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Amplissimo Organo di Sant'Agostino - Roma




Amplissimo Organo di Sant'Agostino - Roma
Organista: Graziano Fronzuto
CD - Produzione Audio-Mediale di Graziano Fronzuto

Conosciamo da tempo il Prof. Graziano Fronzuto e la sua grandissima passione per l'organo e per la sua musica. Studioso, ricercatore, organista ed organologo di grande esperienza, egli unisce spesso la sua attività di ricerca e valorizzazione dei più importanti strumenti di Roma con performances organistiche che sanno unire alla scelta di organi veramente interessantissimi un repertorio specifico per tali strumenti, tenendo sempre conto del come, dove e quando essi furono costruiti. Ed anche questa volta, come nelle sue precedenti produzioni -sempre rigorosamente amatoriali-, ha saputo abbinare le musiche giuste allo strumento, facendoci entrare ancora una volta in quel mondo dell'organo italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento che per svariati motivi langue dimenticato nei cassetti della storiografia organistica italica a causa di quella ostinata damnatio memoriae che da circa mezzo secolo pervade il mondo dell'organo italiano, privilegiando una pseudo-filologia di carattere radicale ed esterofilo che ha arbitrariamente privato l'organo italiano del suo recente passato e del suo prossimo futuro.
Lo strumento che ci viene presentato in questa incisione è un pregevolissimo tre tastiere realizzato da Carlo Vegezzi-Bossi nel 1904 ed inaugurato nel Febbraio seguente da tre massimi esponenti dell'organo italiano di quel periodo: Filippo Capocci, Remigio Renzi e Giovanni Tebaldini. E già questo la dice lunga sulla qualità e sull'importanza di questo organo, che si può annoverare tra i migliori e più interessanti della Capitale. Questo organo è stato recentemente restaurato dagli eredi di Bossi, cioè dalla ditta Brondino-Vegezzi Bossi di Centallo, che ha provveduto anche alla completa ricostruzione della consolle secondo i disegni di progetto originali, riportandolo alla meraviglia fonica e tecnica che rappresentava quando fu costruito.
Ma è dando un'occhiata al repertorio che ci rendiamo conto di quanto questo disco sia effettivamente filologico. Troviamo infatti brani dei tre organisti che lo inaugurarono: la Sonata per Grande Organo in Sol Minore di Capocci, la Toccata in Mi maggiore di Renzi ed il Corale "Benedico Te Pater" di Tebaldini, a cui si aggiungono brani di altri autori italiani molto importanti di quel periodo ma oggi dimenticati, quali Salvatore Meluzzi (che fu sia organista presso la Basilica Vaticana che Direttore della Cappella Giulia nella seconda metà dell'Ottocento), Franco Michele Napolitano, Goffredo Giarda, Domenico Bellando, Stefano Romano, Francesco Testa ed Emilia Gubitosi. Non manca neppure il romano-britannico Muzio Clementi. Insomma, un repertorio che sembra quasi cucito addosso a questo organo e che se da una parte ce lo mostra in tutta la sua magnificenza fonica, dall'altra apre una finestra sul periodo musicale ed organistico in cui esso fu realizzato, facendoci conoscere ed apprezzare la musica di musicisti di grande rinomanza; ed ascoltando questi brani ci rammarichiamo sempre che queste figure siano, purtroppo, assolutamente assenti dai programmi dei concerti organistici italiani.
L'interpretazione di questi brani è, come nello stile dell'organista, accurata e molto attenta a cogliere lo spirito di queste musiche, compenetrandolo con lo strumento e con l'epoca in cui vennero scritte. Apprezziamo qui la musicalità e l'approccio accurato dell'organista a queste partiture; non ne condividiamo talora -ma questo lo abbiamo già detto anche in occasione di altre recensioni di suoi dischi- certe scelte di tempi e di andamenti ritmici, che personalmente preferiremmo più rigorosi e più sostenuti. Molto interessante invece, ed è una caratteristica di queste incisioni, la scelta delle registrazioni, che il Prof. Fronzuto seleziona con accuratezza per valorizzare al meglio le caratteristiche fonico-timbriche dello strumento. Sotto questo punto di vista ci rammarichiamo molto che non ci sia stata l'opportunità di dare, come suol dirsi, una "ripassata" alle ancie prima della registrazione, ma sotto questo punto di vista bisogna rimarcare come questa incisione sia stata eseguita, come tutte quelle realizzate dal Prof. Fronzuto, in situazioni di assoluta estemporaneità.
Anche questa produzione, infatti, come quella precedente all'organo della Basilica di San Paolo fuori le Mura, è stata effettuata senza alcuna preparazione nè dei tempi nè dei modi, ma solamente scegliendo un orario che comportasse, almeno, una minima riduzione del livello sonoro ambientale esterno, caratterizzato dal rumore del traffico caotico della Capitale, dal passaggio dei mezzi pubblici e dalla frequentazione della basilica da parte dei gruppi di turisti e dei fedeli. E' sintomatico, leggendo le note a corredo riguardanti le modalità di registrazione, sapere che questa non si è potuta effettuare in orario serale-notturno (come normalmente si fa per avere il minor rumore ambientale possibile) poichè lo schiamazzo degli avventori dei numerosissimi locali pubblici circostanti alla chiesa lo avrebbe impedito.
Tenendo quindi conto della qualità della registrazione, digitale ma effettuata con mezzi tecnici e modalità assolutamente "casalinghi", delle contingenze ambientali e di tutte le difficoltà relative alla post-produzione, di cui Graziano Fronzuto si è dovuto accollare tutti gli oneri, non possiamo che essere veramente lieti di questo disco, che se sotto l'aspetto strettamente tecnico si rivela non certo all'altezza degli standard qualitativi dell'editoria discografica professionale, sotto l'aspetto del contenuto, sia musicale che filologico-organistico, si rivela assolutamente interessante e di grande valore.
Consigliamo quindi vivamente questo disco ai nostri amici lettori ed appassionati sottolineandone, in chiusura, una caratteristica abbastanza comune alle produzioni discografiche degli altri Paesi ma che rarissimamente abbiamo avuto modo di apprezzare qui in Italia, cioè la presenza tra gli sponsors della casa organaria che ha effettuato il restauro dello strumento.



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