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Solo Pedale




Solo Pedale - Metodo-sistema di studio del pedale dell'Organo
Autore: Sandro Carnelos
Edizioni Armelin Musica - Catal. n. A1300M - Coll. n. MAN 048 - 2008

E' apparso recentissimamente sul mercato, per i tipi della Armelin di Padova, il nuovissimo metodo per lo studio sel solo pedale elaborato da Sandro Carnelos. Per quelli di una certa età, come chi scrive, che a suo tempo si sono, per così dire, "fatti le ossa" sul Bossi, sul Germani e sul sempre grande Gradus del Remondi, l'apparizione di un nuovo metodo di studio per la "pedalazione" organistica non può che venire salutato con molta soddisfazione e grande interesse.
Come dice chiaramente il titolo, questo metodo è dedicato al solo pedale, cioè al suo utilizzo più o meno solistico e, soprattutto, in un'ottica che tende a svilupparne le possibilità espressive anche nel campo più specificatamente virtuosistico, tenendo presente non solo la tecnica esecutiva moderna, ma considerando il pedale dell'organo nella sua evoluzione storica, tecnica e musicale in modo che l'organista possa, come ben dice Massimo Nosetti nella sua prefazione al volume, adottare atteggiamenti stilistici ragionati in funzione dello strumento che ci si trova a dover suonare ed al pensiero musicale da esprimere. Questo principio, che è poi la guida ispiratrice dell'opera, è altresì ben esposto dall'autore nell'introduzione, nella quale viene ben sottolineato come il solo bagaglio tecnico, peraltro indispensabile per una valida esecuzione, non possa mai essere disgiunto dal ragionamento e dalla riflessione, che danno vita al gusto ed allo stile di un'esecuzione, facendola diventare "interpretazione".
E, per giungere allo scopo prefissato, il primo argomento che viene trattato è un'ampia pagina che riguarda l'evoluzione della pedaliera dalle sue origini fino a giorni nostri, trattata nell'ambito delle diverse scuole organistiche europee. Seguono poi due-paginette-due dedicate ai segni convenzionali ed alle norme generali, la cui lettura è assolutamente indispensabile per approcciarsi ad uno studio del pedale "come si deve". In queste poche righe, Carnelos ci mette per iscritto diversi insegnamenti propedeutici che solitamente vengono impartiti solo verbalmente agli allievi ma che qui vengono esposti in modo rigoroso ed accuratissimo. Dopodichè si passa allo studio vero e proprio, che consiste in un prima parte comprendente sessantacinque esercizi di pura tecnica, che giustamente Carnelos definisce come "ginnastica quotidiana" e che spaziano dai primi rudimenti fino all'utilizzo del doppio e triplo pedale, all'uso del pedale e contemporaneo azionamento della cassa espressiva, all'esecuzione dei tempi inusuali e via discorrendo. Seguono poi una dozzina di esercizi dedicati all'esecuzione degli abbellimenti adottando le varie tecniche anche in modo alternativo a cui seguono ulteriori dodici esercizi dedicati allo sviluppo della tecnica polifonica fino all'esecuzione di polifonie a quattro parti. Lo studio approfondito delle scale e degli arpeggi chiude la parte specificatamente "tecnica" del metodo, a cui segue la parte più propriamente "interpretativa", che raccoglie anche diverse trattazioni abbastanza specifiche (e talora controverse) quali l'utilizzo del tallone nella musica organistica di Johann Sebastian Bach e gli orientamenti che caratterizzano la tecnica interpretativa contemporanea. In questi capitoli di interessantissimo approfondimento troviamo diverse cosette molto interessanti quali, ad esempio, una tavola comparativa sull'estensione del pedale nei vari organi utilizzati dal Kantor di Lipsia ed una moltitudine di esempi musicali tratti dalla letteratura organistica, a partire da Scheidt per finire a Bossi, tutti adeguatamente corredati di analisi stilistiche e tecnico-foniche che perfettamente li inquadrano nella loro specificità e che tratteggiano perfettamente l'evoluzione tecnica dell'uso del pedale nei secoli. Non mancano, ovviamente, diverse disposizioni foniche (limitatamente ai registri di pedale) di alcuni famosi strumenti sia del passato che del presente, che servono anch'essi a rendere ancora più chiara l'evoluzione fonica della pedaliera dalle sue origini ad oggi. Il metodo termina con due interessantissime Appendici; la prima comprende alcune interessantissime composizioni per solo pedale di Sandro Carnelos, nelle quali è compendiato tutto il contenuto tecnico-artistico del metodo e che si appalesano quali veri e propri brani da concerto. La seconda appendice è un ricchissimo elenco di titoli di brani per pedale reperibili nella vastissima editoria musicale esistente, tra cui troviamo rappresentato il meglio di quanto tale letteratura ci possa presentare, da Charles Valentine Alkan a Marco Enrico Bossi, da Flor Peeters a Siegfried Karg-Elert, da Pietro Yon a Barrie Cabena, da Emma Lou Diemer a Wolfgang Stockmeier e via elencando. La bibliografia chiude questo interessantissimo metodo, che non sappiamo se verrà adottato in futuro dai nostri Conservatori ma che noi consideriamo, per i suoi contenuti, la sua impostazione e la sua ricchezza documentaria, molto interessante e sicuramente utilissimo per chi intende dedicarsi allo studio del pedale organistico con tutte le carte in regola.



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