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Racconto: I due cadaveri di Westminster - Seconda parte




Riassunto delle puntate precedenti.

La mattina di Natale, Sherlock Holmes ed il Dr. Watson vengono chiamati a Westminster, dove nel cortile dell'Abbazia è stato ritrovato il cadavere di uno sconosciuto. Holmes effettua le prime indagini ma mentre sta per tornare a casa, viene avvisato che è stato trovato un altro cadavere all'interno della chiesa. Si tratta dell' organista.


Ci precipitammo verso l'Abbazia. Entrati dalla porta laterale, l'Abate ci fece cenno di seguirlo; attraversammo una parte del transetto e, passando attraverso una porticina ricavata nel grande pilastro, entrammo nel coro, dove alcuni religiosi stavano recitando le loro lodi. Attraversammo il coro e giungemmo di fronte ad un'apertura larga appena a sufficienza per fare passare una persona, al di là della quale si arrampicava una scala a chiocciola ricavata all'interno della struttura in pietra dell'Abbazia.
Ci avventurammo, uno dopo l'altro, l'Abate in testa, per la ripida chiocciola e dopo due brevi rampe elicoidali giungemmo ad una specie di ballatoio dove, da una parte, si dipartiva un'altra rampa di scale, molto più larga della precedente, mentre dall'altra si trovava una porta chiusa da un pesante uscio in legno borchiato. Alla luce della fiaccola che ardeva da un pesante portalampada in ferro battuto infisso nel muro, si vedeva a terra il corpo di una persona, quasi raggomitolato contro la porta chiusa, la testa reclinata da un lato e gli arti in posa scomposta, quasi fosse una marionetta abbandonata. Mentre l'Abate si precipitava accanto al poveretto, Holmes, che non aveva finora proferito parola, accostandosi al muro ed osservando attentamente la fiaccola, mi trasse accanto a se.
- Questa non ci voleva, Watson, tanto più che ci farà arrivare in ritardo per il tacchino.
- Deve convenire, però, Holmes -risposi- che due cadaveri in un solo colpo valgono questo ritardo.
Holmes non mi rispose e, dopo avere esaminato da vicino il muro e la fiaccola, si dedicò al cadavere. Questi era un uomo di età ancora abbastanza giovane, vestito sobriamente ma con una certa eleganza; i tratti del viso erano abbastanza regolari, quasi gentili. Il corpo non recava tracce di alcuna violenza e tutto faceva pensare che la morte fosse stata causata dall'urto violento della testa sul gradino di pietra della porta.
- Suppongo che la scala porti all'organo, vero? -chiese Holmes dopo essersi rialzato.
- Esatto, Signor Holmes -rispose l'Abate levandosi anch'egli- Da lì si accede alla tribuna dell'organo ed alla cantoria.
Holmes si avviò su per la scala, osservando attentamente i gradini ed il corrimano, formato da una corda che passava attraverso alcuni anelli infissi nella pietra. In cima alla rampa, di una ventina di gradini, si apriva un uscio, anch'esso protetto da una pesante porta borchiata. Spingemmo l'uscio e ci trovammo su di un'ampia tribuna. Al lato opposto giganteggiava l'organo, alle cui tastiere sedeva un signore dall'aspetto burbero, già avanti negli anni e completamente vestito di nero, il quale stava accompagnando il canto dei religiosi del coro.
Holmes si fece avanti e con aria attenta iniziò ad ispezionare la tribuna, su cui si allineavano le panche riservate ai coristi dell'Abbazia.
Ci avvicinammo infine all'organista il quale, senza staccare le mani dalle tastiere, ci accolse con uno sguardo ben poco gentile.
- Il Signor Preston non ama che lo disturbino mentre svolge il suo lavoro -bisbigliò l'Abate all'orecchio di Holmes- ma è un ottimo musicista ed una persona molto a posto; non per nulla è stato nominato Primo Organista.
Attendemmo che terminasse l'Officio e mentre le ultime note si disperdevano nella chiesa Holmes si rivolse all'organista.
- Mi scusi, Signor Preston, ma è la prima volta che ho l'occasione di seguire da vicino il lavoro di un organista e debbo dire che sono rimasto sorpreso dalla sua abilità.
- Preferirei dare prova della mia abilità in altre occasioni, non in questi servizi minori che non mi competono!
L'uomo aveva risposto di malavoglia, senza voltarsi, mentre richiudeva il pesante libro che aveva tolto dal leggio.
- Ha perfettamente ragione, Signor Preston, -si affrettò a dire l'Abate- purtroppo la morte del secondo organista ci ha obbligato a richiedere il suo aiuto, specialmente in considerazione della festività....
- Bella Festività! -disse- Ti vengono a tirare giù dal letto di prima mattina e, come se non bastasse, non appena arrivo qui mi trovo un cadavere tra i piedi!
- Allora il cadavere del suo collega l'ha trovato lei? - disse Holmes.
- certo che l'ho trovato io! E quando quel chierico l'ha visto è scappato via come un fulmine!
Holmes si volse verso il chierico, che si era tenuto in disparte vicino all'uscio della cantoria.
- Come mai non lo avete visto prima, il cadavere?
Il chierico si fece rosso in volto.
- Io, veramente, non lo so. Al primo Ufficio non si usa l'organo. Al secondo, quando abbiamo visto che il Signor Shilton non scendeva, il Priore mi ha mandato a cercarlo in camera, al Seminario, ma non c'era. Allora sono andato a chiamare il Signor Preston e quando è salito ha trovato il corpo. Mi ha chiamato ed io sono subito corso ad avvertirvi.
- E. mi dica, quando è andato a chiamare il Signor Shilton, è entrato nella sua camera?
- Certo. Ho bussato ma non rispondeva nessuno; allora, temendo che fosse successo qualcosa, sono entrato, ma tutto era in ordine e del Signor Shilton non c'era traccia.
Nel frattempo, l'organista, dopo essere rientrato da una porticina in cui era nel frattempo sparito, aveva raccolto alcuni libri e si era avviato verso l'uscita.
- Cosa c'è dietro quella porta, Signor Preston? -chiese Holmes.
- il motore dell'organo ed i mantici. E ora, se non vi dispiace, auguro una buona giornata a tutti.
- Signor Presto! -lo richiamò Holmes mentre stava per varcare la soglia- Dimentica il suo mantello!
L'organista si fermò, guardò il mantello posato su di una panca della cantoria e, voltandosi, si riavviò verso l'uscio.
- Quello non è il mio mantello. Arrivederci, signori!
E sparì oltre la porta.
- Però, -fece Holmes una volta uscito- non pare che la morte del suo collega l'abbia scosso più di tanto.
- in effetti -intervenne l'Abate- tra i due non è mai corso buon sangue, anche per il carattere scontroso di Preston. Prima che fosse nominato Primo Organista era ossessionato dall'idea che Shilton prendesse il suo posto.
Holmes prese in mano il mantello abbandonato sulla panca e lo esaminò.
- A proposito, come si chiamava di nome Shilton?
- Andrew. Andrew Shilton. -rispose il rettore.
- Bene -concluse Holmes- Questo mantello era suo. Ed ora, caro Watson, direi che potremmo andare, non prima, però, che io abbia dato un'occhiata al di là di quella porta.
E si avviò verso la porta dove l'organista aveva detto si trovavano i mantici dell'organo.
lo seguimmo, e ci trovammo in una stanza umidiccia e buia. Holmes, trovata una lanterna du si una mensola accanto all'uscio, l'accese e si inoltrò. In un angolo verso il fondo si trovava un grande motore a gas, dalla cui puleggia si dipartiva una grande cinghia di cuoio che attraverso due buchi nell'impiantito passava sotto il pavimento. Anche la tubatura del gas di città arrivava da sotto l'impiantito ed il rubinetto era posto accanto al motore; il tubo di scappamento si perdeva in un foro nel muro di cui non si riusciva ad intravedere il termine.
- Come si accede alla stanza inferiore? -chiese Holmes.
L'Abate si avvicinò ad una maniglia infissa su di una tavola del pavimento e la trasse, aprendo una botola da cui una scala in legno scendeva in un andito buio e maleodorante. Alla luce della lanterna si intravedevano i mantici, azionati da un albero di ferro a gomiti collegato ad una grande ruota mossa dalla cinghia del motore.
Holmes, reggendo la lampada, si calò nella botola e per alcuni minuti lo sentimmo aggirarsi per l'angusto locale. Quando finalmente riemerse, dalla sua espressione capii che aveva trovato ciò che cercava.
- Bene, bene! Credo proprio di avere visto tutto ciò che mi interessava. Andiamo, Watson, un buon pranzo ci metterà sicuramente in grado di risolvere questo enigma, anche se posso dire che i punti oscuri non sono poi rimasti molti. L'Abate si curerà di fare gli onori di casa alla Polizia, mentre noi cercheremo di completare gli elementi che ancora mancano.
E così dicendo, si avviò risolutamente verso l'uscita, mentre il rettore e l'Abate lo guardavano sorpresi.

(2 - Continua)



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