato. La presa di suono è precisa e fedele ma, a nostro parere, non privilegia nel dovuto modo la differenziazione dei vari piani sonori, ma questo è forse anche dovuto in buona parte alla struttura timbrico-fonica molto articolata dello strumento. Ottime le note illustrative nel libretto a corredo, redatte dall'interprete, molto accurate, esaustive sia per gli addetti ai lavori che per i semplici appassionati e, per una volta, tutte in italiano!
Un ottimo disco che riteniamo fondamentale per tutti coloro che amano l'organo italiano e che consigliamo davvero molto volentieri.



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