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Organi elettronici (Quarta parte)




Nella scorsa trattazione abbiamo visto cosa sono e come si ottengono i cosidetti "suoni campionati", che sono da circa una ventina d'anni la soluzione più frequente nell'ambito della produzione musicale elettronica digitale, ivi compresi gli organi digitali campionati che sostituiscono ampiamente gli organi a canne in diverse situazioni ed occasioni. Oggi tratteremo del modo in cui questi suoni possono essere utilizzati.
In pratica, una volta ottenuti i vari suoni campionati occorre che essi possano essere fatti suonare tramite una tastiera. A questo compito provvedono le cosidette "Interfacce MIDI", appositi dispositivi elettronici digitali che equipaggiano non solo gli strumenti musicali elettronici ma, anche, tutti gli organi a canne di ultima generazione.
 Yamaha DX7 I dispositivi MIDI traggono il loro nome dal "protocollo" di comunicazione elaborato all'inizio degli Anni Ottanta del secolo scorso e che aveva come scopo il poter far comunicare tra di loro diversi strumenti musicali elettronici per fare in modo che tutti potessero interagire con gli altri e/o potessero essere gestiti attraverso tastiere dedicate. Il protocollo MIDI (Musical Instrument Digital Interface) fu ideato da due tecnici statunitensi, Dave Smith e Chet Wood, nel 1981 e dopo pochi anni divenne il sistema standardizzato adottato da tutti i costruttori di strumenti musicali elettronici del mondo; per curiosità, le prime due case produttrici che lo adottarono furono la Yamaha e la Kawai e la prima tastiera elettronica che lo utilizzò fu la "storica" Yamaha DX7.
Di tutti i protocolli di comunicazione digitale, il MIDI si è rivelato fin da subito potentissimo e molto completo, tanto da non aver subito praticamente alcuna modifica da allora ad oggi. La sua affidabilità e potenza è data dalla semplicità e standardizzazione dei comandi nonchè dall'enorme possibilità di integrare il set di istruzioni native con una grande quantità di istruzioni "particolari" che possono essere adibite alla gestione di innumerevoli parametri per il funzionamento di strumenti musicali elettronici specifici e diversissimi tra di loro.
Non staremo qui ad esplicare le particolarità tecniche del linguaggio MIDI, così come non tratteremo gli "Header Chunk", i "Tick", i "Metadati", il "Delta Time", la differenza tra i messaggi di canale ed i messaggi di sistema ed altre specificità strettamente tecniche su cui si basa il funzionamento di questo linguaggio. Ci basti sapere che in un comando MIDI sono contenute tutte le informazioni necessarie a far suonare una determinata nota. In pratica, quando noi premiamo un tasto su di una tastiera MIDI, da essa parte un segnale digitale che contiene tutte le informazioni (denominate "controllers") relative: di quale nota si tratta, in quale ottava si trova, se abbiamo premuto oppure rilasciato il tasto (note ON oppure note OFF), con quale forza lo premiamo (Aftertouch), con quale velocità lo abbassiamo (velocity).... insomma, tutte le informazioni che possono consentire ad uno strumento musicale elettronico collegato alla tastiera di poter "suonare" quella nota esattamente nel modo in cui noi desideriamo.
 Interfaccia MIDI A questi parametri il protocollo MIDI unisce anche una serie di "controlli continui" che vanno a monitorare istante per istante alcune caratteristiche del suono: intensità, variazione dell'intonazione e di vari parametri. In ultimo, il sistema MIDI prevede anche una serie di comandi, denominati "Sysex" (di sistema esclusivo), che possono essere utilizzati per pilotare e far funzionare strumenti musicali di tipo specifico con comandi particolari.
Una delle specificità più interessanti del sistema MIDI è che esso agisce su 16 canali differenti, ognuno dei quali può essere collegato ad un diverso strumento. Poichè tutti gli strumenti musicali elettronici attuali possiedono, oltre alle due normali prese MIDI (IN e OUT), anche una terza presa denominata THRU (attraverso) che consente ai segnali degli altri canali diversi da quello utilizzato da quello strumento di essere reindirizzati, ecco che un'interfaccia MIDI normalissima (che oggi si può acquistare con poche decine di Euro) può agevolmente pilotare e far funzionare fino a sedici strumenti musicali elettronici diversi collegati "in cascata" (uno di seguito all'altro).
Inutile dire che l'adozione dell'interfaccia MIDI nel campo della musica elettronica digitale ha praticamente rivoluzionato il panorama e, ovviamente, le sue caratteristiche si sono subito rivelate ottime per gestire anche gli organi eletronici liturgici a suoni campionati. Tramite questa interfaccia, infatti, è stato possibile dotare questi strumenti di possibilità mai viste in precedenza e che hanno consentito la nascita e realizzazione dei migliori strumenti in circolazione da una ventina d'anni a questa parte.
 Organo Ibrido Ma l'interfaccia MIDI si è rivelata anche perfetta per "integrare" con nuove possibilità gli organi a canne, ovviamente quelli a trasmissione elettronica. Praticamente tutti gli organi a trazione elettronica costruiti nell'ultimo ventennio adottano questo protocollo per "registrare" le performances organistiche e riproporle anche in assenza dell'organista. Se i primi modelli consentivano la registrazione su dischetti, recentemente si sono potute utilizzare memorie di tipo molto sofisticato che permettono di registrare milioni di dati, compresi i cambi dei registri e tutte le variazioni di dinamica delle casse espressive, conseguendo risultati di precisione e fedeltà veramente impressionanti. Inoltre, recentemente, questo sistema -grazie ad un dispositivo progettato e realizzato da una nota casa italiana di apparecchiature elettroniche digitali "dedicate" all'organo a canne- ha anche reso possibile le prime esperienze tendenti a rendere l'organo a canne "espressivo" anche in fase di emissione del suono così come ha aperto la strada alla possibilità di dotare strumenti a trazione elettronica di una trazione meccanica "virtuale", che già ha reso ottimi risultati, ad esempio, nell'organo di Tenerife.
Ma, tornando agli organi digitali, possiamo dire che la fortunatissima combinazione tra suoni campionati e sistemi MIDI ha consentito l'apparizione sui mercati di strumenti veramente pregevoli e di grande completezza fonico-timbrica. Nel panorama europeo sono presenti diverse ditte la cui produzione spazia attraverso un'amplissima gamma di strumenti che va dai piccoli organi da studio fino a grandi strumenti da chiesa, alcuni dei quali di tipo "ibrido", cioè dotati anche di alcuni registri "veri", il suono delle cui canne è perfettamente integrato con quello dei registri campionati. Allo stesso modo, diversi organari "classici" hanno integrato attraverso sistemi MIDI i loro strumenti a canne con registri a suoni campionati che ne ampliano notevolmente le possibilità timbriche senza peraltro snaturarne il carattere.
 Software Organo Ma l'ultima e più recente applicazione dei suoni campionati e dei sistemi MIDI sì è avuta nel campo delle applicazioni per computers. Sono infatti in commercio diversi applicativi (programmi) che consentono di avere sul proprio computer casalingo i suoni campionati di interi strumenti reali, appositamente ed accuratamente campionati; tramite apposite "interfacce" grafiche (foto a lato) che simulano le consolles di questi strumenti ed un collegamento a tastiere (o, anche, a vere e proprie consolles appositamente realizzate) è possibile "suonare" questi strumenti come se fossero realmente presenti nelle nostre case.
Sul mercato attuale sono presenti diversi di questi applicativi ed a fianco di alcuni molto performanti (e dal costo anche significativo) se ne trovano anche alcuni totalmente gratuiti le cui caratteristiche, pur non raggiungendo i livelli performanti degli altri, consentono anche a chi non ha le possibilità di dotarsi di computers di ultima generazione e di permettersi un software altamente professionale di poter avere una discreta dotazione di organi campionati a disposizione. A questo proposito è interessante anche notare come, soprattutto negli ultimi anni, si è moltiplicata l'attività di case editrici digitali specificatamente nate con l'obiettivo di campionare nel migliore dei modi e commercializzare i suoni dei più conosciuti e noti organi storici europei. In questo modo non è per nulla difficile riuscire a dotare il proprio computer dei suoni di prestigiosi ed interessanti strumenti, ovviamente corredati dei rispettivi "rumori" della trasmissione, dei mantici e del cambio dei registri. Insomma, oggi ogni organista che abbia il desiderio di suonare (anche solo per diletto personale) a casa sua, ad esempio, il Cavaillé-Coll di St. Etienne di Caen, lo Schnitger di Zwolle, il Silbermann di Freiberg, l'Isnard di St.Maximin, l'Antegnati di Brescia o il nuovissimo Formentelli di Rieti lo può fare, ovviamente accollandosi, oltre al costo del software, anche la spesa dell'acquisto dei campioni che, a seconda dello strumento e delle sue caratteristiche, può arrivare anche a diverse centinaia di Euro.
 Trinity Wall Street Organ Questo è il panorama attuale degli organi elettronici e/o digitali. Indubbiamente le caratteristiche di questo tipo di tecnologia fanno presumere che in un futuro non tanto lontano, ad esempio, si possano suonare "via Internet" grandi organi (a canne, ovviamente) siti in ogni parte del mondo rimanendo comodamente seduti alla consolle del proprio organo di casa. A parte questa ipotesi, alla quale peraltro si sta lavorando da qualche anno con ottimi risultati, già oggi la tecnologia permette di ottenere strumenti di grande impatto sia fonico che timbrico. Ne è un esempio molto interessante l'organo della Trinity Wall Street Church di New York. Questo strumento, realizzato da Marshall & Ogletree nel 2003 e di cui abbiamo già parlato in occasione di una recensione video, è totalmente elettronico con suoni campionati ed è stato realizzato dopo che il precedente strumento era andato quasi completamente distrutto in occasione dell'attacco terroristico dell' 11 Settembre 2001. Appositamente progettato nell'ottica di ottenere uno strumento il cui suono possa essere praticamente identico a quello di un vero organo a canne, è completamente gestito da una serie di computers muniti di sistema operativo Linux ed il suono è generato da due sistemi di elaborazione molto sofisticati che gestiscono banchi di suoni campionati della lunghezza di oltre tre minuti ciascuno. Il sistema di amplificazione e diffusione conta sessanta casse acustiche pilotate da settantaquattro canali audio indipendenti e la potenza di emissione varia da un minimo di 150 ad un massimo di 500 Watts. Per le frequenze più basse sono stati impiegati amplificatori ed altoparlanti specificatamente progettati e realizzati al fine di avere la minima distorsione possibile. Per comandare questa meraviglia digitale è stata installata un'apposita consolle realizzata da Ruffatti. Se volete ascoltare il suono di questo organo potete visitare questa pagina.



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