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L'Organo con la coda di scoiattolo




From Youtube: L'Organo con la coda di scoiattolo

di Federico Borsari

 Maria Grazia Amoruso Correva l'anno 1970 e chi scrive era un giovanissimo studente di organo quando, nelle pagine dell'allora diffusissimo "Radiocorriere", apparve un corposo ed interessantissimo articolo a firma Luigi Fait che recava per titolo, appunto, "L'Organo con la coda di scoiattolo". Tale articolo, che purtroppo abbiamo perduto nel corso del tempo, trattava di un curioso organista genovese, tal Giorgio Questa, che si era autocostruito un organo tutto in legno e che se lo portava in giro a bordo di un modestissimo furgoncino in ogni luogo dove effettuava i suoi concerti, lo montava lui stesso e lo accordava nel giro di poche ore e dopo il concerto lo smontava, lo ricaricava sul furgoncino e se lo portava via.
Questo curioso e geniale organista-organaro suscitò subito le nostre attenzioni e negli anni seguenti cercammo di seguirne le tracce per poterlo ascoltare "live"; purtroppo non riuscimmo ad "incrociarlo" ed il nostro desiderio rimase tale.
In seguito di Giorgio Questa non si sentì più parlare granchè; venimmo a sapere che era diventato Presidente della Commissione per la tutela ed il restauro degli organi storici della Liguria e poi più nulla. E' stato quindi con grande piacere che, rovistando tra le "chicche" organistiche del Grande Tubo abbiamo ritrovato quell'organo che ci aveva tanto incuriosito. Purtroppo non abbiamo ritrovato l'organista poichè Giorgio Questa è mancato nella sua Genova nel Giugno dell'anno 2010, dopo un lungo periodo (circa vent'anni) di oblìo dapprima ospite di un monastero, poi quasi eremita in un paesino dell'Alta Langa ed infine ospite di una Casa di Riposo ligure.
Giorgio Questa, figlio d'arte (padre violinista e zio direttore d'orchestra), nasce a Genova nel 1929. Studia pianoforte con la Faveto e con Klepikoff-Ferrari, dedicandosi poi con particolare interesse dapprima alla musica da camera e poi alla polifonia vocale ed all'organo. Agli studi universitari (laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Genova) affianca gli studi e gli approfondimenti musicali seguendo corsi di grandi interpreti dell'epoca tra cui Marie-Claire Alain. Indirizzatosi verso la musica organistica italiana rinascimentale e prebarocca, nel 1962 inizia la realizzazione di un suo sogno: la costruzione di un organo tutto suo, costruzione che terminerà nel 1966.  Giorgio Questa Il risultato è uno strumento totalmente improntato alla tradizione classica italiana con una tastiera di 49 note e prima ottava corta ma con pedaliera estesa di 25 note. I registri sono dieci (di cui uno "intercambiabile" a seconda del repertorio eseguito) e tutte le canne sono in legno. La caratteristica di questo strumento è di essere, a tutti gli effetti, un "portativo" nel senso moderno della parola, cioè un organo portatile. Infatti esso è costruito come una specie di "scatola di montaggio" i cui vari pezzi sono scomponibili ed alloggiati in ventinove casse agevolmente trasportabili. Giorgio Questa inizia quindi la sua carriera di concertista alla stessa stregua di un violinista o di un flautista, portandosi appresso il suo strumento. Per gli spostamenti si serve, infine, di un banalissimo furgoncino che egli battezza, in onore di Girolamo Frescobaldi, uno dei suoi autori preferiti, "La Girobalda". La sua carriera è coronata da molti successi in tutta Europa, dove si esibisce sia come solista ma, anche e soprattutto, in concerto con orchestre e solisti, ricevendone unanimemente grandi lodi e sinceri apprezzamenti; tra i suoi estimatori possiamo annoverare Nadia Boulanger, Narciso Yepes e Sàndor Vegh. La sua fama corre anche oltreoceano e lì viene richiesto per diversi concerti ma Questa non andò mai a suonare negli Stati Uniti poichè non volle mai correre il rischio, imbarcando il suo strumento su navi od aerei, di perderne qualche pezzo.
Giorgio Questa ha lasciato in eredità il suo strumento a Maria Grazia Amoruso, pianista e sua allieva ai corsi di analisi ed interpretazione che egli teneva in Francia a Fointanebleau, che ne è la custode e che, dopo averlo restaurato e rimesso in perfetta efficienza, lo utilizza anch'essa allo stesso modo del suo maestro per tenere concerti in tutta Europa e per onorare la memoria di questo singolare organista che possiamo sicuramente annoverare tra i migliori esponenti dell'organo italiano del secolo scorso.
Come abbiamo detto, l'organo è stato costruito interamente a mano personalmente da Giorgio Questa secondo le caratteristiche specifiche dell'organaria classica italiana. I nove registri "fissi" sono Principale, Ottava, Decimaquinta, Decimanona, Vigesimaseconda, Vigsimasesta, Vigesimanona, Flauto di Notte in Ottava e Flauto di Bosco in Duodecima. Il registro "intercambiabile" può essere costituito da un Fiffaro (Voce Umana) o da un Cornetto a seconda delle esigenze di repertorio. La pedaliera non ha registri propri ed è costantemente unita alla tastiera. Il suono di questo organo è assai particolare per via delle misure delle canne; in effetti la sua potenza di suono è notevole e -lo ascolterete nei video che seguono- i registri del Ripieno, pur essendo realizzati tutti in legno, hanno la sonorità e la brillantezza propria del suono prodotta dalle canne di metallo. Non manca, come accessorio "classico", il tipico registro degli "Uccelli".
 Coda di scoiattolo Ma a questo punto, direte voi, che cosa significa la "coda di scoiattolo" dei titoli della recensione e dell'articolo di Luigi Fait del 1970?
Presto detto. Giorgio Questa si è ispirato agli organi antichi rinascimentali italiani, dove spesso tra i comandi dei registri era presente una manetta con la dicitura "Noli me tangere!" (Non mi toccare!). Si trattava di uno scherzo dedicato agli organisti troppo curiosi i quali, tirando questo registro, si vedevano cadere sulla testa una grossa coda di volpe. Ed anche l'organo di Questa ha la manetta "Noli me tangere", che aziona una robusta coda di scoiattolo che abitualmente sonnecchia sulla canna più grande dello strumento in attesa di essere "solleticata" e sventolata sul naso di qualche organista curioso di oggi.
Maria Grazia Amoruso è una giovane pianista brillantemente diplomata al "Paganini" di Genova, attiva anche nella musica da camera. Si è perfezionata con Berman, Naumov, Yablonskaja ed altri specializzandosi nel repertorio romantico; come concertista è molto apprezzata in tutta Europa anche per le sue interpretazioni del repertorio classico e contemporaneo ed ha inciso due dischi dedicati al repertorio romantico, di cui uno in duo con il violoncellista Giovanni Ricciardi. Recentemente ha iniziato ad esibirsi anche alla consolle dell'organo ereditato da Giorgio Questa, anche lei -come il suo maestro- sia come solista che in concerto con ensembles strumentali e l'orchestra, facendo rivivere non solo uno strumento unico e speciale ma anche lo spirito di quel curioso, particolare e grande organista che fu, appunto, Giorgio Questa. Di questo tutti gli appassionati dell'organo e della musica organistica non possono che esserle grati.
Di seguito i suoi video all'organo "portatile":







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