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Bach Organ Works




Bach Organ Works
Organo: James Kibbie
Organi: Cattedrale di Dresden
Georgenkirche e Marienkirche di Rotha
St.Walpurgiskirche di Großengottern
SS.Cosmæ et Damiani Kirche e St.Wilhadi Kirche di Stade
Stadtkirche di Waltershausen
Produzione: University of Michigan School of Music - M4a files - 2007-2009

Il titolo di questa produzione (Bach Organ Works) può trarre in inganno, poichè ci si potrebbe aspettare un'incisione di alcuni brani del sommo Bach mentre, in effetti, si tratta di una vera e propria integrale e, per giunta, di una delle integrali più complete finora apparse sul mercato (ma anche la parola mercato non si addice a questa produzione, perchè essa non costa nulla, si può liberamente scaricare da Internet).
Di integrali bachiane abbiamo già parlato alcune volte su queste pagine e, più specificatamente, qui ed a quell'epoca ne mancavano al nostro appello ancora diverse, tra cui quella che consideriamo oggi, interpretata dall'organista statunitense James Kibbie alle consolles di alcuni tra i più famosi ed importanti organi barocchi germanici, quasi tutti peraltro già utilizzati da altri grossi e famosi nomi dell'organo europeo per le loro interpretazioni. QUI trovate la tabella comparativa delle varie integrali aggiornata.
Tenendo ferme le considerazioni che facevamo allora, possiamo aggiungere che la filologia interpretativa si è ormai definitivamente orientata sull'utilizzo di organi storici e tutti coloro che si cimentano con le opere del Kantor di Lipsia hanno avuto modo, a parte alcune rare eccezioni, di poter utilizzare alcuni dei migliori strumenti europei di quel periodo ed, anzi, alcuni di questi organi li troviamo presenti in più di un'integrale.
Questa è anche la filosofia che accompagna la scelta degli strumenti di questa produzione. Sinceramente, ci siamo abbastanza stupiti del fatto che questa sia la prima (e finora unica) integrale bachiana eseguita da un organista statunitense. Sugli interpreti d'Oltreoceano abbiamo sempre avuto (e lo abbiamo anche espresso più volte in occasione di precedenti recensioni) alcune perplessità sulla capacità di cogliere l'ispirazione vera ed autentica delle opere di Bach. La scuola statunitense ha avuto le sue origini nella scuola organistica britannica dell'Ottocento su cui si è poi innestato quel particolare "stile" interpretativo prettamente "americano" che tende alla grandiosità, alla magniloquenza ed alla spettacolarità (e le interpretazioni bachiane di un Virgil Fox, seppur fondate su basi filologiche abbastanza solide di scuola europea, ne sono la testimonianza più evidente, così come lo sono le interpretazioni di un Cameron Carpenter, di cui abbiamo già parlato qui in passato).
D'altro canto abbiamo seguito, da una ventina d'anni a questa parte, anche la nascita e l'evoluzione di una nuova scuola organistica statunitense, quasi in antitesi con la precedente, in cui la riscoperta della musica barocca europea e degli antichi strumenti del Vecchio Mondo ha favorito e causato, da una parte, la formazioni di giovani organisti che hanno trascorso buona parte dei loro studi in Europa presso i migliori maestri e che poi, tornati in Patria, hanno fatto conoscere al pubblico ed alla critica americani il "senso" autentico di quelle musiche e, dall'altra, la nascita di botteghe organarie statunitensi che -anche loro cresciute presso i maggiori organari d'Europa- si sono dedicate alla costruzione di strumenti che negli States erano finora pressochè sconosciuti e che di anno in anno stanno popolando le chiese e gli auditoriums, dove sempre più spesso e volentieri risuonano le note di Bach, Buxtehude e di tanti altri autori classici.
Dobbiamo sinceramente confessare che, quando ci siamo approcciati a questa produzione, eravamo un poco dubbiosi. James Kibbie.... chi è costui? Mai sentito nominare. Eppure questo organista americano si è sobbarcata la fatica (musicale, musicologica e fisica) di trascorrere qualche mese in Europa per suonare, sulle tastiere di prestigiosissimi strumenti su cui avevano in precedenza messo le mani i vari Koopman, Marie-Claire Alain, Vernet e tanti altri "mostri sacri", un'integrale bachiana di cui nulla si sa, prodotta da un'Università statunitense e che, soprattutto, non è stata riversata su dischi e non è stata recensita da alcun grande "magazine" musicale; questo ci ha incuriositi assai, ed allora abbiamo scaricato tutto da Internet (con una normale connessione non ci si impiega più di un'ora) ed abbiamo iniziato ad ascoltare.
Dobbiamo dire, in tutta onestà, che le interpretazioni bachiane di Kibbie ci sono piaciute. A parte alcuni brani, in cui emerge abbastanza evidentemente che l'organista non ha ancora ben assimilato il "corpus" che anima in profondità queste musiche, abbiamo potuto apprezzare un approccio assai filologico (in certuni passaggi persino troppo), il che dimostra che Kibbie ha effettuato buoni studi ed ha appreso molto bene non solo gli stilemi musicali del barocco europeo ma, anche, le prassi esecutive più filologicamente attuali. Rimane sempre e comunque ben presente l'impressione che egli, abbastanza spesso, si sia limitato a "copiare" la prassi esecutiva di alcuni grandi interpreti europei, dimenticandosi però di "metterci del suo", cioè di fare in modo che questa integrale abbia una specifica personalità. Abbiamo apprezzato una splendida tecnica organistica, una visione d'insieme assai "compatta" ed una spiccata e notevole arte della registrazione ma tutto questo non fa di James Kibbie un organista che abbia finora "detto la sua" sulla musica di Bach. Indubbiamente, il fatto di avere scelto alcuni tra i più prestigiosi organi storici barocchi europei per l'incisione denota una sensibilità ed una visione particolarmente accurate ed un approccio molto corretto e specifico alla monumentale opera organistica del Kantor, e questo è senz'altro uno dei punti di maggiore forza di questa integrale. Tenendo ferma questa premessa, possiamo comunque dire che -in ogni caso- questa fatica discografica si pone sicuramente in una fascia alta della classifica delle nostre integrali e siamo certi che James Kibbie, tra qualche anno, potrà dirci sicuramente qualcosa di più, sia artisticamente che interpretativamente, sulla musica di Bach.
L'impostazione del "piano di lavoro" di questa integrale differisce leggermente dai soliti a cui siamo abituati. Nella maggior parte dei casi gli organisti ci presentano l'integrale bachiana secondo tre impostazioni. La prima è quella che segue l'ordine numerico della catalogazione secondo il Bach Werke Verzeichnis; la seconda è il raggruppamento delle opere per categorie e, per ciò che riguarda i preludi ai corali, secondo il tempo liturgico mentre la terza raggruppa le opere secondo l'anzianità di composizione (opere giovanili, opere della maturità, opere della vecchiaia...). Kibbie, grazie anche al fatto di non avere i limiti fisici di minutaggio dei normali dischi, raggruppa i files audio dei vari brani in tredici cartelle dedicate, nell'ordine, alle Triosonate, ai Preludi e Fughe, alle Fantasie, Toccate e Fughe, alle altre opere libere, ai Concerti, all'Orgelbüchlein, ai Corali Schübler, ai Corali di Lipsia, al terzo voume del Clavierübung, ai Preludi-Corali non facenti parte di raccolte, alle Variazioni sui corali, ai Corali Neumeister e, infine, ai Corali Rudorff.
Gli organi utilizzati da James Kibbie fanno parte, come abbiamo detto in apertura, del "parco macchine" più prestigioso dell'organaria germanica barocca e molti di essi sono già stati utilizzati in passato per altre prestigiose incisioni. Possiamo ascoltare qui il Silbermann 1755 della Hofkirche di Dresda, gli altri due Silbermann (1721 e 1722) della Georgenkirche e della Marienkirche di Rötha, il Trost 1717 della St.Walpurgis Kirche di Großengottern, l'altro grande Trost (1730) della Stadtkirche di Waltershausen e due organi di Stade, lo Schnitger 1675 della Ss.Cosmæ et Damiani Kirche e il Bielfeldt 1736 della St.Wilhadi Kirche. Come si vede, tutti strumenti perfetti per questo genere di musica le cui brillanti ed importanti caratteristiche fonico-timbriche danno un notevole valore aggiunto a questa produzione.
Tecnicamente si tratta di una produzione molto buona, realizzata avvalendosi della collaborazione di un team di persone che, a partire da David Lau dei Brookwood Studios di Plymouth (Michigan) direttore dell'incisione, attraverso Christian Cerny di Lipsia nella sua qualità di On Site Sound Engineer (che ha effettuato le registrazioni) e fino al nutrito gruppo della University of Michigan School of Music (composto dalla "Internet Publication Task Force" e dal "Block M Records") che ha provveduto al lavoro di postproduzione e pubblicazione sul web, ha realizzato un'integrale molto bella, accurata e di sicuro interesse. Molto buona la presa di suono, accuratissima nel "carpire" tutte le minime sfumature timbrico-foniche dei vari strumenti con una "presenza" di suono davvero precisa e sempre perfettamente calibrata con l'ambiente e di una "naturalezza" che solitamente si può riscontrare in produzioni di altissimo livello.
Ottimo, infine, il lavoro di codifica del materiale sonoro. Per questa integrale sono stati infatti utilizzati files audio di tipo M4a che rappresentano la più recente innovazione in fatto di rappresentazione digitale del suono. Questi files, in effetti, si differenziano dai normali Mp3 per due fattori fondamentali. Il primo è che sono "royalty free", cioè per riprodurli non sono necessari softwares per il funzionamento dei quali si deve pagare un costo alla ditta proprietaria dei brevetti (Thomson Consumer Electronics); il secondo, molto più significativo ai fini dell'ascolto, è che questi files, a parità di fattore di compressione dei dati, forniscono una qualità musicale e sonora nettamente superiore, che in molti casi si avvicina alla qualità discografica digitale. Oltre a questo, l'accuratezza della distribuzione ha previsto per ogni cartella di files anche la presenza della relativa "playlist" che viene utilizzata in automatico quando per l'ascolto si utilizza un computer Apple.
A questo punto non vi rimane che cliccare su questo link, scaricare tutto, accomodarvi in poltrona e far partire il player. Buon ascolto!



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