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L'Orgue - Souvenir et Avenir




L'Orgue - Souvenir et Avenir
Autore: Jean Guillou
Edizioni Buchet/Chastel - 1996

Ci riesce abbastanza difficile presentare quest'opera, poichè Jean Guillou è una di quelle personalità artistiche che mettono in forte imbarazzo il critico, a prescindere dal punto di vista da cui la si guarda. Ed in effetti la figura di Jean Guillou è certamente una delle più curiose, complesse ed affascinanti del panorama della musica -non solo organistica- contemporanea.
Tutti conosciamo Jean Guillou compositore, pianista, organista e progettista di organi. Quello che non ci aspettavamo da lui era di scoprirne in modo sorprendentemente positivo anche la vena letteraria, che in questa trattazione ci appare in tutta la sua splendida raffinatezza stilistica, corroborata da un'invidiabile chiarezza espositiva senza peraltro rinunciare ad una sottile vena appena velatamente polemica. Il tutto racchiuso in quasi trecento pagine che "vanno giù che è un piacere" e che ristorano la mente e lo spirito di coloro che ogni tanto desidererebbero godere in modo diverso dei piaceri dell'organo e della sua musica.
Diciamo subito che questo non è il solito libro sull'organo. Qui non ci sono capitoli, paragrafi, richiami, vedove ed orfane (tipografiche), piè di pagina e montagne di tabelle zeppe di dati tecnici entro cui si perderebbe anche lo stesso Cavaillé-Coll. Questa è una lunga, piacevolissima ed oltremodo stimolante chiacchierata sul Re degli strumenti musicali, una chiacchierata che l'autore ci propone non come una cattedratica lezione, bensì come un amichevole colloquio svolto in poltrona una sera d'inverno davanti al camino acceso. E proprio come in una chiacchierata amichevole, gli argomenti si fondono tra di loro, lasciando spesso il campo a ricordi, impressioni, sentimenti. Ecco quindi che alla luce delle parole prendono forma antiche paure, speranze mai sopite e struggenti nostalgie, proprio come nelle prime pagine del libro, in cui l'autore ci rende partecipi dei sentimenti forti e contrastanti che lo assalirono quando, ancora bambino, avvicinò per la prima volta l'organo, quella macchina spaventosa ed al tempo stesso immaginifica che sarebbe diventata poi la sua stessa vita. E, come dice egli stesso, già la porta pesante e cigolante della tribuna e quella scala dalle rampe malferme "étaient déj&agra;ve pour moi le prologue à un long poème de la matière, qui ne devait s'achever qu'à la limite des voûtes.".
Ed è da queste impressioni che parte il viaggio di Jean Guillou all'interno dell'universo Organo, dove egli ci guida tenendoci per mano con sicurezza, raccontandoci la storia dello strumento senza farci mai annoiare ma, anzi, accendendo sempre la nostra curiosità mano a mano che proseguiamo nel nostro cammino, ed è talvolta con un sentimento di sorpresa che anche chi, come noi, è già abbastanza smaliziato sull'argomento, si trova di fronte a cose del tutto nuove oppure si ritrova a riconsiderare sotto una luce del tutto diversa argomenti che si ritenevano ormai dati per definitivi. Jean Guillou non ci presenta un catalogo di argomenti classificati, ma ce li espone collegandoli tra di loro, chiarendoci dubbi che credevamo di non avere e, soprattutto, riesce ad accendere ancora la nostra fantasia e la nostra capacità di ripensare all'organo riacquistando quella capacità di stupirci che tutti abbiamo provato quando, ancora bambini, ci siamo trovati di fronte per la prima volta a questa meraviglia dell'ingegno umano.
Ed ecco che risaliamo nel tempo e riviviamo la storia dell'organo come se fosse la nostra storia; e l'autore si guarda bene dal renderci noioso questo viaggio, anzi ce lo rende ancora più affascinante intercalandolo con diverse citazioni letterarie e poetiche tratte dalle opere di Tertulliano, Ronsard, Michaux, Platone, Baudelaire, Molière e tanti altri, che sono quasi delle preziose gemme incastonate nel tessuto della trattazione. Ed allora ecco che mano a mano che scopriamo gli antichi organi spagnoli apprendiamo anche come si costruiscono le canne d'organo; e mentre studiamo il funzionamento della seconda pedaliera degli antichi organi francesi approfondiamo la nostra conoscenza dell'"Organum" medievale. E subito dopo esserci stupiti sulle caratteristiche delle moderne trasmissioni elettroniche riviviamo con angoscia la notte del 16 dicembre 1844, quando uno spaventoso incendio annientò lo splendido organo Daublaine et Callinet della chiesa di St.Eustache di Parigi. Insomma, Guillou ci racconta una splendida favola che noi seguiamo ad occhi spalancati sapendo che di favola non si tratta, bensì della storia di uno strumento musicale, una storia dietro cui si cela la storia del Mondo e dell'Umanità.
La lettura di questo libro, scritto in un Francese molto colto, presume una buona conoscenza della lingua e della sua terminologia più raffinata per poterne apprezzare completamente tutte le sfumature. Per chi non conosce la lingua di Balzac attendiamo una traduzione nella lingua di Dante, traduzione nella cui effettuazione ben poche speranze nutriamo, visti gli abissali livelli di interesse che l'organo suscita nel nostro amato-odiato Paese.
In definitiva, un libro che merita, come suol dirsi, di essere "tenuto sul comodino" per poterlo avere sempre a portata di mano. Un unico -e ce ne dispiace- difetto: delle quarantacinque bellissime fotografie che lo corredano, ben ventisei hanno come soggetto l'autore, ripreso alle consolle di vari strumenti, al pianoforte ed in occasione di concerti effettuati nella sua lunghissima carriera. Nulla di male, per carità... però sarebbe stato meglio non esagerare nella monomania iconografica.



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