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Un'Organista Gotica




From Youtube: Ulla Olsson - Organista "Gotica"

di Federico Borsari

Durante le nostre peregrinazioni sulla Grande Rete alla ricerca di novità organistiche ed organarie, ci siamo imbattuti quasi casualmente (argomento della nostra ricerca erano le Sinfonie di Vierne) in un'interpretazione che oseremmo definire "molto particolare" del Finale della prima Sinfonia. "Molto particolare" non nel senso musicale (in effetti quest'interpretazione, molto buona sotto il punto di vista tecnico, risulta musicalmente abbastanza "scontata" ed assolutamente "convenzionale") ma sotto il punto di vista dell'associazione delle immagini alla musica, associazione che può essere caratterizzata da diverse aggettivazioni che nel migliore dei casi si può definire "trasgressiva" per arrivare fino alle definizioni di "offensiva" e "blasfema". Sicuramente, per gli amanti dell'organo la visione di questo video può risultare -nella maggioranza dei casi, supponiamo- perlomeno "fastidiosa". Prima di scendere nella argomentazioni artistiche (e per sapere di cosa stiamo parlando) proponiamo qui di seguito il video, con l'avvertenza che -in effetti- la sua visione potrebbe risultare sgradevole a molti:



Per completezza di informazione, questo video è stato girato mentre l'organista suona in "playback" (su un altro organo, aiutandosi con un paio di registri inseriti per "andare a tempo") il brano già presente in un suo disco in precedenza registrato sull'organo Åkerman & Lund 1905-2008 della chiesa di San Giovanni di Malmö.
Bene. Dato per scontato l'intento provocatorio (ed anche assai ironico-sarcastico) del video, dobbiamo premettere che esso segue la corrente del cosiddetto "Movimento Gotico" (o, come in breve definito, "Goth") che da quasi trent'anni, come diretta derivazione di quello che allora si chiamava "Punk", interessa diversi aspetti della cultura occidentale, andando a coinvolgere -in una miriade di versioni e sfaccettature- campi diversi tra cui letteratura, arti grafiche e visive, moda e -ovviamente- musica, divenendo un fenomeno socio-culturale assai diffuso, soprattutto tra le giovani generazioni, e che ha preso differenti modi di esplicitazione a seconda dell'area geografica di appartenenza (Darkwave, Cybergoth, Romantic Goth, Fetishgoth, Gothlolita, ecc.). L'organista di cui parliamo, la musicalmente assai brava Ulla Olsson, appartiene al genere "Romantic Goth", che si è sviluppato soprattutto nelle regioni Nordeuropee e che sotto il punto di vista dell'estetica assume diversi aspetti della moda dell'Inghilterra vittoriana mentre, sotto il punto di vista musicale, si distacca radicalmente dalle altre "correnti" per privilegiare la preponderante presenza di strumenti a tastiera nell'ambito di un'estetica musicale che propone raffinate elaborazioni armoniche ed in cui -ovviamente- l'organo a canne è figura imprescindibile. La Olsson (che si autodefinisce "un'anziana gotica" in alcuni commenti ai suoi video) sfoggia quindi (e lo potete vedere anche in altri video che trovate sulla rete) abbigliamenti del tutto consoni alla corrente di pensiero a cui appartiene e fa di questa sua appariscente "montre" il punto focale delle sue performances, che se musicalmente non dicono assolutamente nulla di nuovo sotto il punto di vista dell'interpretazione, sotto il punto di vista dell'impatto attirano certamente l'attenzione (e, con essa, tutti i giudizi -positivi e negativi- che ne conseguono). A prescindere (e sottolineiamo "a prescindere") dall'aspetto strettamente musicale, di cui parleremo dopo, personalmente troviamo molto disdicevole che un Curato, un Parroco od un Pastore abbiano concesso l'uso di una chiesa consacrata per la realizzazione di questo video, così come consideriamo assolutamente fuori luogo non solo l'abbigliamento degli attori ma, soprattutto, l'abbigliamento dell'organista. Se calze a rete bucate, guanti di pizzo, corpetti, capigliature di tubi di gomma e microgonne possono essere "interessanti" in diversi ambiti entro i quali si estrinseca la cultura goth, sicuramente non lo sono all'interno di una chiesa, cioè di un ambiente consacrato. E questo non per bigotteria o per altri motivi religiosi (che lasciamo ad altri); semplicemente per alcuni basilari fattori di "buon gusto", "educazione" e "rispetto", rispetto del luogo in cui ci si trova, rispetto per le altre persone con cui ci si rapporta e rispetto per se stessi e per la propria dignità. Il fatto che l'organista sia svedese e che tutto l'insieme sia stato confezionato in quel Paese, purtroppo, altro non significa che i danni causati dalla malintesa interpretazione del concetto di "libertà" che da decenni caratterizza le società "progressiste" del Nord Europa sono ormai irreparabili.
Ciò detto, occupiamoci dell'aspetto puramente musicale che, per essere correttamente esplicitato, deve partire da un accorgimento preliminare: ascoltare l'audio senza guardare il video (e questo vale per tutti i video della Olsson). Adottando questa precauzione, sull'interpretazione di quest'organista si possono formulare alcune considerazioni squisitamente tecnico-musicali. La prima è che -senza dubbio- la Olsson è una brava organista, dotata di un'ottima tecnica (anche se, a nostro parere, lavora troppo di braccia e poco di polso) e di un invidiabile background artistico (e gli anni di perfezionamento effettuati a Parigi negli Anni Ottanta con Langlais e Litaize hanno lasciato il segno) che le consentono di suonare i grandi romantici e postromantici francesi (di cui si dichiara appassionata cultrice) con tutte le carte in regola. Non più -come si dice- "di primo pelo", quest'organista si dimostra di solida scuola (a dispetto delle apparenze, può vantare anche un master in "Musica da Chiesa" conseguito all'Accademia di Malmö ed il fatto di aver svolto per più di vent'anni l'attività di organista liturgica a Lund) e di attenta cura sia nel cogliere le diverse particolarità delle composizioni che nel saperle proporre con proprietà di linguaggio e con una padronanza invidiabile dello strumento. Il suo approccio alle partiture è assolutamente "romantico" e dimostra una sensibilità musicale notevole. In negativo (ma dipende dai punti di vista), spicca una generale tendenza a tenere tempi più "ampi" rispetto a quelli a cui normalmente ci hanno abituato i moderni interpreti francesi ed a non presentare quasi mai quegli "spunti" interpretativi che in questo genere di musiche spesso fanno la differenza tra una normale esecuzione ed una brillante interpretazione. In definitiva, la Olsson nelle sue pur belle ed interessanti interpretazioni non ci propone e non ci dice mai nulla di veramente nuovo sulle musiche che interpreta, lasciandoci -viste anche le sue ottime qualità tecniche- un pizzico di rammarico.
Un'ultima considerazione. A nostro parere (ma non solo nostro) per essere apprezzati e ben valorizzati nel campo della musica organistica non solo bisogna suonare bene (cosa che la Olsson fa senza alcun dubbio) ma, anche, sapersi presentare nel modo giusto nel luogo giusto. Personalmente, inviteremmo molto volentieri quest'organista a suonare in qualcuna delle rassegne organistiche che talvolta organizziamo ma -sicuramente- microgonne, piercing e calze a rete rimangono a casa.



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