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Hortus Deliciarum




Hortus Deliciarum - Mezzo secolo di composizione organistica
"a Giancarlo Parodi nel suo 80º compleanno"

Autori Vari - Curatore: Marco Ruggeri
Edizioni Carrara - Bergamo - Edizione n. 5500 - 2019

Giancarlo Parodi, per noi, è prima di tutto un "conterraneo". Le origini liguri (genovesi, come rivela il cognome, per la precisione) della sua famiglia ed il fatto di essere nato a Novi Ligure (che non si trova in Liguria, bensì in Piemonte, nei territori di quella che un tempo rispondeva al nome di "Serenissima Repubblica di Genova") lo rendono per chi scrive "uno di noi", cioè di quella popolazione abbarbicata alle falde dell'Appennino Ligure che ha fama di fare poche parole e, in particolare, di essere dotata di un innato senso pratico e di una spiccata propensione a dire le cose come stanno, senza troppi giri di parole.
In questa pagina avevamo già in passato trattato la sua figura musicale, raccontando anche come, ancora ragazzini, ci eravamo appassionati alle sue attività musicali. Oggi, qui, intendiamo porgere un omaggio ad un grande protagonista (forse uno dei più grandi) dell'arte organistica mondiale e, soprattutto, a quell'amico che abbiamo scoperto di avere quando, in occasione dei nostri primi contatti epistolari e telefonici, abbiamo iniziato a chiacchierare di organo, organisti e di tanto altro, iniziando un rapporto che poi si è concretizzato, anche in seguito a diversi incontri personali, in un'amicizia di cui siamo onorati ed orgogliosi.
La carriera artistica di Giancarlo non è oggetto di questa trattazione; è sufficiente -in qualsiasi parte del Mondo- citare il suo nome nell'ambiente musicale per suscitare ricordi ed emozioni. Quello che vogliamo sottolineare in queste poche righe è l'aspetto umano del Parodi, aspetto che -unito alla sua formidabile capacità interpretativa- ha portato una miriade di compositori a dedicargli composizioni e brani per organo. Quello che vogliamo sottolineare è che non è per niente scontato il fatto che i compositori dedichino pezzi al grande organista di turno. In effetti -almeno per come la pensiamo noi- non basta essere formidabili esecutori per avere automaticamente uno stuolo di autori che ci dedichino le loro composizioni; bisogna avere un "qualcosa" in più, e quel "quid" (che a tantissimi pur bravissimi organisti spesso manca) è lo spessore umano.
Pur non appartenendo al mondo "ufficiale" dell'organo (chi scrive ha esercitato per oltre quarant'anni l'attività di impiegato comunale, dedicando all'organo -per pura passione- i ritagli di tempo), personalmente abbiamo avuto -ed abbiamo tuttora- il piacere di conoscere tanti organisti, organologi ed organari, ma solo con alcuni di essi possiamo dire di avere un rapporto di vera e sincera amicizia. Ed è proprio questo rapporto di amicizia che, secondo noi, alimenta la creatività e porta, in modo "naturale" e spontaneo, un compositore a dedicare un brano ad un organista. Poi c'è il caso (e sono molti) di quegli autori che dedicano brani al "grande organista" senza talvolta averlo mai neppure conosciuto al solo scopo di promuovere le loro composizioni. Ma questo è un altro discorso che non è il caso di approfondire in questa sede.
"Hortus Deliciarum", pubblicato dalle Edizioni Carrara l'anno scorso (2019) come omaggio a Giancarlo Parodi in occasione del suo ottantesimo compleanno (celebrato nel 2018), NON è, anche se lo potrebbe sembrare, una delle solite antologie organistiche. E' un compendio di "amicizie", di quelle amicizie, di cui parlavamo prima, che Giancarlo Parodi ha intrecciato in oltre mezzo secolo di attività, amicizie musicali ma soprattutto personali, amicizie grandi e piccole, durature e sincere di cui egli è stato oggetto e soggetto a partire dal 1966 e fino al 2018 e tra queste amicizie compare -indegnamente- anche la nostra, che è rappresentata dall'ultimo dei brani della raccolta, quel "Quarantatre" che abbiamo scritto così, di getto, con le lacrime agli occhi nei giorni immediatamente successivi al crollo del viadotto "Morandi" di Genova (14 Agosto 2018) mentre in tutte le televisioni del Mondo scorrevano le immagini di quella spaventosa tragedia, pezzo che abbiamo, d'istinto, mandato a Giancarlo come gesto di vicinanza e solidarietà (molti non lo sanno, ma la famiglia di Giancarlo è originaria proprio della Val Polcevera, dove è avvenuto il disastro). Non era nostra intenzione -e Giancarlo lo sa bene- pubblicare o far pubblicare questa composizione ed è stato solo in seguito alle sue grandi e reiterate insistenze che abbiamo accettato che il nostro "Quarantatre" (con cui abbiamo voluto ricordare -appunto- le 43 vittime del crollo del viadotto) andasse a chiudere, purtroppo col ricordo di una sventura ma con un finale di speranza tutto "genovese", una delle più prestigiose ed importanti antologie organistiche italiane finora mai pubblicate.
"Hortus Deliciarum" è composto di due volumi, ognuno dei quali comprende diciannove composizioni per un totale di trentotto opere che sono state, nel corso del tempo, espressamente dedicate a Giancarlo Parodi. Nell'elenco degli autori compaiono figure di primo piano della musica organistica (e anche non organistica) italiana, nomi che talvolta non sono conosciutissimi al di fuori dell'ambiente musicale ma che in diversi modi e sotto diversi aspetti hanno "fatto" la storia dell'Italia musicale dell'ultimo mezzo secolo.
A partire dal "Pezzo da concerto" (1966) di Paolo Conti, quest'antologia ci porta ad effettuare una vorticosa cavalcata nel mondo della composizione organistica italiana dell'ultimo mezzo secolo. Non citeremo, ovviamente, tutte le composizioni; ci limiteremo a notare come tra gli autori compaiano figure quali Nicola Vitone, Giuseppe Radole, Antonio Zanon, Camillo Moser, Luigi Molfino, Domenico Bartolucci, Terenzio Zardini, Alberto Donini, Guido Donati, Pier Damiano Peretti e tanti altri che, ognuno nel suo stile e con la sua personalità, hanno voluto esprimere la loro vicinanza artistica e personale a Giancarlo Parodi.
Lo stile dei vari brani è, ovviamente, molto differente e, altrettanto ovviamente, rappresenta quella miriade di filosofie compositive che ha caratterizzato -e caratterizza tuttora- la musica organistica italiana che, nella sua varietà, rimane sempre ben saldamente ancorata a quella grande scuola che, a partire da Bossi, si è sviluppata in diverse direzioni senza mai perdere di vista la sua cifra fondamentale, che è l'espressività. Virtuosismo da grande concerto, echi modali gregoriani, atmosfere di grande suggestione, sprazzi iprovvisativi di grande efficacia e diversi rimandi ad una certa scuola contemporanea "sperimentale" (con echi di dodecafonia, serialità e pluritonalità) caratterizzano questo arcobaleno di composizioni che, a nostro parere, sono la testimonianza più vera e "sostanziosa" di un panorama musicale che -a torto- viene considerato (anche da parte di molti critici "nostrani" affetti da esterofilia acuta) di secondo piano mentre, al contrario, si rivela assolutamente "alla pari" delle analoghe e contemporanee scuole organistiche europee e, in alcuni casi, si dimostra anche -e di molto- superiore.
Si tratta, sicuramente, di una delle più importanti ed impegnative iniziative editoriali che abbiamo avuto il piacere di apprezzare durante i tanti anni (anche per noi si tratta di ormai quasi mezzo secolo) di frequentazione del mondo dell'organo, paragonabile per intento forse ai primi volumi editi nel 1911 dall'Abate francese Joubert per i tipi delle Editions Sénart di Parigi che, partiti con lo scopo di pubblicare musica per armonium od organo di autori francesi di quell'epoca, ben presto divennero una delle raccolte più famose di musica organistica a livello mondiale grazie alla collaborazione di musicisti, organisti e compositori di tutti i Paesi. Se è vero, come sembrerebbe, che i brani composti in onore di Giancarlo Parodi e tuttora inediti siano ben molti di più dei trentotto italiani pubblicati in questi volumi, qualora Carrara (o qualcun altro) decidesse di pubblicarli tutti ci troveremmo sicuramente di fronte alla più importante ed imponente iniziativa editoriale di musica organistica del XXI Secolo.
La veste grafica di quest'edizione è, come nello stile di Carrara da oltre un secolo, veramente bella, elegante e curatissima. I due volumi, contenuti in un pratico cofanetto, sono stampati nel formato pagina 24x32, che consente una lettura comoda, agevole e senza affaticamenti. Il primo volume conta 236 pagine, il secondo 252. L'impaginazione della musica è perfetta, dettagliatissima e decisamente professionale grazie all'opera di Marco Ruggeri, che ne è il curatore, ed è assolutamente "rilassante" approcciarsi anche visivamente a quest'edizione; sicuramente, in un mondo ormai fin troppo invaso dall'editoria musicale "fai-da-te" (compresa quella di chi scrive) dove imperano disordine, approssimazione ed imprecisione, trovarsi sul leggìo una partitura stampata da chi davvero sa fare il suo mestiere e lo fa bene da cent'anni è una grande soddisfazione.
Ad ulteriore testimonianza dello "spessore" editoriale di quest'opera, le composizioni dei due volumi sono precedute da interessanti ed esaustivi testi tra cui una presentazione di Vincenzo De Gregorio, Preside del P.I.M.S. di Roma, un'introduzione generale, essenziali note biografiche degli autori ed un "Apparato Critico" che illustra i dettagli delle varie opere. Il tutto, come è prassi consolidata per un'edizione internazionale, in Italiano, Inglese, Francese e Tedesco.
Quando acquisterete quest'opera editoriale ed inizierete ad apprezzarne i contenuti sia suonandoli che anche solo gustandoli visivamente rimarrete affascinati dal suo valore musicale ed artistico e, purtroppo, correrete anche il rischio di dimenticare che l'ispiratore di tutto questo ben di Dio organistico è Giancarlo Parodi.
E allora, qualsiasi cosa pensiate di lui, mandategli un ringraziamento ideale. Se lo merita come organista e come uomo.



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