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A Festival of Organ Divas (n.6 complete videos)




From the web: A Festival of Organ Divas

Organiste: Giuliana Maccaroni e Federica Iannella - Barbara Dennerlein - Jane Watts - Joyce Jones - Ludmila Golub - Ahreum Han
Organo Trinity Wall Street Church - New York City (NY) - U.S.A.

di Federico Borsari

Come ormai facciamo da diverso tempo, anche in questa pagina tratteremo video organistici che si possono reperire sulla grande rete e che, a nostro opinabile ma insindacabile giudizio, riteniamo -per contenuti e caratteristiche tecniche- meritevoli di essere proposti ai nostri amici appassionati ed amanti di questo strumento e della sua musica.
Oggi segnaliamo ben sei video (più di sei ore di musica) completi di altrettanti concerti tenutisi nell'estate dell'anno 2008 presso la Trinity Wall Street Church di New York e che hanno visto avvicendarsi alla consolle esclusivamente organiste di ogni parte del Mondo, in una manifestazione dall'eloquente titolo "A Festival of Organ Divas".

E' importante avvertire i nostri lettori (ed ascoltatori) che l'organo di questa chiesa è totalmente elettronico con suoni campionati ed è stato realizzato dalla ditta Marshall & Ogletree nel 2003, dopo che il precedente strumento era andato quasi completamente distrutto in occasione dell'attacco terroristico dell' 11 Settembre 2001. Questo organo è stato appositamente progettato nell'ottica di ottenere uno strumento il cui suono possa essere praticamente identico a quello di un vero organo a canne. E' completamente gestito da una serie di computers muniti di sistema operativo Linux ed il suono è generato da due sistemi di elaborazione molto sofisticati che gestiscono banchi di suoni campionati della lunghezza di oltre tre minuti ciascuno. Il sistema di amplificazione e diffusione conta sessanta casse acustiche pilotate da settantaquattro canali audio indipendenti e la potenza di emissione varia da un minimo di 150 ad un massimo di 500 Watts. Per le frequenze più basse sono stati impiegati amplificatori ed altoparlanti specificatamente progettati al fine di avere la minima distorsione possibile. In mezzo a tutta questa tecnologia statunitense, non manca un tocco di italianità: la consolle è stata realizzata da Ruffatti.

Il primo concerto, tenutosi il 3 Luglio 2008, ha visto alla ribalta il duo organistico italiano formato da Giuliana Maccaroni e Federica Iannella, che si è esibito in un repertorio di trascrizioni operistiche rossiniane e di musiche di Giovanni Morandi. Apertura con l'Ouverture da "La Gazza ladra", seguita dalla Pastorale di Morandi, poi le Ouvertures da "Semiramide" e dal "Barbiere di Siviglia", seguite dall' Introduzione, Tema, Variazioni e Finale di Morandi; chiusura in bellezza con l'ouverture da "Guglielmo Tell".
Le nostre ragazze hanno sicuramente aperto nel migliore dei modi questa importante e prestigiosa rassegna, proponendo un repertorio molto apprezzato dal pubblico e producendosi in una performance di alto livello sia musicale che artistico, riscuotendo un notevole, lusinghiero e meritato successo. A parte un utilizzo a nostro avviso un pò troppo disinvolto ed insistito delle percussioni, abbiamo molto gradito questo concerto.



Il secondo concerto ha avuto luogo il 10 Luglio 2008 ed ha avuto come protagonista l'organista jazz Barbara Dennerlein, che si è esibita in un trascinante concerto in cui ha ampiamente dimostrato di come l'organo "liturgico" possa vestire con molta disinvoltura e con grande "appeal" gli abiti più informali ma altrettanto impegnati del blues e del jazz.
Nata a Monaco nel 1964, Barbara Dennerlein ha iniziato a cimentarsi sull'Hammond all'età di undici anni e a quindici già si esibiva sul suo B3 nei jazz clubs della città. Le sue capacità musicali l'hanno immediatamente proiettata sulle ribalte del jazz internazionale, dove è diventata una delle migliori e più apprezzate sessionwoman, esibendosi con i più grandi jazzisti della scena internazionale.
Nel 1994 ha tenuto il suo primo concerto su un organo "da chiesa" a Würzburg in occasione del Bach Day. Affascinata dalle possibilità timbrico-foniche offertele da questo strumento, ha iniziato un cammino di studio e di perfezionamento che l'ha portata ad acquisire una perfetta padronanza della pedaliera (in ottica di basso jazz, ovviamente...) ed una splendida capacità di utilizzare al meglio le varie sonorità. Il suo primo disco dedicato all'organo "da chiesa" ("Spiritual Movement N. 1") lo ha realizzato all'organo di Memmingen nel 2002. Nel 2008, alla consolle dello Schuke della Kaiser-Wilhelm-Gedachtnis-Kirche di Berlino, ha inciso il suo "Spiritual Movement N. 2".
Abbiamo gradito in modo particolare questo concerto, che sarà un piacevolissima sorpresa non solo per i "fans" della Dennerlein e della musica jazz (che qui vi troveranno anche ottimo blues e splendido jazz-sinfonico) ma anche per gli appassionati dell'organo "da chiesa", che lo potranno ascoltare sotto un aspetto assai particolare ed oltremodo "intrigante". Da notare, per i cultori del genere, la tecnica spiccatamente "hammond" dell'accompagnamento svolto dalla mano sinistra.



Con il terzo concerto, svoltosi il 17 Luglio, scendono in campo i "grossi calibri", coniugati al femminile, del concertismo organistico. Jane Watts, prestigiosa interprete britannica, interpreta qui gli "Alleluyas" di Simon Preston, l'"Arietta" di Lloyd Webber, il "Preludio e Fuga n. 3 Op. 7" di Dupré, l'"Andantino alla Cantilena" sempre di LLoyd Webber e la splendida "Sonata n. 5" di Guilmant.
Jane Watts ha debuttato nel 1986 alla Royal Festival Hall di Londra, iniziando una prestigiosa carriera concertistica internazionale. Nello stesso anno ha conseguito il premio di "Organista dell'Anno" presso il Royal College of Organists. Due anni dopo è stata scritturata in esclusiva dalla casa discografica Priory Records. Ha tenuto concerti in tutto il Mondo con grande successo sia di pubblico che di critica, producendosi sia come solista che con orchestra. Dal 1991 è organista titolare del Bach Choir of London, prima donna insignita di tale incarico dalla fondazione del coro, avvenuta nel 1876.
In questo concerto possiamo apprezzare compiutamente la sua splendida tecnica e la sua spiccatissima musicalità in un repertorio veramente interessante e di grande suggestione in cui abbiamo personalmente apprezzato in modo particolare i brani di Preston e di Lloyd Webber.



Il 24 Luglio è stata la volta di Joyce Jones, l'organista texana considerata dalla critica statunitense una delle maggiori virtuose della pedaliera. Leggenda vuole che la Jones, pianista, a causa di una brutta slogatura ad una mano si sia dedicata all'organo, acquisendo una tecnica di pedale strepitosa. Ed il programma di questo concerto si apre, appunto, con "Pageant" di Leo Sowerby, uno dei brani considerati più difficili ed impegnativi per i virtuosi del pedale, composto nel 1931 per il nostro Fernando Germani. Dobbiamo però dire, sinceramente, che di gran lunga preferiamo la storica interpretazione del Fernando nazionale all'arruffata, confusa e spesso sconclusionata "esecuzione" della Jones. Ma, a prescindere dai copiosi applausi ricevuti, è tutto il concerto che non ci soddisfa e tradisce una serata decisamente "storta" per l'interprete. A Sowerby segue la "Passacaglia" di Bach, la "Fileuse" di Dupré e la "Fantasia su Ad nos" di Liszt, tutti eseguiti, a nostro modesto parere, in modo assai approssimativo. Da una protagonista così nota ed acclamata da pubblico e critica ci attendevamo una performance di ben più alto livello e ci dispiace molto che in quest'occasione una così prodigiosa capacità tecnica sia stata purtroppo utilizzata così male. D'altra parte non è certo un caso se nella rassegna di video presenti sul sito della Trinity Church questo concerto non compaia ed abbiamo dovuto andarlo a cercare su Youtube per proporvelo nella sua interezza.



L'organista russa Ludmila Golub si è esibita il 31 Luglio 2008 presentando un repertorio assai "tipico" dei concertisti internazionali, nel quale compaiono autori classici, romantici, moderni e contemporanei, senza tralasciare un omaggio musicale alla propria terra ed un altro al Paese che ospita il concerto. E così si parte con il Preludio e fuga BWV 548 di Bach a cui segue la Fantasia K608 di Mozart; il Primo Corale di Franck introduce due brani dall'Opera 129 di Reger (Preludio e Basso Ostinato). La trascrizione per organo (opera dell'autore con il numero d'opus 29b) della Passacaglia dall'Intermezzo dell'opera "La Lady Macbeth del distretto di Mcensk" Op. 29 di Dmitri Shostakovich è l'omaggio dell'organista alla sua terra mentre l'omaggio al Paese ospitante, le Variazioni su "America" di Ives, conclude la performance.
Ludmila Golub, diplomata al Conservatorio di Mosca si è poi perfezionata con Michel Chapuis, André Isoir e Luigi Ferdinando Tagliavini. E' molto affermata come concertista a livello internazionale ed ha partecipato alle più importanti rassegne organistiche del Mondo riscuotendo sempre un ottimo successo sia di pubblico che di critica. Questo concerto ne dimostra le ottime doti musicali e la solida tecnica, che abbiamo gradito maggiormente nei brani romantici e moderni per i quali, peraltro, la Golub rivela una spiccata predilezione.



L'ultimo concerto, tenutosi il 7 Agosto, ha visto alla consolle l'organista Coreano-Statunitense Ahreum Han, che si è prodotta in un repertorio molto interessante, anch'esso molto adatto ad una concertista internazionale ma con un occhio di riguardo ai compositori romantici e moderni. Come brano iniziale viene proposta la Fantasia e Toccata in Re minore Op. 57 di Charles Stanford, a cui segue la Toccata, Adagio e Fuga BWV 564 di Bach. La Quarta Sonata di Mendelssohn precede la Valse Mignonne di Karg-Elert, a cui segue l'Adagio dalla Terza Sinfonia di Vierne. La conclusione è dedicata ad un'altra grande donna dell'organo mondiale, Jeanne Demessieux, con il suo Te Deum.
Dobbiamo dire che la performance di questa organista, nativa di Seul e trasferitasi negli States all'età di sedici anni, ci è piaciuta assai sia sotto il punto di vista della splendida tecnica che della spiccata musicalità. Tutto a memoria, come la Jones del quarto concerto, ma interpretazione accurata, precisa, sentita e di grande spessore, figlia degli studi effettuati con Ken Cowan, Alan Morrison e Thomas Murray. Alcune perplessità sull'interpretazione di Bach, che a molti "puristi" faranno storcere il naso ma che sono pienamente giustificate dalla scuola "americana" da cui la Han proviene.





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