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Organi reali e...virtuali.




 Organo Barocco Virtuale Non tanto tempo fa, nelle pagine dedicate agli organi "elettronici", abbiamo accennato a quell'interessantissimo fenomeno che sono gli "organi virtuali", cioè quegli applicativi che consentono di poter suonare, comodamente seduti alla consolle del proprio organo di casa, una ormai nutritissima serie di organi reali i cui suoni, appositamente campionati, vengono "caricati" nella memoria del nostro computer.
Se solamente un lustro fa questa cosa era ancora considerata quasi fantascienza, nel giro di pochi anni questi applicativi sono diventati molto comuni ed assai richiesti, soprattutto da una nutrita schiera di organisti che gradiscono assai questa possibilità e che spesso realizzano in questo modo anche performances artistiche e musicali di ottimo valore.
Anche chi scrive, per curiosità sia musicale che tecnologica, ha provato a cimentarsi (e tuttora si cimenta) con questi softwares e dobbiamo dire che già fin dall'ormai lontano 2008 abbiamo provato l'ebbrezza di utilizzarli effettuando esperimenti di "melange" di vari strumenti che hanno sortito risultati assai buoni. Ma se tecnicamente abbiamo potuto apprezzare le possibilità che si sono via via ampliate, arrivando alle attuali tecnologie decisamente sofisticatissime, dal punto di vista squisitamente "emozionale" dobbiamo dire che sono sorti diversi dubbi che ci hanno indotto ad alcuni ragionamenti, peraltro comuni a molti organisti, che esporremo in seguito nella trattazione.
Il panorama odierno presenta diverse possibilità di utilizzo di queste tecnologie e, come abbiamo detto in passato, offre soluzioni sia a pagamento che gratuite. Il software che oggi, secondo noi (ma anche secondo gli esperti in materia), offre le performances più "spinte" è sicuramente Hauptwerk, ormai arrivato alla quarta versione.
 Organo Italiano Classico Virtuale Questo software ha origini abbastanza lontane e fu ideato nel 2002 da Martin Dyde, che ne predispose una versione che allora "girava" solo su sistemi Windows (qui potete trovare la pagina internet di quella prima versione). Venduti i diritti dapprima (nel 2006) alla ditta Crumhorn Labs, nel 2008 tutto fu rilevato dalla ditta Milan Digital Audio di Brett Milan; da questo momento Hauptwerk iniziò quel cammino di evoluzione tecnologica che lo ha portato ai livelli odierni. I punti di forza che questo software oggi presenta sono l'accuratissima selezione dei samples, che vengono gestiti separatamente nelle tre fasi di riproduzione (attacco, mantenimento e conclusione) mediante algoritmi molto sofisticati; un altro aspetto molto curato è l'espressività, cioè la gestione dell'aumento e diminuzione del suono a seguito dell'azionamento della cassa espressiva, che non è un semplice aumento/diminuzione del volume, ma è gestita anch'essa da algoritmi che simulano nel migliore dei modi l'attenuazione delle dinamiche basandosi su rigorosissimi studi di fisica acustica effettuati su strumenti veri. Una particolare attenzione, inoltre -e questo è davvero uno dei punti di forza del programma- viene dedicata alla riproduzione, calibrata per ogni singola canna, del modello fisico del suono e che fa in modo che il suono di ogni canna possa essere "reso" nel modo più fedele possibile. A tutto questo, che è il "core", cioè il nocciolo pulsante, del programma, fanno adeguato coronamento una miriade di utilities che riguardano tutte le altre caratteristiche, tra cui la possibilità di "interfacciare" nel migliore dei modi il software con i più disparati sistemi di riproduzione sonora, partendo dalle normali casse acustiche del computer per arrivare fino ai più grandi sistemi audio con decine di canali e centinaia di watts di potenza. La gestione di tutto questo è resa possibile da interfacce grafiche che ricalcano le consolles originali dei vari organi, con tutti i comandi riportati nel modo grafico più fedele e che possono essere azionati in modo assai naturale tramite i recenti "touchscreens". L'originalità della riproduzione dei suoni è infine completata dai "rumori" connessi, cioè il rumore dei motori, dell'aria che esce dalle canne, della catenacciatura o della trasmissione pneumatica e dei meccanismi dei somieri. Ovviamente gli strumenti sono presentati nell'accordatura originale ma c'è la possibilità di tramutarla sia nei più noti temperamenti antichi che nel temperamento equabile.
 Organo da chiesa virtuale-reale Indubbiamente, con queste caratteristiche tecnico-foniche, Hauptwerk è attualmente il migliore software del genere in circolazione ed è talmente apprezzato che molti "autocostruttori" hanno realizzato consolles "dedicate" mentre alcune case organarie stanno cominciando a predisporre consolles professionali da utilizzarsi appositamente con esso (nella foto a fianco ne vediamo una molto bella e sofisticata con ampio utilizzo -ce ne sono ben tre di cui uno sistemato al posto del leggío per la visualizzazione delle partiture- di "touchscreens").
A fianco del programma gestionale ci sono poi le librerie di campioni, cioè i suoni campionati dei registri dei vari organi disponibili. Oltre alla Milan Digital Audio, che propone una serie di campionamenti di ottimi organi europei di tutte le epoche (si va dall'Antegnati della chiesa di S.Carlo di Brescia fino al Willlis quattro tastiere della Cattedrale di Salisbury), molte ditte sono nate e si sono dedicate esclusivamente a questo nuovo business, ottenendo (anche a caro prezzo in tema di diritti e royalties) le autorizzazioni al campionamento di alcuni dei più famosi e prestigiosi organi del Mondo, tra cui diversi storici Silbermann e Schnitger, alcuni tra i più conosciuti Cavaillé-Coll, molti organi britannici e statunitensi, un paio di Sauer romantici, alcuni organi positivi e, tra le ultime uscite, anche l'organo della National Concert Hall di Budapest, strumento che trattiamo nella pagina dedicata agli organi.
Questo applicativo già fin dalla sua prima apparizione non è mai stato gratuito, ma se allora si trattava di un sotware "shareware", attualmente è un vero e proprio prodotto commerciale il cui costo si aggira sui cinquecento euro. Ovviamente i vari "strumenti" disponibili sono anch'essi a pagamento ed il loro costo è di tutto rispetto. Il Trost di Walthershausen, ad esempio, costa cinquecento Euro tondi tondi, lo Schnitger di Stade poco meno mntre il Cavaillé-Coll di Metz costa quasi settecento Euro. Insomma, tra programma e tre o quattro tra i migliori strumenti a disposizione si spendono comodamente anche tremila Euro, a cui si devono aggiungere le eventuali spese per dotarsi di un computer "adatto" a sopportare il funzionamento del programma (sia in termini di impegno della CPU che di carico della RAM) e di un impianto di riproduzione audio che possa giustificare in termini di qualità e fedeltà tutte le possibilità che esso fornisce. Se poi ci si vuole dotare di una consolle "dedicata", i costi finali non sono certamente alla portata di tutti.
 Organo Moderno Virtuale Ovviamente, come per tutte le cose del mondo informatico, ci sono alcune valide alternative per chi non vuole (o non può) sobbarcarsi un tale sforzo finanziario. Esistono infatti almeno due "freeware" che consentono, ovviamente senza tutte le raffinatezze di Hauptwerk, di avere a disposizione anche su computers non propriamente di "ultima generazione" una buona serie di strumenti, alcuni dei quali sono anch'essi gratuiti.
Uno di questi è jOrgan, un programma sviluppato da Sven Meier utilizzando il linguaggio di programmazione Java. L'ultima release risale al Dicembre 2010 e, seppur mancante di moltissime delle possibilità che caratterizzano Hauptwerk, è comunque un'ottima alternativa. Questo programma, come Hauptwerk, "gira" sia su sistemi Windows che Mac e, in più, ne esiste anche una versione Debian per le più note piattaforme Linux. E' anch'esso dotato di accattivanti interfacce grafiche e consente di variare i temperamenti. Essendo un progetto Open Source, il codice nativo è disponibile per tutti quegli sviluppatori che desiderano migliorarne le prestazioni, aggiungere possibilità e, come si dice nel gergo, "smanettarci sopra". Questa caratteristica consente inoltre a coloro che "masticano" di Java, di costruire specifici strumenti utilizzando i suoni campionati che più loro aggrada. Ad esempio è possibile, per chi ne volesse avere il tempo e la pazienza, campionare i suoni delle canne di un qualsiasi organo e poi, letteralmente, "costruire" il relativo organo "virtuale" dotandolo della consolle grafica che più gli piace (a tiranti, a placchette, con o senza combinazioni, casse espressive e tutto quanto). Anche per questo organo sono disponibili organi già pronti all'uso e, come il programma, sono gratuiti. Si spazia anche qui da un paio di Cavaillé-Coll a diversi Silbermann, ci sono alcuni organi britannici ed americani dell'Ottocento, un organo spagnolo, un paio di barocchi francesi ed altri strumenti che possono soddisfare anche gli organisti più esigenti.
 Organo Inglese Virtuale Il secondo applicativo gratuito che possiamo trovare è GrandOrgue. La particolarità di questo applicativo (che in origine si chiamava MyOrgan), arrivato alla terza versione rilasciata nel Giugno 2013 scorso, è che è stato ideato dallo stesso "creatore" di Hauptwerk prima che egli si trasferisse, armi bagagli e listati, nel progetto Hauptwerk. Attualmente lo sviluppo viene portato avanti da uno staff di sviluppatori che ne hanno predisposto e rese disponibili versioni per sistemi Windows (sia a 32 che a 64 bit), Mac (ultima release per OS-X Darwin) e per le distribuzioni Linux SuSE, Fedora, Debian ed Ubuntu.
Il fatto che il programma sia sempre in sviluppo da parte di un team di programmatori, fa si che GrandOrgue si arricchisca continuamente di nuove caratteristiche che lo rendono sempre più simile, per prestazioni e caratteristiche, ad Hauptwerk e che ne fanno il suo concorrente "free" più agguerrito. Anche qui interfacce grafiche molto accattivanti e possibilità di modificare anche i parametri più raffinati. Anche in questo caso, come per jOrgan, per chi ha una buona confidenza con la programmazione XML è possibile costruire, canna per canna, il "suo" organo. La particolarità che riteniamo, inoltre, molto interessante, è che, grazie alla sua "paternità" nei confronti di Hauptwerk, molti degli organi che possono essere utilizzati su Hauptwerk sono suonabili anche su GrandOrgue. Tra gli strumenti disponibili gratuitamente troviamo anche qui alcuni Silbermann, organi inglesi ed americani, strumenti italiani ed alcuni organi neobarocchi nordici e francesi. Attualmente GrandOrgue è ritenuto l'alternativa gratuita più valida rispetto ad Hauptwerk.
Bene, dopo aver dato una sommaria occhiata agli organi "virtuali" più noti ed utilizzati, possiamo esprimere le nostre, peraltro opinabili, opinioni in proposito.
E' indubbio che questi programmi hanno aperto e promettono grandi prospettive nel campo della virtualizzazione dell'organo, consentendo a tutti coloro che vogliono provarne l'emozione, di suonare uno strumento altrimenti "irraggiungibile" standosene comodamente seduti alla consolle di casa, con tutte le soddisfazioni artistiche e musicali che ciò comporta. Ma questi programmi portano con loro tutti i problemi che l'informatizzazione estrema ha generato in tutti gli altri campi. Alcuni tra i più acuti osservatori della società contemporanea hanno sottolineato, a torto o a ragione, come, ad esempio, i social network abbiano radicalmente cambiato, spesso in peggio, il modo di stare insieme delle persone, riducendo le relazioni da personali a virtuali, cioè filtrate dalla grande rete. Ovviamente è un esempio generalizzato, ma da modesti organisti quali siamo ed avendo provato quanto "intrigante", ed anche soddisfacente, sia posare le dita sulla tastiera ed ascoltare, al posto dei soliti banali suoni del nostro organo elettronico, lo spettacolare Grand Jeu dell'organo della Madeleine di Parigi, abbiamo anche noi per un attimo ceduto alle gradevoli tentazioni di farci un bell'organo virtuale. Ma ascoltare i suoni perfettamente campionati, il rumore dei mantici e lo sferragliare delle trasmissioni dagli altoparlanti del nostro, pur di tutto rispetto, impianto hi-fi alla lunga ci hanno tolto quella che era, ed è tuttora, l'emozione di "vivere" un organo vero. L'abbiamo recuperata, semplicemente, andando a suonare un organo a canne vero, un bel pneumatico degli anni d'oro dell'organaria italiana. Abbiamo respirato l'odore dell'angusta e polverosa scala di pietra, e salendo abbiamo pregustato il piacere di premere l'interruttore ed ascoltare il rumore dei mantici che si gonfiavano e dell'aria che riempiva le tubazioni. Abbiamo goduto del contatto fisico delle dita che si posavano sulle placchette colorate mentre sceglievamo i registri, abbiamo ascoltato quasi con tenerezza il leggero cigolìo della cassa espressiva mentre si apriva e chiudeva, abbiamo spolverato con delicatezza le tastiere, abbiamo "auscultato" il tocco dell'avorio consumato ed ingiallito dei tasti e quando abbiamo finalmente formulato il primo accordo ecco che abbiamo ritrovato quell'onda sonora calda, avvolgente, che partendo dalle canne sopra la nostra testa si spandeva allargandosi nello spazio intorno a noi fino a riempirne tutti i più piccoli angoli, ritornando poi con mille echi e riverberi, in un turbinìo di armonici dai mille colori che si andavano a mescolare, in un arcobaleno di variazioni, con i suoni sempre nuovi che fluivano uno dopo l'altro dalle canne. Abbiamo "sentito" il "respiro della Musica" e ne abbiamo fatto parte. Tutto questo non ce lo può -e non ce lo potranno mai dare- nè Hauptwerk nè qualsiasi altro software, per sofisticato e perfetto che possa essere.
Gli organi virtuali sono splendidi, bellissimi ed ormai pressochè perfetti ma, appunto, "virtuali". Sono perfetti per suonare con buona soddisfazione un francesissimo Basse de Trompette "immaginando" di stare seduti alla consolle del poderoso e splendido Formentelli di Rieti, ma chi quell'organo lo ha suonato "live" ne ha riportato emozioni talmente dirompenti che per nulla al Mondo cambierebbe quell'esperienza con lo stesso organo virtualizzato.
Ovviamente nulla vieta di utilizzare questi splendidi programmi per un utilizzo che sicuramente in termini di qualità di suono e di possibilità artistiche garantisce soddisfazioni veramente notevoli, ma noi riteniamo che ogni tanto una bella seduta di recupero della vera emozione di suonare un organo "vero" la si debba fare. Ovviamente, questo discorso non vale per quei concertisti che passano in continuazione da una consolle all'altra dei più famosi e rinomati organi del Mondo e che di Hauptwerk e consimili surrogati non hanno alcun bisogno.
A proposito, avete mai pensato che con i soldi che si devono spendere (tra hardware, software, librerie di suoni ed impianti audio adatti alla bisogna) per dotarsi del meraviglioso "Hauptwerk" ci si pagano tre o quattro bei viaggetti, ad esempio in Francia, Germania ed Inghilterra, in cui scoprire, apprezzare e -ovviamente- suonare dal vivo quegli stessi organi?



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