1) REPRISES PAR INTERVERSION
Come dice il titolo, si tratta di una formulazione essenzialmente ritmica, formata da tre ritmi, riproposta
per quattro volte. La prima serve come origine, la seconda espone la formulazione ritmica partendo dagli estremi ed arrivando
al centro, la terza partendo dal centro ed arrivando agli estremi. Messiaen definisce questi due movimenti come la chiusura e
l'apertura di un ventaglio e l'immagine è quanto mai aderente. La quarta parte è l'esatto rovescio della prima.
Esaminiamo le quattro parti:
Prima parte: Origine
E' formata dai ritmi Pratapaçekhara, Gajajhampa e Sarasa. Il primo parte nella versione originaria ed ogni volta che
si ripresenta viene aumentato di una biscroma (Fig. 1). Il secondo parte invece già aumentato per diminuire
mano a mano che si ripresenta, fino alla formulazione base (Fig. 2). Il terzo rimane invariato (Fig. 3).
La prima sezione è lunga 19 battute e la prima nota della decima battuta ne è il centro esatto (Fig. 4).
Pratapaçekhara e Sarasa vengono ripetuti sei volte, Gajajhampa cinque volte.
Seconda parte: Dagli estremi al centro
Per comprendere il meccanismo di questa parte dobbiamo avere presenti l'inizio di questa parte e la prima e l'ultima
battuta della parte precedente (Fig. 5):
Analizzando la prima battuta di questa seconda parte, vediamo che la prima nota è la prima nota della prima battuta
della prima parte; la seconda nota è l'ultima nota dell' ultima battuta della prima parte; la terza nota è la seconda nota della
prima battuta della prima parte; la quarta nota è la penultima nota dell' ultima battuta della prima parte... e così via
fino all'ultima nota, che è la nota centrale della prima parte.
Terza parte: Dal centro agli estremi
In questo caso si deve adottare il sistema opposto al precedente (Fig. 6):
La prima nota è il centro della prima parte; la seconda è la nota immediatamente precedente al centro della prima parte; la terza è la nota immediatamente seguente al centro della prima parte... e così via fino all' ultima nota, che è la prima nota della prima battuta della prima parte.
Quarta parte: Rovescio
Questa parte è l'immagine speculare della prima parte. In pratica si risuona la prima parte iniziando dall' ultima
nota ed arrivando alla prima.
Considerazioni timbriche e ritmiche
La caratteristica timbrica di questo brano è che ogni figura ritmica è caratterizzata da una ben determinata
registrazione. Pratapaçekhara viene sempre suonato al Recitativo con Bordone 16, Oboe e Ripieno Acuto. Gajajhampa
si snoda tra Pedale (Bombarda 16) e Positivo (Ottava 4, Nazardo, Terza e Piccolo). Sarasa viene cadenzato al G.O
con Bordone 16, Bordone 8 e Flauto 4.
Questa ripartizione ritmica è rigida e serve, una volta compreso il meccanismo, a seguire il percorso e
le trasformazioni delle varie figurazioni durante il brano.
Questa caratteristica comporta qualche problema di tipo esecutivo, soprattutto nella seconda e terza parte dove, a causa
dell' intreccio dei ritmi, può capitare, ad esempio, che in sole due battute si debbano eseguire ben DIECI cambi
di tastiera: (Fig. 7)
(2 - continua)
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