Logo Arretrati

La Registrazione Organistica dal 1500 al 1800




La Registrazione Organistica dal 1500 al 1800
Autore: Wijnand van de Pol
Edizioni Accademia di musica italiana per organo di Pistoia - 1996

Ci è capitata tra le mani, grazie al gentile interessamento dell'amico Enrico Fico, una delle ultime edizioni del volume "La Registrazione Organistica dal 1500 al 1800" di Wijnand van de Pol.
Premettiamo che questo genere di pubblicazioni non sono le nostre preferite poichè, a torto od a ragione, pensiamo che tutti siano capaci di prendere un buon numero di documenti antichi e pubblicarli così come sono, lasciando ai lettori il compito di trarne le notizie più interessanti. Personalmente siamo più propensi ad apprezzare le trattazioni organiche basate sui documenti, allegando magari questi ultimi come appendice per un'eventuale consultazione più approfondita. Questo genere di libri, ma è un nostro personale punto di vista, si autoesclude dalla grande divulgazione per via della sua esasperata specificità, e questo per noi, paladini della divulgazione il più possibile ampia ed accessibile, è un punto di demerito ed una delle cause per cui, nello specifico, l'organo e la musica organistica continuano a rimanere terreno per pochi "privilegiati" ed addetti ai lavori.
Detto questo, non possiamo fare a meno di considerare l'enorme ricchezza di documentazione che Wijnand van de Pol, valente organista e grande esperto nel campo della storiografia organistica europea, sciorina attraverso le circa 280 pagine di questo volume che passa in rassegna, riportando interi documenti tratti dai più disparati archivi, le varie scuole organistiche europee in un arco di tempo che va, come dice il titolo, dal 1500 al 1800, corredandoli delle notizie necessarie per una corretta interpretazione e delle relative traduzioni.
Si inizia, naturalmente, dall'Italia, dove vengono riportati brani di documenti di Diruta, Antegnati, Banchieri, Monteverdi, Nacchini, Gherardeschi, Callido e molti altri organisti ed organari. Si passa poi alla Spagna e, via via, alla Francia, all'Inghilterra, ai Paesi Bassi, per finire con la Germania.
Se per l'Italia non si trovano grosse novità rispetto a quanto ogni buon insegnante di Conservatorio insegna ai suoi allievi in merito alla registrazione organistica, per ciò che riguarda gli altri Paesi Europei troviamo moltissimo materiale molto interessante. In particolare abbiamo diversi estratti dal Dom Bédos e documenti di Nivers, Boyvin e Corrette per la Francia, alcune indicazioni di Gibbons e Stanley, oltre ad un'interessante lettera di Haendel tra ciò che concerne l'Inghilterra, alcuni interessantissimi documenti di Van der Distelen, Joris Buus, Jan van Weert e Van den Kerchoven nella parte riguardante i Paesi Bassi e, nella parte più corposa che riguarda la Germania, generose parti del "De Organographia" di Praetorius, la "Tabulatura Nova" di Scheidt, diversi interessantissimi documenti di Weckmann, Mattheson, Werckmeister, Lübeck, Silbermann, Riepp e Bach.
Questa ricchezza documentaria è, per buona misura, arricchita da un grande numero di disposizioni foniche di strumenti dell'epoca, la maggior parte dei quali oggi non sono più esistenti, e sicuramente questo, per il cultore delle particolarità costruttive e fonico-timbriche degli antichi organi europei, è sicuramente una miniera di importantissime informazioni. Alcune appendici, poi, riassumono a grandi linee le misure, in piedi, dei vari registri nonchè le loro classificazioni. Un Glossario molto corposo, unitamente a diverse tavole grafiche ed una Bibliografia esaurientissima e completissima, coronano l'opera.
Come abbiamo detto, questa pubblicazione è destinata agli esperti di organo e, in particolare, a chi fa della storiografia organistica il suo pane quotidiano. Sotto questo punto di vista riteniamo questo volume assolutamente indispensabile per chi vuole approfondire, per passione o per mestiere, la storia e l'evoluzione dell'organo europeo nel suo aspetto più complesso, che è, appunto, quello delle timbriche e delle foniche. Per chi, invece, si trova ancora alle prime armi in campo di conoscenza organistica, riteniamo si tratti di un tomo troppo pesante e faticoso da digerire, soprattutto se non si conoscono ancora bene le basi storiche e fonico-timbriche di questo strumento; nonostante le esaurienti Appendici, infatti, se non si ha un minimo di dimestichezza con la nomenclatura e le caratteristiche basilari dei registri dell'organo nell'ambito delle varie scuole organistiche europee, ben poco si riesce a trarre da questo libro e, ancora peggio, si rischia di fare molta confusione.
In definitiva: un libro "duro" per i "duri" dell'organo.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010