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Composizioni per Organo di Niccolò Moretti




Niccolò Moretti - 16 Composizioni per Organo
Autori: Sandro Carnelos - Giuliano Simionato
Edizioni Armelin Musica - Padova - L'Organo Italiano nell'Ottocento 302 - 2020

L'ultima fatica editoriale-divulgativa di Sandro Carnelos è, per così dire, la terza tappa di un cammino che da quasi vent'anni egli percorre con assiduità e perseveranza alla scoperta della produzione organistica di Nicolò Moretti, una figura assai rilevante nel panorama musicale veneto tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo.
Già nel 2001 Carnelos aveva inciso un bel disco (che avevamo recensito QUI) dedicato alle musiche di questo compositore; nel 2005, poi, lo stesso Carnelos aveva dato alle stampe un primo volume di composizioni inedite di Moretti, nel quale proponeva un'edizione "moderna" di dodici brani che spaziavano ampiamente nella produzione di quest'autore e ce ne presentava alcuni degli aspetti più caratteristici ed interessanti.
Oggi, a distanza di qualche tempo, ecco che il buon Sandro riprende ed approfondisce l'argomento per fornirci un'altra accurata selezione dell'ampia produzione organistica di un personaggio musicale che, pur essendo stato ai suoi tempi molto conosciuto ed apprezzato anche al di fuori della sua terra natale, non è ancora pienamente valorizzato.
Come avevamo già sottolineato in occasione della recensione del disco, Moretti fu un valentissimo musicista che testimoniò in maniera impeccabile un'epoca musicale di transizione e ricca di novità che stavano caratterizzando il passaggio della musica (non solo organistica) dall'epoca "classica" a quella "romantica". Le sue opere organistiche sono caratterizzate da tre particolarità che le rendono assai interessanti. La prima è che egli fu figlio di un'impostazione squisitamente classica, ancora per molti versi legata al contrappunto; la seconda è che egli visse, operò e produsse in un'epoca in cui la musica organistica iniziava ad appropriarsi dello stile "operistico" (che si sarebbe poi ampiamente e pienamente affermato -soprattutto in Italia- dei decenni seguenti) ed, infine, la terza consiste nel fatto che la sua produzione risente in modo "esclusivo" del tipo di strumenti presenti nella sua zona, cioè quel Veneto in cui erano organari come Callido e Nacchini ad imperare e dettare le regole. Queste tre caratteristiche, che non si possono riscontrare -tutte insieme- in autori suoi contemporanei del resto della penisola, fanno si che la produzione di Moretti sia caratterizzata da un'impostazione stilistica molto solida, da una raffinata eleganza derivante dagli influssi di un'estetica che, partendo da Mozart e Haydn ed arrivando a Mayr, era propria e specifica di una certa area geografica a cui, peraltro, appartennero anche altre importanti figure musicali come Galuppi, Pescetti e Valerj e, infine, da un utilizzo del materiale fonico e timbrico dell'organo che "apre" all'estetica "orchestrale" organistica in modo molto "delicato" e rispettoso. D'altra parte bisogna considerare che gli organi "veneziani" di quell'epoca erano strumenti molto "essenziali", in cui erano presenti essenzialmente le timbriche "classiche". In quest'ambito, la produzione di Niccolò Moretti ci rende perfettamente l'idea di un'estetica musicale ed organistica che, attingendo solide basi dalle tecniche cembalistiche dei decenni precedenti, si prepara ad effettuare un grande "salto" generazionale per proiettarsi in un nuovo secolo ed in nuovo mondo.
In questa pubblicazione, Sandro Carnelos ci propone sedici composizioni, di cui la metà portano il titolo di "Sonata" mentre le altre sono brani singoli che potremmo definire "caratteristici" (Pastorale, Marcia, Polacca, Rondò) di un'epoca di transizione. Ed anche le "Sonate", che sono costruite secondo il tradizionale schema monotematico bipartito proprio della "Sonata" veneta, da alcuni titoli (Sonata ad uso Orchestra, Sonata ad uso Sinfonia) e dalle loro caratteristiche stilistiche fanno già trasparire quel "cambio di passo" che nel giro di pochi anni porterà la musica organistica italiana nel pieno di quell'epoca "orchestrale" che nei vari Morandi, Da Bergamo e tanti altri avrà i maggiori esponenti e che la caratterizzerà per circa un secolo.
La pubblicazione è, come tutte quelle appartenenti alla collana "L'Organo Italiano nell'Ottocento" delle edizioni Armelin (collana che comprende anche molte vere e proprie "chicche" organistiche e che vi consigliamo di andare a consultare), molto ben curata e ricca di informazioni, note storiche, analisi ed approfondimenti che accompagnano l'organista che si approccia a queste musiche in un percorso completo nella loro conoscenza e che lo mettono in grado di affrontare il repertorio con proprietà ed adeguatezza.
Il materiale musicale è introdotto da una breve Presentazione, a cura di Sandra Fedrigo ed Alfonso Beninatto, a cui fa seguito una corposa Introduzione, curata da Giuliano Simionato, in cui la figura di Moretti viene ampiamente illustrata in tutti i suoi aspetti, dalla storia della famiglia alle vicende personali, dalla personalità musicale al suo inquadramento nell'epoca e nella società in cui visse ed operò, dall'esame della sua produzione musicale all'eredità artistica che egli lasciò. Non manca, in quest'accurata analisi, un ampio cenno alle vicende storiche delle sue partiture ed alle ricerche che hanno permesso di arrivare ad avere oggi un consistente archivio di manoscritti che, speriamo, venga presto pubblicato. Una premessa del revisore (Sandro Carnelos) illustra quindi le caratteristiche stilistiche e musicali delle composizioni, che vengono poi presentate in modo chiaro, ben comprensibile e con poche ma essenziali indicazioni. Contrariamente ad altre edizioni critiche realizzate in passato da Carnelos, qui manca qualsiasi indicazione di diteggiatura (peraltro assi intuitiva) così come non vengono proposte indicazioni per la registrazione, che viene lasciata al buon gusto ed alla sensibilità dell'organista il quale, dopo aver letto le note introduttive, dovrebbe già conoscere le caratteristiche degli organi per cui queste composizioni furono scritte. Per quel che possiamo aggiungere a livello personale, riteniamo che sia per la tecnica interpretativa che per la registrazione si debbano qui tenere ben presenti due caratteristiche fondamentali: la sobrietà e l'eleganza.
Le composizioni presentate sono le seguenti: "Adagio", "Marcia in Fa", "Andantino Cantabile ad uso Elevazione in Si bemolle", "Marcia Lugubre", "Pastorale", "Polacca", "Rondò in La", "Rondò in Do", "Sonata ad uso Offertorio in Do", "Sonata ad uso Offertorio in Sol", "Sonata ad uso Orchestra", "Sonata ad uso Sinfonia", "Sonata in Do minore", "Sonata in Si bemolle", "Sonata per far risposta come a due Organi" e "Sonata da eseguirsi con il Flauto in Ottava". Come si può ben notare, si tratta di un repertorio organistico che potremmo definire "protoromantico" e/o "preorchestrale" in cui troviamo già "in nuce" molti dei concetti musicali ed estetici che ritroveremo poi ben più sviluppati ed argomentati nella musica organistica italiana dei decenni seguenti.
In definitiva, si tratta di una bell'edizione, molto ben curata e di sicuro interesse per tutti quegli organisti (ma anche per gli appassionati) che intendono conoscere più approfonditamente un particolare periodo della storia musicale ed organistica italiana, periodo che solitamente viene "bypassato" perchè ritenuto poco interessante ma che è quella "cerniera" stilistica e musicale che ha consentito alla musica organistica italiana di evolvere dal "classico" al "moderno" e senza i cui esponenti cosidetti "minori", come Moretti, non ci sarebbe stata neppure la grande scuola organistica dell'Ottocento e, a seguire, neppure quella del secolo seguente.



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