Logo Arretrati

Sandro Carnelos - Le 6 Sonate in Trio di J.S.Bach




Le 6 Sonate in Trio di J.S.Bach
Autore: Sandro Carnelos
Edizioni Armelin Musica - Padova - Manuali 127 - 2016

Ci è pervenuta qualche giorno fa l'ultima fatica didattica editoriale di Sandro carnelos e con molta soddisfazione abbiamo potuto apprezzare un'altra "chicca" di questo valente interprete che già da diversi anni dedica una considerevole parte della sua opera artistica e musicale all'attività didattica, che svolge anche pubblicando interessantissimi e completissimi studi dedicati a diversi capisaldi della letteratura organistica per i quali sembrerebbe che ormai non ci sia più nulla da dire ma che, alla luce delle profonde ed accuratissime analisi che egli ci propone, svelano particolarità ed aspetti del tutto nuovi e talora inaspettati.
Oltre ad alcune trattazioni "didattiche" riguardanti Mozart (Trascrizioni per Organo) e Couperin (Messe pour les Paroisses), Sandro Carnelos ha deciso di dedicare molte delle sue fatiche alle più importanti composizioni di Johann Sebastian Bach e dopo aver impeccabilmente trattato l'Orgelbüchlein, l'Arte della Fuga e le Variazioni Goldberg, ecco che questa volta ci propone una corposa trattazione su quelle che sono considerate tra le opere più "difficili" del Kantor, la sei Triosonate.
Le Sonate in Trio (o, per utilizzare la definizione di Carl Philipp Emanuel Bach, i Sei trii per organo con pedale obbligato) sono unanimemente considerate tra le composizioni più difficili di Johann Sebastian Bach. Eppure l'impostazione tecnica è disarmante nella sua semplicità: una voce alla mano destra, una voce alla mano sinistra ed una al pedale; ma su questa essenziale impostazione tecnica e formale il Kantor innesta tutta quella serie di particolarità che fanno di queste composizioni una delle più alte scuole di perfezionamento per gli organisti di tutti i tempi e non per nulla queste sonate -secondo la storiografia musicale- sarebbero state la "scuola" d'organo che Bach scrisse per il figlio Wilhelm Friedemann. Indubbiamente, il Trio è una delle forme musicali che, a prescindere da Bach, meglio rappresenta la base della tecnica organistica. Lavorare sul trio è fondamentale per ottenere la completa indipendenza di mani e piedi ed è altrettanto fondamentale per arrivare ad ottenere una perfetta tecnica del fraseggio; ma queste Sonate -oltre a tutto questo- ci danno un'eleganza, una creatività ed una raffinatezza che solo la mano di un genio della musica come Bach poteva arrivare a concepire e realizzare. E tutto questo, come in tante altre grandi composizioni del Kantor, prima che ascoltarlo lo si può vedere ed apprezzare guardando la partitura; davanti agli occhi non abbiamo brani "scolastici" che -come in tanti trii di altri compositori- forniscono solo una modalità di studio e di apprendimento; fin dalle prime battute ci si presentano davanti agli occhi delle vere e proprie composizioni di altissima raffinatezza compositiva e di perfetta costruzione formale. Ed anche le innumerevoli e talora osticissime difficoltà tecniche che le caratterizzano (moti contrari, fraseggi contrapposti, incroci e quant'altro) fanno parte integrante di un disegno musicale di altissimo ed amplissimo respiro, il tutto in una leggerezza d'ascolto che ce le fa sembrare oltremodo facili; in effetti, queste sonate, se comparate alle ben più complesse architetture contrappuntistiche che possiamo trovare nella produzione di Bach, ad esempio nelle grandi toccate e nei preludi e fughe più complessi, nella sostanza sono ben più impegnative e di difficile interpretazione, tanto da essere normalmente annoverate tra i brani delle prove di diploma nei conservatori.
L'approccio didattico di Sandro Carnelos a queste opere è, come negli altri casi precedentemente trattati, rigorosissimo, dettagliatissimo ed esaurientissimo riguardo a tutti gli aspetti, in primis quello storiografico. Dopo un'interessante presentazione a firma di Alessandro Bianchi, che inquadra le linee generali che caratterizzano queste composizioni, il testo presenta una lunga parte propedeutica che Carnelos, come al solito, dedica ai diversi aspetti "collaterali" e che riguardano dapprima una trattazione nella quale, sulla base di riferimenti documentali e storiografici, viene confutata la tesi di molti critici del passato che ritenevano queste composizioni destinate originariamente all'esecuzione sul clavicembalo con pedaliera. Citando autografi di Carl Philipp Emanuel Bach, Agricola e Forkel, Carnelos giunge alla conclusione che queste sonate siano state, con tutta probabilità, concepite per l'esecuzione all'organo ma, al tempo stesso, condivide l'opinione comune che, a differenza delle altre opere espressamente destinate a questo strumento, in questo caso si tratti -fondamentalmente- di brani destinati ad un insegnamento superiore sia per quanto riguarda l'aspetto tecnico che quello artistico; in effetti Carnelos cita anche il fatto che il manoscritto di uno dei movimenti della quarta sonata ci è giunto anche sotto forma di trio per tre strumenti diversi e questo apre alla possibilità che parte di queste sonate derivino da precedenti brani "da camera" (ma è anche possibile il contrario), lasciando aperte le molte ipotesi che tuttora vengono formulate e che, in mancanza di riscontri documentali più completi, mantengono intatta la loro veridicità. Dopo un corposo capitolo in cui viene analizzata la figura del Kantor come didatta, soprattutto nei confronti dei figli, dai quali esigeva una padronanza assoluta sia della tecnica strumentale che delle varie forme musicali, Carnelos ci presenta un'analisi dello stile compositivo di Bach a cui segue una corposa analisi in cui la struttura e le particolarità delle varie sonate vengono esposte con attenzione -movimento per movimento-, con grande accuratezza ed assoluta precisione, fornendo al lettore (che, si suppone, sia un allievo organista) un quadro stilistico, formale e musicologico di assoluta completezza. Dopo una biliografia ed una discografia essenziali, si passa al "corpus" musicale, che l'autore ci offre in una revisione "asciutta" ma corroborata da una diteggiatura ed una pedalazione "intelligenti" e pensate per un'interpretazione organistica il più possibile naturale e fisiologicamente corretta, senza le forzature che alcuni esponenti della filologia a tutti i costi spesso impongono (ad esempio, la pedalazione indicata è concepita in modo che l'esecutore sia libero di utilizzare -in alcuni passaggi- "anche" il tallone, cosa che -filologicamente parlando- ai tempi di Bach era perfettamente possibile -contrariamente a quello che accadeva negli organi francesi- grazie alla pedaliera "alla tedesca", che presentava i pedalil "bianchi" allungati.
Non viene trattato, in questo testo, l'argomento relativo alle caratteristiche degli organi tedeschi dell'epoca di Bach; questa "mancanza" è perfettamente in linea con l'approccio a queste composizioni che, come abbiamo detto, se da una parte si possono suonare su tanti strumenti, dall'altra rappresentano (come l'Arte della Fuga) un'opera musicale di tipo "teoretico", cioè che riguarda più l'aspetto "dottrinale" della Musica che quello esecutivo. D'altra parte l'argomento delle caratteristiche degli organi bachiani era già stato ampiamente trattato e sviscerato dall'autore in occasione di precedenti "manuali" dedicati a Bach e, in questo caso, si sarebbe trattato, anche se interessante, di una ripetizione.
La veste grafica, come sempre per ciò che riguarda le edizioni di questa prestigiosa casa editoriale, è pulita, senza orpelli grafici inutili e sempre gradevole nella sua essenzialità; i testi sono di agevole lettura e le partiture sono estremamente chiare e comprensibili. Il tutto per una produzione che va ben al di là di una normale partitura e che, pur essendo dedicata quasi espressamente agli allievi organisti, come sempre nel caso degli argomenti trattati da Sandro Carnelos, riveste una notevole importanza anche per gli studiosi e per gli appassionati che vi troveranno ampi spazi e diversi motivi di approfondimento musicologico.
In bella mostra tra le "chicche" da non perdere della nostra biblioteca musicale.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2017